“He doesn’t have a way out right now, and I’m trying to figure out what we do about that”. Da noi la notizia è passata in sordina, persa tra le centinaia di lanci d’agenzia sulla guerra. I media americani invece se ne sono accorti: per la prima volta, durante un evento di fundraising politico a Washington, Joe Biden ha parlato in pubblico dell’importanza di lasciare a Vladimir Putin una “via d’uscita” dall’operazione militare in Ucraina. Il leader russo – ha argomentato Biden – era convinto che l’Ue e l’Nato si sarebbero sfaldate di fronte all’invasione: al contrario, gli Usa e gli Stati europei hanno fatto quadrato intorno a Kiev. Invece di far seguire alla premessa un nuovo appello bellicista, però, stavolta il capo della Casa Bianca si è detto preoccupato. “Putin è un uomo molto calcolatore“, ha affermato, “e in questo momento non ha una via d’uscita, perciò sto cercando di capire cosa fare a questo proposito”. Parole molto distanti da quelle che in questi mesi il mondo si è abituato a sentir pronunciare dal presidente Usa e dai suoi più stretti alleati. E che insieme al discorso “prudente” tenuto dal capo del Cremlino in occasione del Giorno della Vittoria – nessuna dichiarazione di guerra aperta e il riferimento al “dolore” per le ingenti perdite russe – possono essere interpretate come la conferma di un allentamento della tensione diplomatica.
Aprendo all’ipotesi di una “exit strategy” onorevole per Putin, infatti, Biden si allinea ai concetti già espressi nelle scorse settimane dai principali fautori di una trattativa, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Poche ore prima, in particolare, alla Conferenza sul futuro dell’Europa Macron aveva lanciato un appello a “non cedere alla tentazione dei revanscismi“, perché la pace futura “non si costruirà con l’esclusione reciproca e nemmeno con l’umiliazione“. Per il presidente francese l’obiettivo è far finire la guerra il prima possibile, facendo di tutto affinché “alla fine l’Ucraina possa resistere e la Russia non vinca“. Finora, invece, gli esponenti dell’amministrazione Biden erano sembrati voler cavalcare il conflitto ben al di là del supporto alla resistenza ucraina: basti pensare che il presidente aveva affermato che Putin non potesse più restare al potere, auspicando di fatto un cambio di regime (salvo poi fare una parziale marcia indietro). Ancora a fine aprile il capo del Pentagono Lloyd Austin aveva affermato candidamente che l’obiettivo Usa era quello di “vedere la Russia indebolita a un livello tale che non possa più fare cose come l’invasione dell’Ucraina”. Più in generale, i governanti di Washington finora hanno sempre accreditato l’idea che grazie alle armi occidentali l’esercito di Kiev possa vincere la guerra. Ora queste poche parole di Biden sembrano inaugurare una nuova prospettiva: quanto concreta lo diranno solo i fatti.