L’ordinanza del Gip di Napoli e le informative dei carabinieri del nucleo investigativo di Aversa raccontano intrecci e legami di Orsi con ambienti di camorra, uomini di affari poco limpidi, pezzi di politica varia. Che sul Cira, ente pubblico controllato dal Cnr e, come socio di minoranza, dalla Regione Campania, ha sempre preteso l’ultima parola
C’è un mondo di mezzo che gravita intorno al Cira di Capua. Quel mondo ha un sole: Sergio Orsi, l’uomo delle ecomafie nel casertano, recentemente finito di nuovo in carcere, stavolta con l’accusa di aver turbato le gare e di aver favorito gli interessi del clan dei Casalesi negli appalti del centro aerospaziale. L’ordinanza del Gip di Napoli e le informative dei carabinieri del nucleo investigativo di Aversa raccontano intrecci e legami di Orsi con ambienti di camorra, uomini di affari poco limpidi, pezzi di politica varia. Che sul Cira, ente pubblico controllato dal Cnr e, come socio di minoranza, dalla Regione Campania, ha sempre preteso l’ultima parola.
Ed allora inquietano le conversazioni tra Orsi ed il faccendiere Antonio Fago, messo ai domiciliari, ex democristiano, una sfilza di precedenti penali per reati gravi, che i carabinieri annotano con diligenza per presentare il personaggio. Fago è ritenuto l’anello di collegamento tra Orsi e Carlo Russo, direttore amministrativo del Cira, che secondo le accuse della Dda di Napoli guidata da Giovanni Melillo era un ingranaggio fondamentale della macchina che truccava le assegnazioni. “Carlo ti darà tutti gli appalti, altrimenti non solo non diventerà presidente ma lo faccio togliere anche da direttore amministrativo, lo mando a zappare la terra”, dice Fago a Orsi.
I carabinieri riassumono così mesi di intercettazioni e appostamenti: “Fago ha garantito per l’una e l’altra parte (Orsi e il Cira, ndr) dietro corresponsione di denaro anche a suo favore, che fossero rispettate le promesse concordate. In tale ottica, veniva riscontrata da una parte la raccomandazione di Riccardo Filomena, figlio di Vincenzo (quest’ultimo lavora nell’ufficio tecnico del Cira, anche lui ai domiciliari, ndr), per superare un concorso nell’Aeronautica militare e dall’altra la promozione tanto ambita da Russo al ruolo di direttore generale all’interno della Cira attraverso l’ex onorevole Angelo Sanza, vicepresidente del Partito politico Centro Democratico di Bruno Tabacci. Proprio in merito a Russo, Fago, nel tranquillizzare Orsi sulle varie aggiudicazioni, prospettava l’idea di mandarlo “a zappare la terra” qualora il dirigente non avesse rispettato gli accordi del “pactum sceleris“.
Ma Orsi guardava tutto il campo di gioco. Se tanti anni fa lo ricordavamo come uomo di fiducia del leader di Forza Italia Nicola Cosentino in Eco4, la società pubblica simbolo dei rapporti tra clan, politica e imprese dei rifiuti, ecco che in tempi molto più recenti recenti l’imprenditore casertano avrebbe provato a rivolgersi a politici vicini ad Italia Viva e all’assessore regionale renziano Nicola Caputo (estraneo alle indagini, ndr), per diversificare i suoi affari. Le carte allegate all’arresto raccontano i contatti tra Orsi e Giovanni Cusano, coordinatore delle campagne elettorali locali dei renziani, “vicino al governatore Vincenzo De Luca e molto amico di Caputo”, scrivono i carabinieri che stampano una foto di Cusano e De Luca insieme, scattata all’interno di un hotel gestito da Cusano.
Orsi e Cusano sono intercettati e pedinati insieme ad altri soggetti, tra cui l’ex consigliere comunale di Trentola Ducenta Amedeo Grassìa, mentre ragionano del progetto di un centro revisioni auto da realizzare in un terreno di Villa Literno, confiscato dopo la sentenza Spartacus ed intestato al ministero delle politiche agricole e quindi, secondo gli investigatori, recuperabile in qualche modo attraverso l’assessorato regionale di Caputo. “Sono state accertate le assidue frequentazioni di Cusano degli uffici dell’assessorato regionale all’agricoltura”, si legge nell’informativa.
Sul terreno confiscato si trova un bene abbandonato “già sede di un’azienda produttrice di inerti e riconducibile a una famiglia di San Cipriano promanazione del clan dei Casalesi”. Grassia è l’uomo che avrebbe fatto da messaggero tra Orsi e un altro funzionario del Cira indagato, il geometra Francesco Pirozzi. Nell’autunno 2020 Grassia si reca da Cusano a Santa Maria la Strada. In auto ci sono Sergio Orsi con Agostino e Luca Iovine. Oggetto del viaggio e dell’incontro con Cusano, il centro di revisioni d’auto. Tema che torna di attualità durante una cena in un ristorante di Sant’Angelo. La persona intercettata col trojan, Amedeo Grassi, però lascia prima il cellulare in auto. Non si sa cosa si siano detti i commensali. Dalle conversazioni successive si capirà che a tavola c’erano tutti, Orsi e Cusano compresi. Poi ci saranno incontri con i dirigenti dell’Utc di Villa Literno, ma del progetto non se ne farà nulla.