Gratteri non si tocca”. Circa 250 persone si sono ritrovate stamattina a Catanzaro, nella piazza di fronte alla procura della Repubblica. È la “scorta civica” di Nicola Gratteri che ha organizzato un sit-in per il magistrato dopo la notizia che la ‘ndrangheta sta progettando un attentato nei suoi confronti mediante un ordigno collegato a un telecomando. La segnalazione è arrivata ai servizi segreti italiani dall’Fbi che avrebbe ascoltato un’intercettazione in cui esponenti mafiosi legati alle cosche calabresi parlavano di un attentato che si sarebbe dovuto consumare lungo il tragitto che collega l’abitazione del magistrato al suo ufficio.

A Gratteri è stata intensificata la scorta, aggiungendo altre tre autovetture blindate (in tutto sono cinque) una delle quali munita di “bomb jammer” per inibire, al passaggio di Gratteri e degli agenti che lo tutelano, le frequenze gsm e tutte le altre utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari. Oltre a mettere sotto protezione i suoi familiari, è stata aumentata la scorta che già aveva. Adesso è accompagnato anche da diversi agenti dei Nocs, il Nucleo operativo centrale di Sicurezza della polizia di stato.

In piazza c’era don Pino De Masi di Libera. “Siamo nel 2022 e siamo a 40 anni dalla morte di Pio La Torre e di Dalla Chiesa. – ha affermato – Più volte l’abbiamo detto: loro sono morti perché noi non siamo stati vivi. Noi oggi siamo qui perché vogliamo essere vivi. Essere vivi accanto al dottore Gratteri”.

Il sit-in è stato organizzato a pochi giorni non solo dalle minacce, ma anche dalla bocciatura del Csm che ha scartato Gratteri per la nomina a capo della Dna, direzione nazionale antimafia. Se per De Masi, “è la storia che si ripete” perché “si cerca di destabilizzare le persone maggiormente impegnate”, secondo il sindaco di Crotone Vincenzo Voce “le persone che fanno evidentemente sono scomode”.

Ancora più duro il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra per il quale “quel Csm, che è nato da quegli accordi per cui Palamara ha pagato, doveva essere azzerato”. “E questa è una domanda – sottolinea ancora Morra – che in tanti hanno rivolto al presidente del Csm senza ottenere risposta”.

Il procuratore Gratteri non è sceso in piazza. È rimasto sempre nella sua stanza a lavorare: “Ringrazio sempre tutti quelli che manifestano solidarietà al mio ufficio, a me e ai giovani colleghi che ogni giorno fanno indagini e si impegnano e vanno in sette tribunali a sostenere l’accusa. – ha affermato – È segno che la gente ha voglia di cambiamento. È segno che la gente non è masochista e non ha voglia di mafie”.

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