La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa
Leggerezza. Le Domeniche Bestiali sono anche questo: distanti dall’aria greve ed esasperata del calcio che conta. E così un pallone in tribuna diventa essenziale, altro che estetica, e un panino con la frittata sugli spalti di un “vecchio comunale” qualsiasi un ben di Dio, altro che gourmet. Ma è sempre così? Vedremo: tra leggerezze fisiche che regalano campi dove la terra battuta è un lontano ricordo e mani leggere che ingabbiano avversari. Leggerezze verbali di penne che scivolano come stopper di Terza categoria sugli stinchi degli avversari e di piedini delicati di calciatrici sudamericane.
CERIGNOLA RAPIDS
La vecchia e cara terra battuta quando pioveva forte regalava pozzanghere simili a piscine, che spesso duravano fino ai primi caldi, sporcizia ai calciatori che quando tornavano a casa dovevano vedersela con la polizia poiché non riconosciuti da madri o mogli (o dovevano chiamare la polizia quando il contenuto della borsa veniva esposto) e divertimento generale. Il sintetico pure di più: basta vedere quel che è accaduto a Cerignola, dove dopo un nubifragio l’acqua si è infilata sotto il tappeto, gonfiandolo stile materasso. Qualche giocatore si è divertito pure a saltarci su: mogli e mamme di più a non dover lavare i panni sporchi di fango, la polizia ancora di più per non essere stata chiamata.
(FIGLI) DI MANO IGNOTA
Per festeggiare che si fa? Si chiudono gli avversari nello spogliatoio! Con mano leggera e senza che alcuno se ne accorga, basta girare una chiave. Per questo il Ligorna 1922, società genovese, è stata multata di 100 euro dopo la partita dell’under 15 regionale: “Per il fatto di ignoto soggetto, riconducibile alla società, che, al termine della gara chiudeva a chiave gli ospiti all’interno del loro spogliatoio”.
MADAME
Quante volte, magari dopo le solite angherie subite, un direttore di gara avrà avuto la tentazione di cambiare mestiere? Anche perché il calcio è calcio, maschile o femminile che sia, come dimostra anche quel che è accaduto in Ecuador. Durante il match tra Club Deportivo Leones del Norte e Club Nanas è scattata la contestazione per l’arbitro: una delle calciatrici, Shirley Caicedo, prima gli ha scagliato un pallone contro, e una volta espulsa gli ha tirato un calcio proprio lì dove fa più male.
STILE COTICO
Un capolavoro verbale quello che arriva dalla Promozione Lombarda, con le motivazioni della multa affibbiata al Meda 1913: “A fine gara persona qualificatasi quale Presidente ma non personalmente identificato dall’arbitro, si recava indebitamente nello spogliatoio significando al direttore di essere Lui colui che lo aveva afferrato per il collo in tal modo cercando di sviare l’arbitro in ordine alla responsabilità di un calciatore. Avendone risposta negativa offendeva pesantemente e ripetutamente il direttore di gara provocandolo al fine di farlo reagire; infine lo colpiva con uno schiaffetto all’orecchio destro”. Proprio lui, colui il quale veniva a significare: nientedimeno?