L'agguato è avvenuto a Baru, a sud della città colombiana di Cartagena. L'agguato, che ha causato almeno quattro feriti, è considerato opera di sicari e connesso al traffico di droga. Il procuratore, origini italiane, stava indagando su diversi "casi di alto profilo in Paraguay" e si era occupato anche dell'infiltrazione della 'ndrangheta nel paese sudamericano. C'è l'identikit di uno dei sicari: alto 174 centimetri, accento caraibico
Sono arrivati a bordo di una moto d’acqua. Panama in testa e pistole in mano. Lo hanno ucciso mentre passeggiava sulla spiaggia di Baru, a sud della città colombiana di Cartagena, Marcello Pecci, procuratore antimafia del Paraguay, uno dei maggiori nemici dei cartelli del narcotraffico e recentemente in prima fila per ricostruire anche l’infiltrazione della ‘ndrangheta nei traffici illeciti del Paese sudamericano. Lo hanno ucciso mentre era in luna di miele con sua moglie, la giornalista Claudia Aguilera, accanto a lui sulla sabbia del resort quando il commando è arrivato dal mare.
Il suo ultimo post sui social media, ore prima dell’attacco, era una foto di entrambi con un paio di scarpe da bambino insieme al messaggio: “Il miglior regalo di nozze… la vita che si avvicina che è una testimonianza dell’amore più dolce”. L’agguato, che ha causato almeno quattro feriti, è considerato opera di sicari e connesso al traffico di droga. Le autorità di Colombia e Paraguay hanno già avviato un’indagine per scoprire chi è il responsabile dell’omicidio di Pecci, origini italiane, e hanno chiesto il supporto di funzionari statunitensi per chiarire i fatti. Il direttore della polizia nazionale colombiana, Jorge Vargas, ha annunciato di aver elevato a due miliardi di pesos – oltre 460.000 euro – la taglia che sarà versata a chi offrirà informazioni utili a catturare i killer del pm antidroga. Vargas ha anche precisato che la polizia dispone dell’identikit di uno dei sicari: alto circa 1,74 metri, aveva un accento caraibico non colombiano e portava un cappello tipo Panama.