Attacchi aerei ripetuti, più di uno all’ora nell’ultimo giorno, insieme a “operazioni di assalto” via terra. La Russia stringe nuovamente in una morsa di fuoco l’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove centinaia di combattenti ucraini continuano a resistere. E dove, secondo Kiev, ci sono ancora 100 civili rifugiati nei sotterranei. L’assedio all’impianto siderurgico, circondato da settimane dalle truppe di Mosca, è ripartito – ha spiegato il consigliere del sindaco di Mariupol – dopo che un convoglio Onu ha lasciato la regione di Donetsk.

I russi hanno cercato di far saltare un ponte usato per le evacuazioni, ha aggiunto, così da bloccare gli ultimi soldati – appartenenti al reggimento Azov e a una brigata della Marina ucraina – rimasti all’interno. Le unità di Mosca, sostiene il battaglione con componenti neonazisti, stanno usando “artiglieria navale, razzi Mlrs, Ur-77, carri armati”. Attraverso il loro canale Telegram, i soldati sostengono che nelle ultime 24 ore l’esercito russo ha effettuato 34 attacchi aerei sul territorio dello stabilimento, inclusi 8 con bombardieri strategici.

Una situazione critica, aggravata dalla presenza, secondo il consigliere del sindaco di Mariupol Petro Andryushchenko, di “almeno 100 civili” ancora nei rifugi: “Ciò non riduce la densità degli attacchi da parte degli occupanti”, ha sostenuto. Ma finora i tentativi di prendere l’impianto – dove sventola ancora la bandiera dell’Ucraina – sono “falliti”. Il tempo però stringe e l’esercito di Kiev sta lavorando ad un piano militare per salvare i combattenti, ha detto l’ex comandante del reggimento Azov Maxim Zhorin in una intervista esclusiva a Canale 24 riportata da Unian.

La strategia viaggia in parallelo con i canali diplomatici già aperti. Zhorin ha annunciato i preparativi per l’operazione militare spiegando che vengono sviluppati con la leadership delle forze armate ucraine. Tuttavia, ha spiegato, sarà prima necessario completare l’equipaggiamento militare e il rifornimento delle armi. “Non sono sicuro che attualmente i combattenti che si trovano sul territorio dell’Azovstal abbiano tanto tempo, quindi ci stiamo preparando e lavorando in parallelo in due direzioni: diplomatica e militare per tirarli fuori”, ha affermato. L’operazione “potrebbe essere in più fasi raggruppando le unità” asserragliate nell’impianto.

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