La commissione Esteri del Senato sarà rinnovata e il suo presidente Vito Petrocelli sarà sostituito. E’ l’effetto delle decisioni della giunta del regolamento e della presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati. La svolta è arrivata dopo le dimissioni di 20 componenti della commissione su 22 per protesta nei confronti di Petrocelli, del quale il M5s ha annunciato l’espulsione (ancora non perfezionata). Dopo il parere della giunta approvato all’unanimità, Casellati ha dato tempo ai gruppi parlamentari di inviare le designazioni dei nuovi commissari entro venerdì alle 13. All’inizio della giornata Petrocelli aveva parlato di “vendetta politica” da parte di Pd e Italia Viva, definendoli “i due partiti più guerrafondai del Parlamento”. “Mi sento abbandonato dalla perdita di una linea politica che è cambiata nel tempo” ha aggiunto Petrocelli parlando con i giornalisti in Parlamento. Il senatore materano spiega che consulterà il legale per capire se fare ricorso alla Corte costituzionale: “La mia intenzione sarebbe di farla sulle motivazioni della Giunta, ma non sono un esperto e quindi mi affiderò al mio legale”.

La vicenda della destituzione del presidente della commissione Esteri (non sfiduciabile per regolamento) è iniziata il 24 aprile quando Petrocelli – al secondo mandato da parlamentare con esperienza pregressa anche da capogruppo dei 5 Stelle – aveva pubblicato un tweet con un augurio di “buona Liberazione” con la Z maiuscola con chiaro riferimento al simbolo utilizzato sui mezzi militari russi che hanno invaso l’Ucraina. Il presidente del M5s Giuseppe Conte aveva subito annunciato l’espulsione di Petrocelli parlando di tweet vergognoso. I 5 Stelle però non hanno mai indicato la strada che secondo alcuni sarebbe stata la più rapida per rimuoverlo dal ruolo di presidente di commissione, cioè trasferirlo in un’altra commissione in attesa delle procedure per l’esclusione del gruppo parlamentare. Così si è arrivati alle dimissioni di massa dalla commissione (senza sostituzione), alle quali hanno partecipato tutte le forze politiche. Gli unici due che sono rimasti sono stati lo stesso Petrocelli e il senatore Emanuele Dessì, ex M5s uscito dal Movimento in dissenso dal sostegno al governo Draghi che ora rappresenta il Partito Comunista di Marco Rizzo.

Petrocelli aggiunge peraltro di non aver “mai ricevuto nessuna notifica di espulsione: a tutti gli effetti faccio parte del Movimento 5 stelle, non l’ho ricevuta né io né dal presidente Casellati, che dovrebbe disporre in automatico il mio passaggio al gruppo Misto”. “Il presidente Conte – continua – mi aveva annunciato l’espulsione già pochi giorni prima del mio voto contrario alla fiducia, mi pare fosse il 3 aprile. Aveva detto che così facendo ‘Petrocelli si pone automaticamente fuori dal Movimento’. Una maniera elegante ma stramba per dire non siamo d’accordo con la tua posizione e il vincolo di mandato lo consideriamo quello che è, quindi vai fuori”. Riccardo Ricciardi, vicecapogruppo alla Camera, ha ammesso che “formalmente” c’è “ancora un passaggio formale da fare ma lui è già fuori dal Movimento”.

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