Finalmente in Spagna riconoscono i dolori mestruali come fonte di invalidità temporanea per attribuire tre giorni di congedo. Infatti il segretario di Stato per la parità di genere Angela Rodriguez ha detto che “Se qualcuno ha una malattia con tali sintomi è concessa un’invalidità temporanea: lo stesso dovrebbe valere per il ciclo mestruale. Nella legge sono previste anche alcune misure per migliorare la salute delle donne durante il ciclo, come l’obbligo per le scuole di fornire assorbenti. Si punta inoltre a rimuovere l’Iva dal prezzo degli assorbenti, andando incontro alle richieste delle donne spagnole. Il governo spagnolo prevede inoltre di ampliare il diritto all’aborto, eliminando l’obbligo che prevede l’accompagnamento dei genitori per chi ha 16 o 17 anni”.
In Italia non solo la dismenorrea non è riconosciuta come fonte di invalidità ma gli assorbenti costano troppo con l’Iva al 22%. Come se si trattasse di articoli di lusso che le donne acquistano per un capriccio e non perché sono assolutamente necessari. La legge spagnola però parla anche d’altro ed è importante sottolinearlo. Se nelle nostre scuole fornissero assorbenti per le studentesse sarebbe una gran cosa. E se si evitasse l’obbligo per le ragazze di 16 o 17 anni di essere accompagnate dai genitori quando chiedono la pillola del giorno dopo o quando accedono all’aborto sarebbe magnifico.
L’Italia però è culturalmente indietro da ogni punto di vista e sfido i parlamentari a pronunciare la parola “mestruazioni” senza svenire o immaginare pozioni magiche dei tempi andati. Il pregiudizio è ancora grande e soprattutto l’Italia maschilista non ha voglia di destinare un soldo delle casse comuni ad una questione che è di primaria importanza e che aiuterebbe tante ad affrontare quei giorni senza sentirsi sporche, in colpa, o doloranti, piegate in due, mentre devono essere costrette a lavorare. Se poi pensiamo che in Italia ti licenziano se solo comunichi di essere incinta figuriamoci cosa penseranno i datori di lavoro sui tre giorni di congedo per mestruazioni.
L’Italia vive le mestruazioni come un tabù, parlarne sicuramente rovinerebbe la digestione dei parlamentari di destra più sensibili, concedere un riconoscimento alle donne mestruate diventerebbe il modo per aprire un vaso di Pandora che parla di diritti mai riconosciuti per le donne. Sarebbe utile perciò aggiungere alla sfilza di possibili proposte i corsi di educazione al rispetto dei generi nelle scuole facendo in modo che lo stigma sulle mestruazioni sia cancellato. Perché non si tratta di una colpa ma di una cosa che riguarda tutte le donne e dunque quasi la metà della popolazione.
Spero davvero che in Italia si accolgano le tante petizioni già fatte e presentate per togliere l’Iva che aggravano il costo degli assorbenti trattandoli come articoli di lusso. E spero sinceramente che tutte quante finalmente possano accedere a leggi come quella della Spagna senza dover ricorrere a manifestazioni in cui si mostra il sangue che ci rende donne. Soprattutto spero di non vedere mai più pubblicità di antidolorifici che trattano le donne come isteriche quando in realtà il sintomo più comune è depressivo. Il povero impiegato di sesso maschile che trova riparo dietro una scrivania temendo l’irascibilità della donna mestruata è quanto di più offensivo lo spot pubblicitario potesse mostrare. Spero che faremo a meno anche di questo e che i pubblicitari si aggiornino e si informino meglio prima di trattarci come mestruate arrabbiate.
Foto in evidenza: il Movimento “Sangue Mestruale” in Spagna