La vicenda legale è poca cosa sotto il profilo dell’interesse per il grande pubblico. E’ una bega quasi privata. Però fa accendere i riflettori per la notorietà dei due protagonisti. E per le loro differenze caratteriali e nello stile di vita. Gianluca e Bernardo sono infatti l’uno all’opposto dell’altro. Il giorno e la notte, il bianco e il nero
Stavolta niente ballo: Gianluca Vacchi ha ben poco da festeggiare. Lo scatenato influencer ha perso in tribunale. Ha perso una causa contro il fratello Bernardo e dovrà metter mano al portafogli: 200 mila euro per una vecchia vicenda di cyclette non pagate. Fratello contro fratello. Perché lo scontro riguarda infatti il periodo in cui i due Vacchi erano ancora soci in affari. Poi le loro strade si sono separate. Uno di qua e l’altro di là. Erano rimaste però alcune forniture non pagate, che i due si imputavano vicendevolmente. Ora il giudice ha deciso: toccherà a Gianluca liquidare il fornitore. E se non lo farà, la società del fratello “potrà sequestrare in via conservativa beni e diritti, per un successivo pignoramento, fino all’ammontare complessivo di 200 mila euro”.
La vicenda legale è poca cosa sotto il profilo dell’interesse per il grande pubblico. E’ una bega quasi privata. Però fa accendere i riflettori per la notorietà dei due protagonisti. E per le loro differenze caratteriali e nello stile di vita. Gianluca e Bernardo sono infatti l’uno all’opposto dell’altro. Il giorno e la notte, il bianco e il nero. Scatenato Gianluca. E’ proprio lui, il tatuato dj e influencer di 54 anni amico dei calciatori e delle modelle, che ha spopolato sui social network per la sua “dolce vita”. Non smette mai di promuovere i suoi viaggi a Cortina, a Porto Cervo e a Miami e accompagna le immagini di località da sogno con strampalati balletti. C’è a chi piace. Anzi: piace a molti. Tanto che si è guadagnato nel tempo un tesoro di 44 milioni (!) di follower.
Se la passa bene anche nelle soste tra un viaggetto e l’altro. Vive in una enorme villa con piscina, circondata da grandi giardini. E’ una dimora sui colli bolognesi (proprio quelli cantati dai Lunapop): una vera e propria reggia che lui presenta come “L’eremita”. Negli ultimi mesi ha aperto una catena di kebab, KebHouze. Prima a Milano, poi ne sono seguiti altri. Il più recente nei giorni passati a Genova. E nelle ultime ore ha presentato il suo nuovo progetto imprenditoriale. Dal prossimo 16 maggio sarà possibile attivare i nuovi abbonamenti al suo operatore telefonico. Si chiama Eliomobile e, lo dice lui, sarà diverso da tutti gli altri. Il “social media operator”, in grado di integrare innovazione, tecnologia e metaverso. E per il 25 maggio ha in scaletta su Prime Video, la televisione di Amazon, l’uscita mondiale del suo documentario, “Gianluca Vacchi: Mucho Más”.
Tutt’altra persona il fratello Bernardo. L’esatto opposto. Fa l’imprenditore e si tiene ben distante dai social. Non ama la pubblicità e conduce un’esistenza di assoluta riservatezza. Un tratto british, anche nei momenti caldi della corsa, sfumata, alla guida nazionale di Confindustria. Appassionato di caccia e di erboristeria, è presidente e ad di Ima spa, azienda di Ozzano leader nella produzione di macchine automatiche. Gli amici raccontano che alla mattina si alza alle 5.45. L’ora in cui, presumibilmente, il fratello va a letto dopo aver trascorso la nottata in una delle sue feste. E’ ovvio: due così non potevano andare facilmente d’accordo. Anzi: gli echi di screzi e dissapori erano già approdati ai media negli scorsi anni.
Con queste premesse la separazione delle loro strade ha portato anche qualche strascico. Figli di Marco Vacchi, patron della Ima, avevano in comune alcune società. Una doveva produrre delle cyclette con lampade a raggi infrarossi: abbronzarsi pedalando. La seconda avrebbe dovuto venderle, puntando sulla notorietà social di Gianluca, a palestre e centri sportivi. Poi ci si è messo anche il Covid a far andar tutto a rotoli. Le strade dei due si sono divise così come le due aziende: una a Bernardo, l’altra a Gianluca. Restava da sistemare la questione di quel pagamento: la fornitura di 200 mila euro di cyclette. Il giudice ha deciso: tocca a Gianluca.