Tra i cordoli del Mugello la compatta sportiva tedesca ha mostrato tutto il suo spirito racing, mettendo in mostra prestazioni da prima della classe
Quando si parla di auto compatte, la categoria delle cosiddette “hot hatch” è un piccolo mondo a parte. Si tratta delle versioni più sportive di quelle che una volta erano le tranquille berline a due volumi. La Golf, per intenderci. All’interno di questo club, il cui numero di soci è in contrazione ormai da qualche anno a causa del dilagare di ogni forma di suv, ci sono modelli che gravitano intorno ai 250 e poi quelli che superano di slancio i 300 cavalli, portandosi anche dietro un listino prezzi con cui si entra tranquillamente nel mondo Porsche.
La Audi RS3 Sportback è la più fulgida rappresentante di questa categoria, potendo vantare dei numeri che con il concetto di “GTI” non hanno più nulla a che fare. Il suo 2,5 litri 5 cilindri turbobenzina, infatti, mette a terra 400 Cv e 500 Nm, spingendola fino a 290 km/h. Per arrivare a questa incredibile velocità, però, bisogna acquistare per 7.850 euro il pacchetto RS dynamic plus che porta con sé le sospensioni attive e l’impianto frenante con i dischi anteriori carboceramici.
L’altro numero impressionante sono i 3,8 secondi che la RS3 Sportback impiega per scattare da 0 a 100 km/h, aiutata dal cambio a doppia frizione a 7 rapporti e dalla trazione integrale quattro. Quest’ultima è il pezzo forte della compatta tedesca e rappresenta l’interpretazione tecnica Audi del concetto creato dalla Ford Focus RS nel 2015, ovvero avere un sistema a quattro ruote motrici in grado di spingere realmente anche con il retrotreno, se necessario più che con l’avantreno. Una missione impossibile con lo schema della RS3 precedente che utilizzava un giunto centrale Haldex, il quale faceva entrare in gioco le ruote posteriori solo quando le anteriori erano ormai al limite, dunque troppo tardi. Ma ora la musica è cambiata, perché c’è il Torque Splitter che ripartisce attivamente la coppia tra le ruote dietro e in modo totalmente variabile, definendo un comportamento sovrasterzante, all’occorrenza anche in eccesso.
Il differenziale posteriore usa due frizioni elettroidrauliche a lamelle, una per ciascun semiasse; così in percorrenza di curva il sistema distribuisce la spinta tra le ruote posteriori privilegiando quella esterna, che ha la maggiore aderenza. Il risultato è che con la RS3 Sportback si possono eseguire derapate perfette e c’è anche una modalità di guida specifica per farlo. Molto divertente, certamente, ma non redditizio in pista, dove derapare vuol dire perdere tempo. Meglio usare la modalità RS Performance che regola l’elettronica in modo da scaricare a terra tutta la potenza disponibile. L’abbiamo selezionata durante i nostri giri al Mugello, dove Audi ha messo a disposizione anche i suoi piloti-istruttori per farci spingere al massimo la RS3 Sportback, che per l’occasione era gommata con i Pirelli P Zero Trofeo R, ovvero dei pneumatici semi-slick progettati proprio per la guida in pista, ma che sono omologati anche per l’uso stradale.
Con queste gomme la RS3 in versione Sedan – tre volumi con il baule – ha conquistato anche il record di categoria al Nurburgring. Un ottimo biglietto da visita e una garanzia per affrontare uno dei tracciati più belli e impegnativi che ci siano in Italia. Del resto, come sa chiunque sia un minimo avvezzo ai cordoli, pneumatici e freni sono fondamentali quando si entra in circuito. Noi ci siamo entrati, ci siamo rimasti per una dozzina di giri veloci e ne siamo usciti con un bel sorriso stampato sulle labbra. La RS3 Sportback va veramente forte e lo fa con grande facilità, instaurando un ottimo feeling con il pilota, a cui comunica le perdita di aderenza con un certo margine. L’accoppiata pneumatici/freni consente staccate impressionanti, con un inserimento in curva molto buono e pochissimo sottosterzo. In percorrenza l’aderenza è impressionante, così come all’uscita di curva dove le quattro ruote motrici fanno la differenza.
Il motore spinge fortissimo, con la turbina che si scatena a partire dai 3.000 giri. Questo è l’unico difetto dell’auto – anche se in pista si sente a malapena – insieme allo sterzo un po’ troppo filtrato. Una vettura del genere meriterebbe un feeling molto più diretto, anche se poi risulterebbe molto meno confortevole su strada. Insomma, sebbene non nasca come auto da trackday, tra i cordoli la RS3 Sportback è un osso duro per tutti. Per averne una bisogna mettere in conto non meno di 61.700 euro, ma aggiungendo il pack prestazionale e qualche piccola personalizzazione si superano di slancio i 70.000 euro.