Bruciato ancora prima di arrivare al voto. Il candidato 5 stelle per la presidenza della commissione Esteri Gianluca Ferrara ha deciso di ritirarsi dalla corsa. “Nel rispetto dei valori del M5s che non brama a poltrone e per il bene della mia forza politica”, ha dichiarato in una nota, “data la macchina del fango che si è messa in moto nei miei confronti, scelgo di non candidarmi a presidente della commissione Affari Esteri del Senato. Continuerò a svolgere il mio lavoro in Commissione con correttezza e senso di responsabilità come ho fatto in questi anni”.
Ferrara, eletto nel 2018 nella circoscrizione Toscana e già capogruppo M5s in commissione Esteri, era stato indicato ieri sera dai 5 stelle come sostituto di Vito Petrocelli. E in un primo momento aveva ottenuto anche il via libera del Partito democratico. Ma la sua candidatura è durata meno di 24 ore. Le polemiche sono iniziate immediatamente e hanno preso di mira alcune prese di posizione passate di Ferrara. In particolare alcuni post su Facebook, rilanciati dall’agenzia Adnkronos, e che risalivano a quando ancora non era stato eletto. Nel 2017 ad esempio, definiva i presidenti Usa da Carter a Obama come “i peggiori terroristi che il mondo ha ospitato negli ultimi 100 anni”; ad aprile dello stesso anno poi parlava di “ipocrisia criminale” degli Stati Uniti in Siria. In un post risalente al 2017, puntava il dito contro l’espansionismo dell’Alleanza atlantica verso Est. Sempre nel 2016 l’esponente M5s – che è anche autore del saggio “L’impero del male: i crimini nascosti da Truman a Trump” – ha firmato un intervento contro la permanenza dell’Italia nell’Alleanza atlantica. Il 17 giugno 2019, già da senatore, ha invece pubblicato un video girato nella “mitica” Piazza Rossa a Mosca, nell’ambito di una missione organizzata dalla commissione Esteri del Senato in terra russa. In quel caso parlo dello “stop sanzioni alla Russia che danneggiano le nostre piccole e medie aziende”.
E’ questa la “macchina del fango” che viene messa sotto accusa da Ferrara. Il dubbio sollevato però da alcuni M5s è che si sia trattato di fuoco amico. “Tutti sapevano che Ferrara sarebbe stato inevitabilmente bruciato per i suoi trascorsi”, ha raccontato un senatore 5 stelle a LaPresse, “ma in realtà vogliono spianare la strada come presidente a Ettore Licheri, voluto da Giuseppe Conte”. Ricostruzione che viene confermata anche da altre fonti di maggioranza. Tra la buvette e l’aula di palazzo Madama, molti senatori concordano sul “fuoco amico” dei cinquestelle che ha di fatto impallinato la candidatura di Ferrara per il dopo-Petrocelli. “Fatto fuori un candidato naturale, ma imbarazzante per le sue posizioni, la partita sarà tra il contiano Licheri e la dimaiana Nocerino”, ha detto un senatore di centrodestra sempre a LaPresse, mettendo però in dubbio il fatto che la presidenza resti certamente in mano al Movimento: “Chi l’ha detto che spetta a loro?”. Anche questo non è scontato, a sentire gli stessi 5 stelle. Il M5s dovrebbe confermare tutti i commissari uscenti (Ferrara, Nocerino e Taverna) a cui vanno aggiunti i sostituti di Petrocelli e Alberto Airola (che passerà ad altra commissione): uno dovrebbe essere Licheri mentre sull’altro nome c’è ancora incertezza.