Nella scuola di artiglieria dell’esercito tedesco di Idar-Oberstein è iniziato l’addestramento del primo contingente di una ventina di soldati ucraini sui sistemi di artiglieria Panzerhaubitzen 2000. Guida, sparo e risoluzione di intoppi di funzionamento, in moduli di 43 giorni, riducibili in base alle cognizioni già possedute. Il futuro equipaggio ed i tecnici ucraini sono arrivati in Renania-Palatinato martedì con un aereo da trasporto delle Bundeswehr partito dalla Polonia. Dopo che i soldati avranno imparato, la Germania consegnerà all’Ucraina 7 blindati di artiglieria PzH2000 ripristinati che non sono in uso alle truppe; in coordinamento con l’Olanda, che a sua volta ha deciso di dare a Kiev altri 5 PzH2000. Gli Usa stanno già addestrando in Germania 50/60 soldati ucraini divisi in gruppi a Grafenwöhr in Baviera all’impiego di sistemi di artiglieria. Tra l’altro al corazzato inglese M777.

Il Bundestag aveva approvato il 28 aprile la consegna di armi pesanti all’Ucraina con 586 voti a favore, 100 contrari e 7 astensioni. Un rapporto precedente di 12 pagine dei servizi legali del Bundestag, datato 16 marzo, aveva indicato che per il diritto internazionale la sola consegna di armi non implica un ingresso in guerra, ma l’addestramento di soldati ucraini potrebbe infrangere la non belligeranza. Sia il portavoce della Cancelleria Steffen Hebestreit che la ministra della Difesa Christine Lambrecht hanno però escluso che il solo addestramento costituisca un ingresso in guerra. Il politico della Cdu ed ex collonello Roderich Kiesewetter ha addirittura indicato che in base all’articolo 51 della Carta della Nazioni Unite sul diritto di autodifesa la Germania non diventerebbe parte in conflitto neppure se inviasse dei militari in Ucraina a fronte di una richiesta di intervento, circostanza comunque esclusa dalla stessa Lambrecht.

Prodotti da Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall, l’esercito tedesco ha esso stesso ufficialmente come standard di artiglieria 119 PzH2000, ma solo 40 pronti all’impiego. Pur avendo oltre dieci anni, figurano tra i sistemi più moderni e sono stati impiegati anche in Afghanistan. La Svizzera per neutralità ha rifiutato di fornire i proiettili, che sono stati recuperati dal Brasile. Ogni mezzo ne porta 60 di 155mm ai quali il cannone assicura una gittata normale di 30 km, che arriva a 40 km – alcune fonti dicono fino a 56km – con munizioni speciali, con una frequenza di tiro da 3 colpi in 10 secondi e fino a 20 in 2 minuti (poi cala per evitare surriscaldamenti). Possono anche esplodere una serie da 5 a 6 proiettili in cui il primo con un’orbita più elevata ed i successivi via via più bassa in modo da cadere insieme a colpire l’obiettivo contemporaneamente. L’avversario può identificare il punto di lancio ma il mezzo può muoversi autonomamente evitando di essere annientato. Il motore da 1000 cavalli permette di spostarne le 57 tonnellate più l’equipaggio di 5 persone fino a 60km/h. Blindati di serie contro schegge di granate di fanteria, possono anche essere corazzati in modo più pesante.

La Germania si è impegnata a dare all’Ucraina anche una cinquantina di blindati antiaerei Gepard, la titolare della difesa ha però specificato che in questo caso la formazione sarà affidata all’industria bellica che li riadatta e non all’esercito. In un’intervista, pubblicata martedì dalla Süddeutsche Zeitung, l’amministratore delegato della Rheinmetall Armin Papperger ha indicato che se ci sarà il via libera del governo il suo gruppo può consegnare all’Ucraina anche dei Marder entro tre settimane. Il ministero della difesa aveva chiesto all’azienda la disponibilità di magazzino in rapida consegna, ottenendo una lista con 66 voci tra cui Leopard 1 e Marder ricomprati dalla Bundeswehr. Da un mese l’industria ha cominciato a ripristinare un centinaio di questi ultimi. Papperger assicura che la fila dei Paesi che hanno presentato richiesta è lunga. Berlino potrebbe decidere di impiegare i Marder in una triangolazione con Paesi dell’Europa orientale, che poi fornirebbero materiale proprio all’Ucraina.

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