La sorella Catia la difende. Il fratello Mauro no. Anzi, sostiene che quando racconta la sua vita s’inventa (quasi) tutto. La pioggia di critiche e polemiche su Elisabetta Franchi, stilista e imprenditrice, non si arresta. Ha dichiarato di assumere donne over 40 “perché se dovevano sposarsi o far figli, lo hanno già fatto” dando il via a un dibattito sempre più infuocato. Il suo intervento a Milano nel corso di “Donne e moda: il barometro 2022”, organizzato da PwC Italia con “Il Foglio”, ha toccato nel vivo la drammaticità delle differenza fra uomo e donna sul lavoro in un momento drammatico. Il post lockdown da pandemia, che ha evidenziato ancor di più la penalizzazione delle donne sul lavoro. Costrette a casa a prendersi cura di figli e anziani. Lei stessa, da madre, ammette che gli aiuti per le donne sono scarsi. Un problema che gli uomini non hanno. Perciò possono permettersi di lavorare h 24. Come le ultra quarantenni secondo la sua interpretazione. Anche se lei, e lo ha ribadito in varie interviste, è diventata madre proprio a 40 anni. Ma dopo tre giorni dal taglio cesareo era già in azienda. E così il giorno successivo alla morte del suo primo marito e padre di sua figlia. Come ha fatto a gestire un doppio ruolo così impegnativo di madre e imprenditrice? Primo dettaglio non da poco: è una stakanovista.
Ma le cose stanno davvero così? Il racconto che lei fa della sua vita è reale? Una famiglia poverissima, un’infanzia di affanni, l’incontro con il primo marito che le ha dato una piccola cifra (50 milioni di lire perché credeva in lei) per avviare la sua attività. Tutto vero? Il fratello Mauro oggi la smentisce e la attacca. Dice di più: quella narrata da Elisabetta è una versione da libro Cuore, da Mulino Bianco, costruita a bella posta per le interviste e le apparizioni pubbliche. Ha iniziato a smentirla sui social, racconta, ma lei è riuscita a far cancellare tutto. La loro non era una famiglia così modesta. Facevano vacanze e non è mai mancato nulla. Nemmeno la rete famigliare. Elisabetta è infatti riuscita a lavorare perché ha sempre potuto contare su una madre presente 24 ore su 24 e poteva anche permettersi la baby sitter. E la cifra che il primo marito le aveva regalato? Di molto molto superiore alla narrazione. Sufficiente a far decollare senza problemi la sua carriera.
E allora vediamola, questa vita che sembra un film che però scorre su due set differenti e con due copioni, quasi come ‘Inland Empire’, il capolavoro di David Lynch. Perché Elisabetta ha sempre raccontato di aver fatto la cameriera e la commessa prima di diventare stilista. E il matrimonio con Sabatino Cennamo, amministratore delegato dell’azienda per cui lavorava? Non rientra nelle classiche unioni della donna umile che si sposa il ricco e riceve da lui grandiosi aiuti economici. Lo ha spiegato davanti alle telecamere in un’intervista a Verissimo del 2021: “Lui non era ricchissimo. Magari! Io ero giovanissima, avevo 23 anni. Con lui è nato un grande amore. Mi ha preso per mano e mi ha detto ‘sei tosta, vola’. Mi ha dato quel poco che aveva, 50 milioni di lire. E io nel ‘95, da sola con i miei straccetti, con la mia visione e la mia passione, mi sono aperta il primo atelier”. Mauro però racconta tutt’altra verità: la cifra era di un miliardo di lire. Che le hanno spianato da subito la strada verso il successo.
Ancora i racconti di Elisabetta si sovrappongono. Era una ragazzina di Bologna, spiega. Le amiche la invitano a ballare alla Pineta. Ma era costretta a rinunciare. Risponde così agli inviti mondani: “Voi non capite, devo lavorare. Ho un’azienda”. Il marito, che ha condiviso con lei l’attività, è morto 17 anni dopo in soli cinque mesi. Portato via da una malattia quasi fulminante. Si erano sposati da poco e la figlia, Ginevra, aveva appena un anno. Elisabetta, e questo è sempre il suo racconto, in quei cinque mesi di malattia terminale è costretta a prendere in mano anche la parte finanziaria della ditta. Un aspetto di cui non conosce nulla. Scopre che in casa c’è una cassaforte ma non né cosa contiene né sa dove si trova la chiave. “Se avessi chiesto a Sabatino – rivela a Verissimo – lui avrebbe capito che stava per morire”. Quindi lascia perdere.
Ribadisce, e questo è il secondo punto di forza nella descrizione di se stessa che le è valsa anche il riconoscimento di Cavaliere della Repubblica, di essere una self made woman. E una mamma che rinuncia a tante cose. Racconta ancora: “Per arrivare dove sono ho dovuto rinunciare a qualcosa, ho avuto la prima figlia a quarant’anni ed ero al lavoro a qualche giorno dalla nascita, per parrucchiere ed estetista poi non c’è stato mai tempo”. Ancora una volta il fratello Mauro racconta che non è così: non le è mai mancato nulla, aveva intorno a sé una rete che le garantiva la libertà. Ora Elisabetta Franchi ha un nuovo compagno di vita, Alan Scarpellini, con cui è diventata madre per la seconda volta, di Leone. Per lei la parola chiave del doppio ruolo madre e imprenditrice è il verbo conciliare. “Conciliamo, certo, sempre e solo con le nostre armi” dice già nel 2014 al Corriere della Sera. “Mi sono scontrata – puntualizza – con uomini che quando parlavo di business ci rimanevano di stucco. Ho sempre giocato su questo. E hanno dovuto cedere loro. Mai io”. Insomma, una donna alla pari.
Ma a rincarare le polemiche c’è un’altra dichiarazione, quella del Primo Maggio. In un post pubblicato su Instagram alla vigilia della gara di MotoGp in Spagna, ha condiviso alcuni scatti con una ragazza ‘ombrellina’ per il team Gresini di cui è sponsor commentando: “Voi grandi uomini senza l’aiuto di noi piccole donne cosa sareste… evviva gli uomini evviva le donne evviva l’amore che ci completa”. Piovono le critiche su Twitter: “Che peccato. Stimo molto la signora @bettafranchi eppure credo che proprio la sponsorship fosse tutta da evitare: il sistema delle #ombrelline fa veramente pena ed è già anacronistico di per sé. Un messaggio antico e mal raccontato completa la sconcertante comunicazione”.
Ma torniamo all’ultima intervista choc. Elisabetta ha cercato di correggere il tiro snocciolando le cifre. “L’80% della mia azienda sono quote rosa di cui: il 75% giovani donne impiegate, il 5% dirigenti e manager donne. Il restante 20% sono uomini di cui il 5% manager”. Lo ha scritto confutando, numeri alla mano, le accuse di sessismo che le sono state mosse. Si è spiegata così: “C’è stato un grande fraintendimento per quello che sta girando sul web, strumentalizzando le parole dette. Purtroppo, al contrario di altri Paesi, è emerso che lo Stato italiano è ancora abbastanza assente. Mancando le strutture e gli aiuti, le donne si trovano a dover affrontare una scelta fra famiglia e carriera. Come ho sottolineato, avere una famiglia è un sacrosanto diritto. Chi riesce a conciliare famiglia e carriera è comunque sottoposta a enormi sacrifici, esattamente come quelli che ho dovuto fare io”. Ancora una volta si torna da capo. La vita di Elisabetta è stata davvero così complicata? Ancora una volta, la contro-narrazione arriva dalla sua famiglia. Dal fratello Mauro. Che ribadisce: Elisabetta ha avuto una gioventù serena e poi un’ampia dotazione economica per far decollare la sua attività. Oltre ad appoggi famigliari per la gestione della prima figlia. Per di più, la società è cambiata nel frattempo. Gli studi rivelano che le over 40 che hanno dei figli sono in continua crescita. Raddoppiate dal 2001 al 2019, dice l’Istat. Ma quante sono? Quasi una su 10. In Italia l’8,9 per cento delle madri. In Europa è un dato superato solo dalla Spagna, con il dieci per cento.