Tirata di orecchie (ma niente di più) del ministro dell’Economia Daniele Franco ad Alfredo Altavilla, presidente di Ita Airways controllata al 100% dallo stato. Ascoltato alla Camera il ministro, sollecitato da vari interventi critici dei parlamentari nei confronti di Altavilla anche per non aver partecipato ai tavoli istituzionali ai quali era chiamato, Franco ha detto che formalmente “non esistono elementi di illegittimità”. Ma – ha rimarcato – “E’ opportuno richiamare tutti a mantenere sempre un profilo istituzionale, comportamenti improntati alla sobrietà: questo è un bene anche per la gestione aziendale oltre che sotto un profilo etico“.
La compagnia si è distinta in questi 7 mesi di vita per essere riuscita ad accumulare perdite di 2 milioni di euro al giorno e incassare ricavi ben al di sotto del piano industriale. Tuttavia il governo ha deciso di corrispondere un bonus da 400mila euro a presidente e amministratore delegato qualora dovessero riuscire a vendere la compagnia. Pochi giorni fa è stata aperta la “data room” della compagnia, in sostanza gli interessati possono conoscere le vere cifre della società. Entro fine mese sono attese le vere e proprie offerte. In lizza ci sono il gruppo navale Msc con un appoggio, solo industriale di Lufthansa, il fondo Certares con Air France e Delta e il fondo Indigo. L’aumento di capitale da 400 milioni di euro, che sarebbero dovuti arrivare a marzo, è stato posticipato dal ministero nella speranza che sia l’ipotetico acquirente a mettere mano al portafogli. L’aumento di capitale di Ita “verrà comunque erogato quest’anno, non ora perché ora non c’è un problema di cassa. L’azienda aveva 4-500 milioni in cassa prima delle perdite di quest’anno. Quando ci sarà bisogno procederemo rapidamente ad erogare la cassa”, ha spiegato il ministro Franco. “Contiamo – ha ribadito – di avere le richieste (per la cessione, ndr) entro il 23 maggio e quindi entro giugno arrivare ad una soluzione, salvo incidenti o sviluppi. Il nostro piano è chiudere a giugno”.
Quello attuale è “un momento delicato nel processo di dismissione“, ha sottolineato il ministro. “L’esito della vendita di Ita non è scontato, vedremo. Qualcuno ha formulato delle preferenze ma la vendita la fa il Mef, vedremo i 3 soggetti che spero presentino tutti delle proposte, vedremo chi presenterà nei termini ampi e non solo finanziari delle offerte più valide per il paese”. Alla domanda su quanto ammonterà la quota di minoranza che lo stato manterrà in Ita e il tempo in cui resterà nell’azionariato Franco ha risposto “lo vedremo”. “Non è che lo Stato esce e chi s’è visto s’è visto, è un processo che va seguito per un periodo che può essere anche lungo”. Riguardo alle perdite “abbiamo avuto nuove ondate di pandemia di dimensioni inattese e l’aumento dei prezzi energia. Elementi non attesi quando è stato elaborato il piano. Da ultimo la guerra in Ucraina che ha degli effetti diretti, ad esempio i voli per il Giappone che sono stati posticipati. C’è un effetto incertezza che rallenta la ripersa del traffico. Una volta che questi fattori saranno superati credo che i costi dovrebbero ridursi e il traffico ripartire”, ha detto Franco. A dire il vero, secondo i dati di Eurcontrol, almeno i voli sull’Europa sono in costante aumento da gennaio.
Sul piano occupazionale, con circa 7mila ex dipendenti Alitalia rimasti in cassa integrazione, il ministro Franco ha spiegato che “per i lavoratori che restano nella gestione commissariale la cassa integrazione è estesa a tutto il 2023. Ci aspettiamo che il numero dei lavoratori scenda fortemente con l’assegnazione Handling e Maintenance alla nuova proprietà. Una parte ampia verrà assorbita con il piano industriale di Ita che prevede oltre 9000 dipendenti nel 2025. Gran parte dei lavoratori in gestione commissariale dovrebbe essere riassorbito. Per alcuni ci saranno processi di pensionamento e alcuni potranno, come sta già succedendo, spostarsi su altre compagnie”.
Sullo sfondo il dramma dei lavoratori di oltre 500 lavoratori sede palermitana di Covisian, società che aveva ottenuto l’appalto per la gestione del call center di Ita ma che ora ha cessato la collaborazione. Covisian aveva ottenuto l’appalto offrendo un servizio basato su retribuzioni dell’11% al di sotto del minimo tabellare. Scaduti i primi 6 mesi la società non è stata in grado di dare continuità al servizio, 221 dipendenti sono stati licenziati e per altri 300 si chiude la possibilità di rientrare dalla cassa integrazione. Ita per contro ha iniziato ad organizzare un call center interno già prima della scadenza del contratto con Covisian assumendo sinora 75 interinali e richiamando 75 ex dipendenti Alitalia in cassa integrazione. Ignorata la clausola sociale secondo cui l’azienda che subentra dovrebbe assicurare la continuità occupazionale ai dipendenti.
La questione Covisian “è molto complicata. Da parte del governo ci sono da tener presenti due obiettivi: Ita non torni a farsi carico di costi eccessivi che non le consentirebbero di continuare ad essere una compagnia che opera in condizioni normali. Dall’atro lato abbiamo 500 lavoratori in Sicilia che devono trovare una tutela che può in parte venire da avere un call center che utilizza i lavoratori del vecchio call o altre soluzione che il ministero del Lavoro e il Mef devono trovare”, ha detto il ministro Franco. Altavilla ha ribadito “la disponibilità ad assumere risorse provenienti da Covisian a Palermo per la nostra struttura attivando una modalità di smart working per poterlo continuare a fare da Palermo. Il nostro organico su Roma è stato già completato quindi parliamo di una possibilità nell’immediato di poche decine di unità ma siamo impegnati su un arco di tempo coerente con piano industriale ad aumentare l’organico di Palermo”. “Sappiamo – ha proseguito – che non è la soluzione al problema ma questo è stato creato da chi si è assunto l’onere di assumere 543 persone senza avere commesse alle spalle. Non possiamo assumerci noi l’onere”. “Ita Airways si ritiene unicamente parte lesa nella vicenda in questione e, quindi, estranea rispetto ad ogni ulteriore responsabilità, riferibile solo ed esclusivamente a Covisian” hanno puntualizzato Altavilla e l’amministratore delegato Fabio Lazzerini. Altavilla ha quindi sottolineato che sono “già iniziate azioni a tutela sia per responsabilità precontrattuale che per responsabilità contrattuale perché riteniamo che Covisian sia nelle modalità con cui è uscita dall’accordo sia nei termini ha prodotto un danno economico e reputazionale alla nostra azienda”.
I lavoratrici e i lavoratori per cui sono state aperte le procedure di licenziamento lo scorso 21 aprile sono “personale altamente professionalizzato, con alle spalle 20 anni di servizio per la ex compagnia di bandiera. Non possiamo assistere inermi a una scelta sbagliata da parte dei vertici Ita” ha affermato Salvatore Ugliarolo, segretario generale Uilcom in audizione in Senato sulla vertenza dei lavoratori Covisian sottolineando che Ita Airiways deve rispettare la clausola sociale. “Non rispettare una legge dello Stato vorrebbe dire aprire un pericoloso precedente in un settore che conta più di 80mila lavoratori, su commesse sia pubbliche sia private” ha affermato.
Economia & Lobby
Ita Airways, il ministro Franco “sgrida” il presidente Altavilla per la scarsa sobrietà. E aggiunge: “Esito vendita non scontato”
Le perdite accumulate sinora dalla compagnia secondo il ministro si giustificano a causa della pandemia e della guerra in Ucraina. Ma il traffico aereo è in costante ripresa da gennaio. Sul dramma dei lavoratori di Covisian, licenziati per il venir meno dell'appalto di fornitura del call center alla compagnia, il ministro Franco ha detto che il governo "deve trovare una soluzione". Altavilla: "Disponibili ad assumerne una decina, noi parte lesa"
Tirata di orecchie (ma niente di più) del ministro dell’Economia Daniele Franco ad Alfredo Altavilla, presidente di Ita Airways controllata al 100% dallo stato. Ascoltato alla Camera il ministro, sollecitato da vari interventi critici dei parlamentari nei confronti di Altavilla anche per non aver partecipato ai tavoli istituzionali ai quali era chiamato, Franco ha detto che formalmente “non esistono elementi di illegittimità”. Ma – ha rimarcato – “E’ opportuno richiamare tutti a mantenere sempre un profilo istituzionale, comportamenti improntati alla sobrietà: questo è un bene anche per la gestione aziendale oltre che sotto un profilo etico“.
La compagnia si è distinta in questi 7 mesi di vita per essere riuscita ad accumulare perdite di 2 milioni di euro al giorno e incassare ricavi ben al di sotto del piano industriale. Tuttavia il governo ha deciso di corrispondere un bonus da 400mila euro a presidente e amministratore delegato qualora dovessero riuscire a vendere la compagnia. Pochi giorni fa è stata aperta la “data room” della compagnia, in sostanza gli interessati possono conoscere le vere cifre della società. Entro fine mese sono attese le vere e proprie offerte. In lizza ci sono il gruppo navale Msc con un appoggio, solo industriale di Lufthansa, il fondo Certares con Air France e Delta e il fondo Indigo. L’aumento di capitale da 400 milioni di euro, che sarebbero dovuti arrivare a marzo, è stato posticipato dal ministero nella speranza che sia l’ipotetico acquirente a mettere mano al portafogli. L’aumento di capitale di Ita “verrà comunque erogato quest’anno, non ora perché ora non c’è un problema di cassa. L’azienda aveva 4-500 milioni in cassa prima delle perdite di quest’anno. Quando ci sarà bisogno procederemo rapidamente ad erogare la cassa”, ha spiegato il ministro Franco. “Contiamo – ha ribadito – di avere le richieste (per la cessione, ndr) entro il 23 maggio e quindi entro giugno arrivare ad una soluzione, salvo incidenti o sviluppi. Il nostro piano è chiudere a giugno”.
Quello attuale è “un momento delicato nel processo di dismissione“, ha sottolineato il ministro. “L’esito della vendita di Ita non è scontato, vedremo. Qualcuno ha formulato delle preferenze ma la vendita la fa il Mef, vedremo i 3 soggetti che spero presentino tutti delle proposte, vedremo chi presenterà nei termini ampi e non solo finanziari delle offerte più valide per il paese”. Alla domanda su quanto ammonterà la quota di minoranza che lo stato manterrà in Ita e il tempo in cui resterà nell’azionariato Franco ha risposto “lo vedremo”. “Non è che lo Stato esce e chi s’è visto s’è visto, è un processo che va seguito per un periodo che può essere anche lungo”. Riguardo alle perdite “abbiamo avuto nuove ondate di pandemia di dimensioni inattese e l’aumento dei prezzi energia. Elementi non attesi quando è stato elaborato il piano. Da ultimo la guerra in Ucraina che ha degli effetti diretti, ad esempio i voli per il Giappone che sono stati posticipati. C’è un effetto incertezza che rallenta la ripersa del traffico. Una volta che questi fattori saranno superati credo che i costi dovrebbero ridursi e il traffico ripartire”, ha detto Franco. A dire il vero, secondo i dati di Eurcontrol, almeno i voli sull’Europa sono in costante aumento da gennaio.
Sul piano occupazionale, con circa 7mila ex dipendenti Alitalia rimasti in cassa integrazione, il ministro Franco ha spiegato che “per i lavoratori che restano nella gestione commissariale la cassa integrazione è estesa a tutto il 2023. Ci aspettiamo che il numero dei lavoratori scenda fortemente con l’assegnazione Handling e Maintenance alla nuova proprietà. Una parte ampia verrà assorbita con il piano industriale di Ita che prevede oltre 9000 dipendenti nel 2025. Gran parte dei lavoratori in gestione commissariale dovrebbe essere riassorbito. Per alcuni ci saranno processi di pensionamento e alcuni potranno, come sta già succedendo, spostarsi su altre compagnie”.
Sullo sfondo il dramma dei lavoratori di oltre 500 lavoratori sede palermitana di Covisian, società che aveva ottenuto l’appalto per la gestione del call center di Ita ma che ora ha cessato la collaborazione. Covisian aveva ottenuto l’appalto offrendo un servizio basato su retribuzioni dell’11% al di sotto del minimo tabellare. Scaduti i primi 6 mesi la società non è stata in grado di dare continuità al servizio, 221 dipendenti sono stati licenziati e per altri 300 si chiude la possibilità di rientrare dalla cassa integrazione. Ita per contro ha iniziato ad organizzare un call center interno già prima della scadenza del contratto con Covisian assumendo sinora 75 interinali e richiamando 75 ex dipendenti Alitalia in cassa integrazione. Ignorata la clausola sociale secondo cui l’azienda che subentra dovrebbe assicurare la continuità occupazionale ai dipendenti.
La questione Covisian “è molto complicata. Da parte del governo ci sono da tener presenti due obiettivi: Ita non torni a farsi carico di costi eccessivi che non le consentirebbero di continuare ad essere una compagnia che opera in condizioni normali. Dall’atro lato abbiamo 500 lavoratori in Sicilia che devono trovare una tutela che può in parte venire da avere un call center che utilizza i lavoratori del vecchio call o altre soluzione che il ministero del Lavoro e il Mef devono trovare”, ha detto il ministro Franco. Altavilla ha ribadito “la disponibilità ad assumere risorse provenienti da Covisian a Palermo per la nostra struttura attivando una modalità di smart working per poterlo continuare a fare da Palermo. Il nostro organico su Roma è stato già completato quindi parliamo di una possibilità nell’immediato di poche decine di unità ma siamo impegnati su un arco di tempo coerente con piano industriale ad aumentare l’organico di Palermo”. “Sappiamo – ha proseguito – che non è la soluzione al problema ma questo è stato creato da chi si è assunto l’onere di assumere 543 persone senza avere commesse alle spalle. Non possiamo assumerci noi l’onere”. “Ita Airways si ritiene unicamente parte lesa nella vicenda in questione e, quindi, estranea rispetto ad ogni ulteriore responsabilità, riferibile solo ed esclusivamente a Covisian” hanno puntualizzato Altavilla e l’amministratore delegato Fabio Lazzerini. Altavilla ha quindi sottolineato che sono “già iniziate azioni a tutela sia per responsabilità precontrattuale che per responsabilità contrattuale perché riteniamo che Covisian sia nelle modalità con cui è uscita dall’accordo sia nei termini ha prodotto un danno economico e reputazionale alla nostra azienda”.
I lavoratrici e i lavoratori per cui sono state aperte le procedure di licenziamento lo scorso 21 aprile sono “personale altamente professionalizzato, con alle spalle 20 anni di servizio per la ex compagnia di bandiera. Non possiamo assistere inermi a una scelta sbagliata da parte dei vertici Ita” ha affermato Salvatore Ugliarolo, segretario generale Uilcom in audizione in Senato sulla vertenza dei lavoratori Covisian sottolineando che Ita Airiways deve rispettare la clausola sociale. “Non rispettare una legge dello Stato vorrebbe dire aprire un pericoloso precedente in un settore che conta più di 80mila lavoratori, su commesse sia pubbliche sia private” ha affermato.
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Roma, 15 feb (Adnkronos) - "I vigliacchi di Hamas ancora una volta esibiscono ostaggi, ma si mostrano a volto coperto. Perché sono dei codardi. Sono protagonisti di un’azione terroristica che dimostra la loro impossibilità di proporsi come uno Stato". Lo dice Maurizio Gasparri.
"O i palestinesi si liberano di questa setta di terroristi vigliacchi o non potranno essere interlocutori della comunità internazionale. Non si può parlare di due popoli e di due Stati quando c'è uno stato democratico, un popolo perseguitato, Israele e gli israeliani, e c'è un popolo palestinese che si fa comandare da questi vili criminali, che si nascondono perché non hanno il coraggio di mostrare il loro volto da assassini al mondo intero", aggiunge il presidente dei senatori di FI.
Roma, 15 feb. (Adnkronos) - Non saranno sempre "una cosa bellissima", come diceva l'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, ma le tasse restano stabilmente nella top ten dei temi 'divisivi' del centrosinistra. L'ultima accesa discussione, e non è certo la prima volta, è scoppiata sulla patrimoniale. Un 'evergreen', dall'Ulivo al campo largo. Che adesso vede, appunto, coinvolti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e tutto il fronte alternativo al centrodestra.
A far (ri) scoppiare la polemica è stato lo stesso Fratoianni che, ad un convegno sui sistemi fiscali si è rivolto ai compagni di viaggio, seduti al suo fianco per ascoltare le relazioni del premio nobel Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e dell'economista Hayati Ghosh. "Mi rivolgo a voi: verrà presto il momento di formulare una proposta per l’alternativa e bisogna dire che per una patrimoniale sulle grandi ricchezze è arrivato il momento, non si può rinviare", ha detto il leader di SI a Schlein e Conte.
Da lì, il dibattito è partito incontenibile. Ai leader di sinistra, c'è da dire, è arrivato l'abbrivio di Stiglitz che, citando il Papa, ha sottolineato: "Le tasse sono uno strumento importante per proteggere i poveri". Ma a sinistra non c'era certo bisogno dell'endorsement di un premio Nobel per accendere la miccia sul fisco. I più 'nostalgici' ricordano la mossa elettorale di Rifondazione comunista. Correva l'anno 2006, il partito di Nichi Vendola era al governo (quello con Padoa Schioppa ministro) e per le elezioni pensò di riempire le città con i manifesti con la foto di un panfilo e lo slogan preso da una telenovela degli anni '70: 'Anche i ricchi piangano'. Da lì a poco la stagione dell'Ulivo arrivò al capolinea.
(Adnkronos) - Eppure l'idea del 'prelievo forzoso' sulla quale i progressisti sono messi da sempre all'indice dagli avversari politici non è una idea di sinistra. A inventarlo, in Italia, è il governo Nitti nel 1919 per far quadrare i conti traballanti. Ma lo fa anche Mussolini, dopo la guerra in Etiopia, nel '36. Per gli stessi motivi. Eppure è sempre a sinistra che si guarda (e si polemizza) quando si parla di tasse. Silvio Berlusconi ha costruito una campagna anti sinistra, una costante della sua carriera politica, sin quando parlava del prelievo "con il favore delle tenebre" a proposito del 6xmille retroattivo sui conti correnti imposto dal governo Amato nel '92 per arginare le falle dei conti pubblici.
E le polemiche su Matteo Renzi e l'Imu? "Elimineremo noi, perché gli altri hanno fatto la finta, la tassa sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati", annunciò l'allora premier all'assemblea del Pd, finendo nel mirino con l'accusa di 'berlusconismo'. Ma gli esempi sono tanti, anche più recenti. Alle elezioni del 2022 Enrico Letta lanciò la proposta della dote ai 18enni, un capitale di circa 10mila euro da spendere in formazione, casa o per avviare una attività. "Sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari", spiegò il segretario del Pd, subito accusato di voler introdurre la patrimoniale in maniera surrettizia.
A distanza di anni i progressisti si trovano ancora, sempre, alle prese con la discussione sul fisco e sulle varie ricette per le tasse. Con Schlein che oggi dice: "Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni", indicando però una soluzione "almeno a livello europeo" sulle orme di quella suggerita dal presidente brasiliano Lula al G20. E Conte che invita a parlare di tasse ma "in modo intelligente", per "contrastare il capitalismo parassitario".
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Nella giornata di oggi, 15 febbraio, presso i locali della federazione provinciale del Pd in corso Mazzini, si è svolto l’incontro fra la delegazione del Partito democratico, composta da Vittorio Pecoraro, segretario provinciale, Rosi Caligiuri, segretaria cittadina, e Francesco Alimena, capogruppo Pd in Consiglio comunale, con il sindaco di Cosenza, Franz Caruso". Lo spiegano in una nota congiunta gli stessi Pecoraro, Caligiuri e Alimena.
"Nell’esprimere il proprio sostegno all’esperienza amministrativa, il Partito democratico, ribadendo la propria unità, ha rappresentato al sindaco la sua proposta per il completamento della giunta con l’indicazione dell’avvocata Maria Locanto quale vicesindaca", proseguono i dem.
"Il sindaco ha ascoltato la valutazione del Pd e, nel rispetto delle proprie prerogative, si è riservato di esaminare con attenzione tale richiesta. L’indicazione di Maria Locanto è l’espressione del territorio ed è stata formulata a livello cittadino, provinciale e regionale del Partito, nonché dalle rispettive rappresentanze istituzionali. La scelta di Maria Locanto testimonia in modo chiaro l’unità del Pd, essendo presidente provinciale del Partito e avendo sempre lavorato con equilibrio e senso di responsabilità per la crescita della nostra comunità", sottolineano ancora gli esponenti Pd.
(Adnkronos) - "La delegazione del Pd ha, nel contempo, espresso al Sindaco la volontà di un impegno unitario perché la riorganizzazione della giunta non si espliciti soltanto attraverso una mera sostituzione assessorile ma sia opportunità per un rilancio strategico dell'azione amministrativa, affinché la seconda metà della consiliatura possa essere la fase di pieno compimento della attuazione del programma di governo su cui la maggioranza degli elettori cosentini ha espresso fiducia nella proiezione del progetto "Cosenza 2050'", concludono i dirigenti dem.
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Oggi si vota in 101 province per il congresso di Azione, un esercizio organizzativo molto complesso, ma necessario per riportare i partiti a essere quello che erano: luoghi di confronto democratico sulle idee e sulla linea politica. Siamo molto felici di come è andato". Lo dice Carlo Calenda.
"Ringrazio tutti i militanti, gli iscritti, i garanti congressuali e le persone che in questi mesi si sono attivati per tenere viva e rendere più forte la nostra comunità", aggiunge il leader di Azione.
Sanremo, 15 feb. - (Adnkronos) - “Tradizione, italianità e vicinanza sono valori del Festival di Sanremo e anche di Generali che li applica nel quotidiano per essere partner dei nostri clienti e costruire insieme il loro futuro”. Lo ha detto Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, dal famoso e ormai iconico ‘Balconcino’ dell’Agenzia di Sanremo “che idealmente rappresenta tutte le piazze, tutti i balconcini, tutti i luoghi dove tutta la nostra eccezionale rete di agenti opera tutti i giorni per progettare il futuro” con gli italiani". "Proprio “la rete di 2mila agenzie e 20mila colleghe e colleghi presenti sul territorio, è il cuore del nostro business - sottolinea Monacelli - È grazie a loro se riusciamo a tenere fede alla nostra ambizione, che è quella di essere ‘Partner di Vita’ delle persone, in ogni momento rilevante, accompagnandole, con la consulenza di valore, a fare scelte consapevoli e responsabili con l’obiettivo di proteggere il loro futuro e il futuro delle persone che stanno loro a cuore”.
Per il terzo anno consecutivo “siamo felicemente presenti a Sanremo” con vista sull’Ariston “perché vogliamo essere dove succedono le cose che contano - aggiunge Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia - Milioni di persone seguono Sanremo ogni sera e noi vogliamo essere vicini agli Italiani, nei vari momenti di vita, anche in un momento leggero, come si vede nello spot che abbiamo lanciato in questa occasione: mentre ‘tutti cantano Sanremo’, ci sono persone che prendono decisioni importanti della loro vita e noi, con i nostri agenti siamo loro vicini”. Con Sanremo “è scoccata una vera e propria scintilla - racconta Oddone - C’è una condivisione di valori: tradizione, passione, ma anche innovazione, con nuovi linguaggi dedicati a tutte le generazioni. Abbiamo raccontato il Festival con la voce di Caterina Ferioli, protagonista della nuova serie TV Belcanto, che è diventata portavoce di una prospettiva privilegiata sul Teatro Ariston attraverso i social, per coinvolgere ed entusiasmare persone di tutte le età. Un racconto a 360 gradi - conclude - da una prospettiva unica sull’Ariston al quale siamo molto felici di dare il nostro contributo”.
Generali ha partecipato anche al FantaSanremo con la lega #BalconcinoGenerali per accogliere tutte le persone che sceglieranno di giocare durante i giorni della kermesse all’iniziativa social più popolare, coinvolgente e divertente.
Torino, 15 feb. - (Adnkronos) - “Sui dazi la storia dimostra che fanno male a tutti, anche a chi li impone. Poi naturalmente colpiscono di più i paesi che hanno una forte capacità di esportazione, quindi può essere che l’Italia sia un pochino più colpita di altri Paesi come primo impatto. Ma non dimentichiamo che l’Italia ha sempre dimostrato una capacità molto elevata di riorientare le proprie esportazioni in funzione dell’andamento dai mercati e dei prezzi. Quindi io sono abbastanza ottimista sulla capacità dell’Italia di minimizzare o comunque contenere i danni che possano derivare da questa guerra delle tariffe che si preannuncia". Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del congresso Assiom Forex in corso a Torino." Naturalmente - osserva - nessun paese riuscirà a sfuggire al fatto che una guerra delle tariffe fa sempre male a tutti".
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - Sono in corso verifiche dell'Ambasciata italiana a Bogotà sulla presunta morte del boss Giovanni Motisi, inserito nella lista dei latitanti mafiosi più pericolosi. La Procura di Palermo ha allertato i poliziotti del Servizio centrale operativo. A lanciare la notizia è il sito del giornale 'Gente'. Secondo il settimanale sarebbe morto di tumore in una clinica di Cali. Motisi aveva fatto perdere le sue tracce dal 1998.