Intanto i flussi di gas russo verso l'Italia sono anche oggi su valori di 30-40% al di sotto della capacità, a circa 1,4 milioni di metricubi/ora. In tempi normali al Tarvisio si raggiungono anche 3 milioni di metri cubi ora. "Il tetto del prezzo del gas? L'Arera ha in mano i contratti da più di un mese, e non sappiamo ancora nulla". Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi sulla necessità di fermare l’aumento di costi dell’energia
Il colosso russo Gazprom smetterà di utilizzare un gasdotto chiave per il transito del gas attraverso la Polonia: lo ha annunciato la società controllata dal Cremlino. Dalla Polonia passa la condotta Yamal che attraversa anche la Bielorussia dove si dirama verso Germania e Ucraina. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, media finlandesi sostengono che da domani Mosca potrebbe interrompere le fornitura di gas alla Finlandia dopo che Helsinki ha annunciato che farà richiesta di adesione alla Nato il prima possibile. Al momento la quasi totalità del gas utilizzato in Finlandia proviene dalla Russia, il paese fa però un uso di gas piuttosto modesto, utilizzando soprattutto energie rinnovabili e nucleare.
L’annuncio dell’interruzione dei flussi attraverso la Polonia è uno degli elementi delle contro sanzioni varate da Mosca. Al centro di queste misure c’è la fine dei rapporti con le ex controllate europee di Gazprom nazionalizzate dai paesi dove avevano sede dopo l’inizi della guerra. Tra queste anche Gazprom Germania. Dopo la comunicazione il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, riferimento per gli scambi europei, è balzato a 115 euro per megawatt/ora. L’Ue intanto ha deciso che verrà introdotto un tetto al prezzo solo in caso di emergenza, ovvero di interruzione improvvisa dell’erogazione di metano russo. L’introduzione di un tetto comune ai pressi pagati alla Russia è stato chiesto con insistenza dal governo italiano. “Nel caso di un’interruzione improvvisa totale o parziale delle forniture di gas russo, i Paesi europei dovrebbero procedere con un “razionamento coordinato” sulla base del principio di solidarietà, aggiunge la Commissione europea nella bozza del piano RePowerEu che sarà presentato mercoledì 18 maggio. Per principio di solidarietà, spiega l’esecutivo comunitario, si intende “una riduzione della domanda di gas negli Stati membri meno colpiti a vantaggio di quelli più colpiti”. La Commissione stima che i prezzi dell’energia rimarranno elevati per il resto del 2022 e, anche se in misura minore, fino al 2024-2025.
Mosca sta usando l’energia come “un’arma”, ha detto il ministro dell’Economia e del Clima tedesco Robert Habeck in una dichiarazione sulle contro-sanzioni di Mosca. “Perdiamo 10 milioni di metri cubici di gas, ma sono compensabili”, ha affermato. “Non portiamo il piano di emergenza sul gas al livello di allarme, ma la situazione può peggiorare e manteniamo alta l’attenzione”, gha aggiunto Habeck. “Risparmiare, risparmiare, risparmiare. Questa è la priorità assoluta del momento. I depositi devono essere pieni entro l’inverno, altrimenti saremo in una situazione di forte ricattabilità”, ha concluso.
Intanto i flussi di gas russo verso l’Italia sono anche oggi su valori di 30-40% al di sotto della capacità, a circa 1,4 milioni di metricubi/ora. In tempi normali al Tarvisio si raggiungono anche 3 milioni di metri cubi ora. Martedì scorso l’Ucraina ha comunicato l’interruzione di alcune condotte che attraversano il paese per ragioni legate alla guerra, prospettando la possibilità di assicurare la regolarità delle forniture dirottando il gas su altre pipeline. La russa Gazprom, che estrae e invia il gas in Europa, ha escluso la percorribilità di questa soluzione affermando che i flussi si sarebbero ridotti di un terzo. Secondo alcune letture Kiev avrebbe deciso di utilizzare a sua volta l'”arma” del gas per fare pressioni su Ue e Russia. “L’Ucraina non riaprirà la rotta di transito del gas Sokhranovka dalla Russia all’Europa fino a quando Kiev non avrà ottenuto il pieno controllo del suo sistema di gasdotti”, ha detto il responsabile dell’operatore ucraino Gtsou. Il rallentamento dei flussi arriva mentre l’Italia, come gli altri paesi, sta ricostituendo le riserve che servono per affrontare l’inverno. Al momento il livello dello stoccaggio italiano è al 42% circa della capacità, serve arrivare al 90% per affrontare la stagione fredda in tranquillità.
Questa mattina Snam (la società al 31% del Tesoro che gestisce la rete italiana) ha comunicato che i flussi dalla Russia “al momento continuano senza interruzioni” sottolineando come “l’incertezza e il timore di possibili implicazioni sul fronte degli approvvigionamenti hanno innescato una significativa crescita dei prezzi del gas e del petrolio“. La questione riguarda anche le modalità del pagamento del gas. Mosca ha chiesto ai clienti europei di aderire ad uno schema che prevede l’apertura di un doppio conto presso Gazprombank, uno in dollari/euro e uno in rubli. I clienti pagano in euro o dollari, Gazprombank li converte in rubli presso la banca centrale russa per depositarli sul secondo conto. E’ un modo per Mosca per assicurarsi valuta straniera senza che venga bloccata. I governi europei, a cominciare da quello italiano, hanno chiesto a Bruxelles di chiare se sia possibile o meno adottare questo sistema dopo che Bulgaria e Polonia, entrambi paesi che usano poco gas, hanno subito il blocco delle export di Mosca per non aver aderito a questo schema.
Nella seconda metà di maggio è prevista per Eni la scadenza di un pagamento della fornitura di gas ma non risulta che il gruppo energetico italiano abbia ancora avviato l’iter per l’apertura dei due conti. Ieri il premier Mario Draghi dagli Stati Uniti aveva affermato che “non c’è nessuna dichiarazione ufficiale che i pagamenti in rubli violino le sanzioni, quindi è una zona grigia“, ricordando che “il più grande importatore, la Germania, ha già pagato in rubli e la maggior parte degli importatori di gas hanno già aperto conti in rubli”.
“Il tetto del prezzo del gas? L’Arera ha in mano i contratti da più di un mese, e non sappiamo ancora nulla”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi sulla necessità di fermare l’aumento di costi dell’energia. “Portogallo e Spagna lo hanno fatto – ha aggiunto Bonomi. “Siamo convinti che ci sia speculazione che chi importa gas lo fa in base a contratti pluriennali, prezzi ben stabiliti La realtà è che famiglie ed imprese stanno pagando un extra-bolletta, che è stimata dal Governo, guardando il Def, in qualcosa come 40 miliardi in sei mesi. Credo che non possiamo andare avanti così”.