Abramovic e la Callas, addestrate ad avere talento fin dall’infanzia da madri dominatrici. Virginia Woolf parla di una “stanza per sé” dove ogni donna possa artisticamente esprimersi. Marina Abramovic mette in scena sette “rooms”, sette spazi, concentrandosi su ciascuna delle morti “sul palco” della Callas che di volta in volta è Carmen, Floria Tosca, Desdemona, Lucia, Norma, Cio-Cio-San, Violetta Valery. E alla fine interpreterà la vera morte del soprano più famoso del mondo, avvenuta a Parigi nel 1977. Morta di crepacuore o di troppo amore.
Delle “7 deaths of Maria Callas” Marina Abramovic, pioniera della performance art e artista trasversale tra le più influenti nel panorama internazionale, è autrice, interprete, regista e scenografa. Di grande effetto i contributi video di un intenso William Dafoe e i costumi disegnati da Riccardo Tisci. E poi c’è quel fil rouge che lega non solo artisticamente la Abramovic e la Callas: “Avevo14 anni sedevo nella cucina di mia nonna che aveva sempre la radio accesa ad un certo punto ascolto una voce: ricordo di essermi alzata in piedi ed essermi messa a piangere. Non avevo idea di chi fosse quella voce, era una voce di donna e lo speaker disse che si trattava di Maria Callas. Più avanti ho trovato tante similarità tra la mia vita e quella della Callas. Entrambe abbiamo avuto madri forti, estremamente ambiziose, che un po’ ci hanno rubato l’infanzia spingendoci verso la nostra carriera. E poi il suo grande sentimento per Onassis, fu per lei amore assoluto”. Ha continuato ad amarlo anche quando lui la piantò per sposare Jacqueline Kenendy. “Nella mia vita è successo qualcosa di simile, il mio lavoro mi ha salvata”, conclude Marian. Per questo l’Abramovic ha voluto rendere questo omaggio alla Callas morta a soli 53 anni tragicamente come gran parte delle protagoniste delle opere da lei cantate.
“Con 7 Deaths of Maria Callas – afferma il direttore generale Emmanuela Spedaliere – si rinnova il forte legame tra il Teatro San Carlo e l’arte contemporanea. Da Rauschenberg fino a Kiefer passando per Paladino, le collaborazioni tra artisti, drammaturghi, compositori e coreografi di ogni tempo hanno segnato le stagioni più brillanti dal ‘900 ad oggi rendendo unica la nostra storia teatrale”. Dal 13 al 15 maggio, doppio spettacolo, anche pomeridiano, tre giorni da sold out.