Il processo è stato fissato al prossimo 25 ottobre davanti al giudice monocratico della Capitale. Agli imputati è contestato anche il reato di attività di gestione dei rifiuti non organizzata della discarica di Malagrotta
L’impianto di Malagrotta ha servito la Capitale per tre decenni, fino al primo ottobre 2013, fino a quando fu chiuso dall’allora sindaco Ignazio Marino. I rifiuti però erano rimasti lì e il percolato è stato considerato dagli inquirenti di Roma “la causa dell’inquinamento delle falde acquifere” sottostanti il sito di smaltimento. Ed è per questo che nel luglio del 2018 il gip aveva ordinato un sequestro. L’estrazione del percolato, secondo la procura, avrebbe dovuto essere portata a termine almeno una volta l’anno. Oggi l’imprenditore Manlio Cerroni è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare di Roma con l’accusa di traffico illecito dei rifiuti assieme ad altre sei persone. Il processo è stato fissato al prossimo 25 ottobre davanti al giudice monocratico della Capitale. Agli imputati è contestato anche il reato di attività di gestione dei rifiuti non organizzata. Nel procedimento si è costituito parte civile anche il Comune di Roma, rappresentata in giudizio dall’avvocato Enrico Maggiore.
In merito al reato di traffico illecito nel capo di imputazione la Procura afferma che gli indagati “in concorso tra loro e nelle qualifiche descritte in rubrica, al fine di profitto e con attività organizzata gestivano abusivamente ed abitualmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali. In particolare omettevano di procedere” all’estrazione “dalla discarica di Malagrotta del rifiuto speciale denominato “percolato di discarica” prodottosi per effetto della infiltrazione dell’acqua piovana nella massa dei rifiuti e della decomposizione naturale degli stessi che il gestore era obbligato ad estrarre e smaltire in base al bilancio idrologico da presentarsi almeno annualmente”.
Questa indagine era nata dopo gli accertamenti svolti dopo la chiusura della discarica dove erano stati smaltiti fino al primo ottobre del 2013 i rifiuti provenienti da Roma. Per gli inquirenti “l’enorme quantità di rifiuti da essa contenuti richiede una attività di gestione volta ad evitare che i prodotti della trasformazione e decomposizioni dei rifiuti si disperdano nell’ambiente circostante inquinandolo. L’estrazione del percolato ha dei molto ai costi per l’impresa che gestisce la discarica e, stando alla procura, i soldi risparmiati sarebbero stati utilizzati per altre società. Il processo arriva in un momento in cui è scoppiata una polemica sul termovalorizzatore voluto dal nuovo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e mentre è alta l’allerta per i casi di peste suina in città dovuti alla presenza sempre più invadente di cinghiali.