Televisione

Eurovision 2022, chi è l’uomo che ha portato il festival su RaiUno? Andrea Fabiano racconta: “Lo spartiacque è stata la vittoria di Gabbani a Sanremo”. Ecco perché

FqMagazine ha incontrato chi ebbe l'intuizione nel 2016 di portare il grande evento internazionale sulla prima rete Rai. La finale infatti andò in onda per la prima volta nel 2016 su Rai Uno con un debutto di 3.300.000 telespettatori e 16,94% di share. “Negli anni la Rai ha saputo creare attesa per questo evento facendo perno anche su Sanremo, fino ai risultati di oggi”, ha detto Fabiano

Sono stati 5 milioni 507 mila, con uno share del 27 per cento, i telespettatori che hanno seguito in diretta su Rai1 – dalle 20.58 alle 23.13 – la prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2022. Nel target 15-24 anni il dato di share è stato del 43.3%. Ma di chi è stata l’intuizione di portare su Rai Uno l’evento internazionale? FqMagazine ha contattato l’ex direttore di Rai Uno che ha avuto una strana e poi fortunata idea nel 2015: Andrea Fabiano. La finale infatti andò in onda per la prima volta nel 2016 su Rai Uno con un debutto di 3.300.000 telespettatori e 16,94% di share.

Come nacque quell’idea?
Era il 2015 ed ero il vice direttore Rai Uno, all’epoca il direttore Leone stava lavorando al piano dei palinsesti del 2016 pensando di inserire un grande evento al mese da settembre in poi. Gli proposi di arricchire il cartellone con quello che secondo me era un grande evento importante: Eurovision Song Contest.

E ha accettato subito?
Sì. Era entusiasta all’idea ed è iniziata l’avventura. Sino ad allora andava in onda su Rai Due, ma i tempi erano maturi per il salto. L’obiettivo, per iniziare, era la Finale su Rai Uno e le due Semifinali su Rai4.

Cosa è accaduto nei mesi successivi?
A febbraio 2016 vengo nominato direttore di Rai Uno e mi sono rimboccato le maniche. Il vero spartiacque per la Finale su Rai Uno è stato il 2017 con la vittoria di Gabbani con ‘Occidentali’s Karma’ al Festival di Sanremo di Carlo Conti. L’artista accettò di rappresentare l’Italia e ci siamo mossi in quella direzione.

In che modo avete lavorato per il grande evento su Rai Uno?
In squadra abbiamo lavorato con Claudio Fasulo, che aveva già gestito l’organizzazione del 2016, e Nicola Caligiore a capo della delegazione italiana all’Eurovision. Abbiamo giocato una partita importante con il lancio poderoso della partecipazione di Gabbani per creare hype attorno alla marcia di avvicinamento del grande evento e creare alla base il tifo italiano.

Qual era l’obiettivo?
Riportare l’attenzione e il focus al centro degli italiani. Fare affezionare all’evento il pubblico generalista. Era una grande occasione.

Quali temi avete usato per la campagna di “lancio” di Eurovision su Rai Uno?
La presenza della grande musica, di uno spettacolo magnifico con coreografie importanti. La dimensione corale, il concetto di identità e di apertura nei confronti degli altri Paesi europei. Una funzione di stimolo sociale. Solo la Rai avrebbe potuto farcela a trasmettere questi valori.

Missione riuscita?
Direi di sì, a vedere anche dagli ascolti. I direttori che si sono avvicendati hanno coltivato – e bene – questa idea.

I dati di ascolto della prima Semifinale ti hanno sorpreso?
Hanno sorpreso molti perché non c’era alcun tipo di precedente e nessun termine di paragone. Io, personalmente, non avevo grandi dubbi.

Perché?
Perché solo la Rai riesce a costruire così bene un evento. Dai social a tutti gli altri media. Dall’organizzazione agli investimenti.

Quanto ha aiutato il Festival di Sanremo a creare interesse attorno a Eurovision?
Sono due mondi che appartengono alla stessa costellazione e sono sempre più connessi. È stato fatto un lavoro molto importante con Carlo Conti, Claudio Baglioni fino ad arrivare ad Amadeus, ossia la ricerca di una forte sintonia con la musica italiana attuale di qualsiasi tipo. Questo ha dato una grande spinta e forza alla nuova musica italiana mettendo in scena tanti artisti promettenti e di talento. È la perfetta premessa per costruire un ponte di collegamento con Eurovision.

Da fan di Eurovision per chi tifi?
Ovviamente per l’Italia con Mahmood e Blanco, secondo me saremo ben messi in classifica. Però ci sono altri cinque Paesi abbastanza agguerriti e tra questi c’è sicuramente l’Ucraina. Al di là della contingenza della guerra la Kalush Orchestra ha fatto una esibizione sul palco spettacolare.