“La conferenza stampa di Draghi dopo l’incontro con Joe Biden? Non è che basta citare la parola ‘negoziato’ per cambiare la linea di un Paese. Non si può curare il diabete con la millefoglie, non si può agevolare la pace continuando a mandare armi a uno dei due contendenti, trascurando il fatto che per la nostra Costituzione non potevamo mandarle nemmeno per difendere un Paese non alleato e quindi figuriamoci per lo scopo offensivo che si propongono americani e inglesi. Questo è il tema fondamentale”. Così, a “Otto e mezzo” (La7), il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la conferenza stampa tenuta ieri a Washington dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo il suo colloquio col presidente degli Usa, Joe Biden.
Travaglio definisce “fumosa” la conferenza stampa di Draghi (“ha cercato di tenere insieme tutte le posizioni che evidentemente insieme non stanno più”) e spiega: “Bisogna vedere che cosa farà in concreto l’Italia e se è vero se è così coordinata con Macron e con gli altri leader europei per portare la Russia e l’Ucraina al tavolo. È evidente che non le può portare al tavolo un Paese che continua a riempire di armi uno dei due contendenti, e cioè l’Ucraina. Dato che gli Usa stanno mandando una montagna di armi – continua – bisognerebbe cominciare a domandarsi se non sia il caso che l’Europa lasci fare il lavoro sporco agli americani e si inizi a prendere una linea diversa, e cioè smettere di rifornire di armi l’Ucraina, che ne è già strapiena. Tra un po’ ci saranno problemi di traffico per parcheggiare tutti i carri armati che mandiamo, senza poi capire chi utilizzerà tutte quelle armi, visto che c’è un problema di uomini da quelle parti. Bisognerebbe, insomma, proporsi come mediatori”.
Il direttore del Fatto, infine, ricorda che Draghi è ormai assente dal Parlamento da due mesi ed esprime il suo auspicio: “Spero che prima o poi vedremo Draghi in Parlamento e che tutti i politici, oggi costretti a parlare, per strada o sotto casa , di una questione che si chiama ‘terza guerra mondiale latente’, in grado di scoppiare al primo incidente ovunque e in qualsiasi momento, si ritrovino nella culla della democrazia ad affrontare questo tema. Cioè che cosa stiamo facendo, a quale scopo continuiamo a mandare le armi, e se questo è compatibile col proposito dichiarato oggi dal nostro presidente del Consiglio. Non credo che si risolva tutto con una conferenza stampa”.