Nel comunicato fotocopia gli esponenti dei due partiti fanno sapere che "non si sono nascoste le tensioni di queste ultime settimane. Entrambi hanno comunque ribadito l’intenzione e la determinazione a continuare il percorso di dialogo". Il riferimento, chiaramente, è per il dibattito sulla guerra in Ucraina. Proprio oggi il leader dei 5 stelle aveva detto: "Il Pd viene sulle nostre posizioni su guerra e armi? È una notizia, dopo gli atteggiamenti irritati e infastiditi con cui hanno reagito nelle scorse settimane"
Hanno diffuso un comunicato fotocopia, praticamente identico. Se sia indizio di una ritrovata un’unità d’intenti, oppure una scelta fatta per stemperare le tensioni, non è al momento chiaro. Di sicuro c’è solo che Giuseppe Conte ha incontrato Enrico Letta. E alla fine fonti di entrambi i partiti – i 5 stelle e il Pd – hanno diffuso una nota praticamente uguale. Il colloquio – fanno sapere fonti dem e 5 stelle – è stata l’occasione per un aggiornamento sui vari temi dell’agenda politica. Nella nota esponenti dei due partiti fanno sapere che si è trattato di un “incontro cordiale – come sempre, dati i rapporti personali e politici tra i due – nel corso del quale sono state trattate varie questioni, anche quelle che hanno visto le rispettive forze politiche su posizioni non pienamente convergenti,” proseguono le stesse fonti. E ancora, si legge, “non si sono nascoste le tensioni di queste ultime settimane. Entrambi -si conclude- hanno comunque ribadito l’intenzione e la determinazione a continuare il percorso di dialogo”.
Le “posizioni non pienamente convergenti” e le “tensioni” delle ultime settimane sono ovviamente quelle legate al conflitto in Ucraina. Conte ha chiesto più volte che Mario Draghi andasse a riferire in Parlamento sul capitolo delle armi inviate dall’Italia a Kiev e il ruolo giocato nel nostro Paese sullo scenario internazionale. Il partito di Letta, invece, è il primo sostenitore della linea di Draghi. E infatti già nel fine settimana Conte aveva polemizzato con gli altri partiti, spiegando che anche se i 5 erano “isolati in Parlamento” la “stragrande maggioranza dei cittadini vuole la pace e sentir parlare di negoziato”.
Posizioni alle quali Letta sembra essersi avvicinato nelle ultime ore. “Non dobbiamo farci guidare dagli Usa, l’Europa è adulta. Questa guerra è in Europa e l’Europa deve fermarla. Sarebbe sbagliato firmare la pace negli Usa, come fu per l’ex Jugoslavia”, ha detto lunerdì il segretario del Pd in un’intervista al Corriere della Sera. “Cinque grandi Paesi, Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia devono muoversi ora, uniti, per la pace. Andare prima a Kiev e poi incontrare Putin”, ha proseguito Letta che poi definisce “fuori luogo le uscite di Boris Johnson, quando dice che la guerra va portata sul territorio russo”. Dichiarazioni che avevano provocato il commento di Conte, in un’intervista al Foglio. “Il Pd viene sulle nostre posizioni su guerra e armi? È una notizia, dopo gli atteggiamenti irritati e infastiditi con cui hanno reagito nelle scorse settimane alla nostra posizione”, ha detto il leader del M5s, che poi ha ipotizzato che le ultime dichiarazioni del Pd “siano dettate dai sondaggi, ma restano poco convinte”.
“Il Pd? Vuole solo rimediare al malcontento profondo che serpeggia nella loro base. Prima ci hanno insultato, ora fanno finta di venire sulle nostre posizioni. La loro linea sul riarmo, la loro linea iperatlantista schiacciata sugli Usa in realtà non cambia nella sostanza “, ha detto l’ex premier. Sono queste le “posizioni non pienamente convergenti” affrontate nell’incontro con Letta.