Scegli stabilità, ampie opportunità di autorealizzazione, un tenore di vita dignitoso e uno status sociale elevato”, recita l’annuncio. Ma, a conti fatti, sono 500 euro al mese per rischiare la vita in Ucraina. Nella Piazza Rossa Putin ha onorato il sacrificio dei soldati russi morti nella sua “operazione speciale”, motivo “di grande lutto per tutti i russi” e ha anticipato un “sostegno speciale” per i loro orfani. Lontano dalle celebrazioni, però, ne sta cercando di nuovi da mandare al fronte ad allungare ancora la lista dei lutti: maschi dai 18 ai 40 anni, disposti entrare nell’esercito e rischiare la vita per uno stipendio da insegnante. Non solo attraverso canali istituzionali, come il sito della Difesa, ma anche siti di annunci di lavoro, come la piattaforma Superjob.ru, dove la campagna sotto traccia ha attive 19.419 posizioni vacanti, tante quante le vittime stimate finora tra le truppe russe al fronte: così, tra un idraulico e una commessa, sul portale del lavoro spuntano avvisi per “fucilieri”, artiglieri, comandanti di fanteria, “mitraglieri antiaereo”, autisti di forze di terra, assaltatori e pure agenti da impiegare nell’Fsb, i servizi segreti russi che vigilano sul fronte come sul dissenso interno. Una mobilitazione in corso, seppur parziale e camuffata, che avviene nelle regioni più remote del Paese, dove per mettere insieme reparti gli uffici di reclutamento lusingano ex militari con servizi a contratto da 30 a 50mila rubli al mese.

Negli annunci la durata è perlopiù semestrale, la destinazione non viene quasi mai indicata, come già accaduto ai giovani soldati di leva mandati al fronte senza preavviso per una “esercitazione”. Requisiti e condizioni prospettati indicano dunque un pronto impiego che non è difficile immaginare di rinforzo alle linee impegnate sul fronte orientale, dove Putin ha concentrato la seconda fase dell’attacco che – diversamente dalla prima presto fallita – si annuncia lunga e costosa in termini di uomini. Gli stessi miliziani del Gruppo Wagner, su un canale Telegram, hanno ipotizzato che “servono 600-800mila uomini, o non vinceremo”. La Russia, questo ora è certo, ne sta reclutando di nuovi. In ogni dove e con mezzi anche inusuali, come appunto un sito di annunci di lavoro. La paga di 40-50mila rubli al mese può allettare soprattutto gli ex militari che vivono nelle regioni più remote della Russia, dove il reddito pro-capite non arriva alla metà (specie nell’agricoltura: 281 euro). Una cifra piuttosto modesta per rischiare la vita, specie se paragonata a quella dei militari di professione. E veniamo alle inserzioni.

Un annuncio per “soldato a contratto”, postato il 4 maggio, indica in modo alquanto generico la mansione: “garantire protezione e difesa del confine della Federazione Russa”, quel confine che Mosca ritiene minacciato dall’espansione della Nato e (notizia più recente) da un fantomatico piano di attacco alla Crimea pianificato da Kiev che avrebbe giustificato l’invasione. Le condizioni prevedono 40-50mila rubli più un pagamento aggiuntivo come indennità di servizio, in base all’anzianità. Tra i “benefit”, la partecipazione al programma di mutui per il personale militare (fino a 37mila euro), fornitura di razioni alimentari, assicurazione sulla vita e sanitaria gratuita, cure mediche. Tra i requisiti indicati c’è la “assenza di parenti stretti residenti all’estero”, probabilmente indispensabile per garantire fedeltà alla Russia in un mondo che le è diventato ostile. Che lo scopo dell’arruolamento sia l’invio al fronte lo rivelano le inserzioni mirate a mansioni interne. Quello per la ricerca di un addetto alla sorveglianza di un “importante impianto statale” a Kashirskoe, quadrante sud di Mosca, precisa: “importante: nessun viaggio di lavoro con pericolo per la vita e la salute senza il proprio consenso”. A riprova del fatto che le altre, molto probabilmente, lo sono.

Nel “tariffario” il minimo che si riscontra sono i 20-25 mila euro, ad esempio per la mansione di autista delle Forze di Terra cui “affidare il trasporto del personale delle unità e delle attrezzature logistiche necessarie nella vita quotidiana e in combattimento”. La paga, 433 euro, non è particolarmente alta, specie quando il candidato arriva al punto in cui leggerà: “i momenti più tesi nell’attività di combattimento del conducente sono la resistenza al fuoco del nemico, la situazione pre-emergenza sulla rotta di movimento, il trasporto del personale dell’unità in condizioni stradali difficili”. Poi si cercano capi di fanteria, piloti di caccia e altri profili di combattenti secondo le specialità. Insomma, Mosca ha celebrato ieri una vittoria sul nazismo di 77 anni fa, ma non può celebrare quella sugli ucraini dopo 75 giorni di guerra. Per quella, servono uomini da sacrificare alla causa promettendo “stabilità”. Il reclutamento, è in corso.

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