“Va annullato il conferimento dell’incarico direttivo. Il Consiglio superiore della magistratura dovrà pertanto riformulare il giudizio comparativo”. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’ex procuratore capo di Lucera Domenico Angelo Raffaele Seccia che aveva impugnato la delibera con cui l’11 aprile 2018 il Csm aveva nominato il magistrato Giovanni Bombardieri procuratore capo di Reggio Calabria. Poche righe e i giudici amministrativi mettono in discussione, dopo più di 4 anni, la nomina del procuratore Bombardieri che dovrà ritornare al Csm.

Adesso è quasi tutto da rifare. E se l’incognita riguarda quando avverrà il nuovo giudizio comparativo tra Bombardieri e Seccia (perché la sentenza del Consiglio di Stato arriva a poche settimane dalle elezioni del Csm), la certezza è che l’impasse amministrativa rischia di turbare l’attività di una Procura in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta. Una Procura che potrebbe trovarsi senza guida perché il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del Tar del Lazio che nel 2021 aveva già respinto il ricorso di Seccia. Secondo quest’ultimo, la decisione assunta dal Csm nel 2018 sarebbe stata inficiata “dalla sottovalutazione delle proprie esperienze di funzioni direttive inquirenti e i relativi risultati nella repressione del fenomeno di criminalità organizzata, in particolare la cosiddetta ‘mafia garganica’, illegittimamente pretermessa in chiave comparativa rispetto al controinteressato in ragione dell’esperienza vantata da quest’ultimo con riguardo al diverso fenomeno criminale della ’ndrangheta, presente nel territorio di competenza dell’ufficio di Procura oggetto dell’incarico”.

A differenza del Csm e del Tar del Lazio, i giudici amministrativi di secondo grado la pensano come Seccia. Per il Consiglio di Stato, infatti, la delibera con cui il Consiglio superiore della magistratura aveva nominato Bombardieri sarebbe “carente per non aver minimamente considerato l’esperienza del dottor Seccia nella trattazione dei procedimenti sui reati associativi, in cui il ricorrente ha svolto funzioni di coordinamento investigativo, in virtù dell’incarico di coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Bari”. Inoltre, ci sarebbe stata una “ingiustificata ed illogica prevalenza attribuita al dottor Bombardieri – è scritto nella sentenza – per la maggiore conoscenza del fenomeno criminale ‘ndranghetista. La sua collocazione geografica nel distretto di Reggio Calabria non vale infatti a giustificare sul piano normativo e del testo unico sulla dirigenza giudiziaria una preferenza sul piano attitudinale di un aspirante magistrato rispetto agli altri”.

Oggi sostituto pg della Cassazione, Domenico Seccia è stato anche pm della Dda di Bari e procuratore di Lucera. Ruoli direttivi che, però, non lo hanno mai portato a occuparsi di ‘ndrangheta a differenza di Bombardieri. Originario di Riace, nella Locride, quest’ultimo ha trascorso la sua carriera in uffici giudiziari più grandi, coordinando delicatissime inchieste contro la ‘ndrangheta. È stato procuratore aggiunto di Catanzaro, dove assieme al procuratore Nicola Gratteri ha coordinato la prima parte delle indagini che hanno poi portato al maxi-processo Rinascita Scott contro la cosca Mancuso e i colletti bianchi. Ha prestato, inoltre, servizio anche alla Dda di Roma e ancora prima è stato applicato alla Procura di Locri, alla Dda di Reggio Calabria e alla Procura generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria.

Da procuratore capo della città dello Stretto, Bombardieri ha coordinato le inchieste contro la ‘ndrangheta reggina. Su tutte le operazioni “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo Corso” da cui è scaturito il maxiprocesso Epicentro contro la cosca De Stefano di Archi e le altre famiglie mafiose di Reggio. Bombardieri non si è occupato solo di coppole e lupara. Con l’operazione “Eyphemos” è riuscito a far condannare, in primo grado, un senatore della Repubblica. Le sue inchieste non hanno risparmiato sindaci, consiglieri regionali e pezzi infedeli delle istituzioni. Altre ancora porteranno a sviluppi importanti che si vedranno solo nei prossimi mesi. Quattro anni di indagini e di processi istruiti. Ma per il Consiglio di Stato, il Csm avrebbe trascurato “le esperienze direttive di Seccia, di cui il Bombardieri è privo, per avere svolto solo funzioni semidirettive”.

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