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Il papà di Michele Merlo escluso dalle liste elettorali nel Vicentino: “Pare che la Lega non abbia gradito le mie critiche alla sanità regionale”

Domenico Merlo, dal 2019 responsabile del circolo territoriale di Fdi, era in corsa per la candidatura nel comune di Rosà. Ma l'accordo è saltato. Il deputato del partito della Meloni Donzelli: "La sua colpa? Aver combattuto per chiedere verità sulla scomparsa del figlio". L'assessora alla Sanità, contattata da FqMagazine, non ha commentato

di Davide Turrini

La sua candidatura nel centrodestra non è gradita. Domenico Merlo, padre di Michele Merlo, il cantante di Amici morto un anno fa a 28 anni per una leucemia fulminante, decesso per il quale esiste una persona iscritta nel registro degli indagati dal dicembre del 2021, non sarà candidato nella lista unica Lega e Fratelli d’Italia nel Comune di Rosà (Vicenza) alle prossime amministrative di giugno 2022. Ad annunciarlo per primo è stato il deputato Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia su Twitter. “Spero proprio non sia vero che a Rosà in Veneto sia stato messo un veto, nella lista del centrodestra, dalla Lega alla candidatura di Domenico Merlo, papà di #michelemerlo. La colpa? Aver combattuto per chiedere verità sulla scomparsa del figlio”. “Se è vero quel che si dice, perché va usato il condizionale, è come se mi avessero fatto un taglio in faccia a livello umano”, spiega al FQMagazine Domenico Merlo, ex carabiniere oggi in pensione, dal 2019 responsabile del circolo territoriale del partito della Meloni. “Non ho prove e non posso averle, ma gli accordi con il sindaco uscente Paolo Bordignon, mio amico d’infanzia, erano altri. È stata la Lega al suo interno ad avere avuto di che dibattere sulla mia candidatura e il veto su di me pare sia sorto a livello regionale”. Alla chiusura delle liste elettorali, Merlo conferma sia che ora la Lega correrà da sola e che Fratelli d’Italia a Rosà probabilmente non candiderà nessuno.

“Sono già stato amministratore locale assieme alla Lega tanti anni fa. Con il sindaco Bordignon si è lavorato bene assieme negli ultimi anni, nonostante noi come FDI non avessimo avuto nessuno all’interno dell’amministrazione comunale (Rosà ha 14mila abitanti ndr). Sembrava che la cosa fosse fatta. Invece c’è stato un incidente interno tra i leghisti che ha portato ad una discussione. Sembra che l’assessore regionale alla sanità e la referente per la Lega a Rosà non avessero gradito alcuni miei commenti sulla sanità veneta”. Dopo il decesso del figlio Michele il 6 giugno del 2021, rimpallato nei tragici momenti che hanno preceduto la sua morte tra il suo medico di base a Vicenza e gli ospedali di Vergato e Bologna in Emilia, la vita politica di Domenico Merlo si è intrecciata volente o nolente con il sistema sanitario della sua Regione. “Non c’è nulla di male ad avere un atteggiamento critico verso la sanità veneta, in particolare quella di Bassano del Grappa qui vicino, che sta andando a rotoli, come del resto in gran parte dell’Italia – prosegue Merlo -, io non condanno l’errore umano per la morte di mio figlio perché quello che è avvenuto nasce da una mancanza di strutture sanitarie, dai pochi medici, dai pochi infermieri e segretarie presenti sul territorio, ed è figlio di un’emergenza che non nasce dal Covid ma da tagli su tagli del sistema sanitario che avvengono da anni e di cui paghiamo le conseguenze”. L’assessora regionale leghista Manuela Lanzarin, contattata da FqMagazine, non ha rilasciato dichiarazioni. A breve, il 6 giugno prossimo, allo stadio di Rosà, dove si celebrarono i funerali di Michele Merlo, e dove parteciparono anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini, il cantante verrà ricordato con una partita di calcio della Nazionale Cantanti contro una squadra locale. Sempre in quei giorni uscirà l’inedito di Merlo, Farfalle.

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