Uno dei principali eventi proposti dall’Università degli Studi di Padova, nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni dalla sua fondazione, riguarda la realizzazione del convegno internazionale “Eternità tra Spazio e Tempo: dalla coscienza al cosmo” (EST), nei giorni 19-20-21 maggio 2022, presso il Centro congressi dell’Orto Botanico (le prime due giornate, 19 e 20 maggio, ore 9.00) e il Teatro Ruzante di Padova (la terza giornata, 21 maggio, ore 9.00).
Tanto importante quanto imponente, il tema dell’eternità è il fulcro del dibattito, affrontato mediante metodologie interdisciplinari, ponendosi come evento di eccellenza all’interno delle celebrazioni della fondazione dell’Università di Padova e della riabilitazione, da parte della Chiesa, di Galileo Galilei, con l’intento di porre le basi per un laboratorio di esperienze reciproche innovative e rivoluzionarie.
Nonostante la portata internazionale, l’evento utilizzerà un linguaggio non rigorosamente specialistico, per facilitare il dialogo interdisciplinare e la partecipazione di tutti. Se da un punto di vista umano, i limiti delle nozioni di tempo e di spazio non permettono di concepire l’assenza assoluta di perimetri che il concetto di eternità implica, dall’altro la storia da sempre è stata testimone di come si sia cercato di “ancorare” l’infinito alle condizioni del mondo reale. Esperienza analoga a quanto avvenuto nella metà del secolo scorso, quando fisici, biologi, psicologi, sociologi, matematici, cibernetici si dettero appuntamento a Palo Alto in California per mettere a disposizione di tutti i partecipanti gli studi approntati e insieme enucleare i contenuti delle diverse competenze, facendoli convergere in una unica metateoria, definita poi come teoria generale dei sistemi.
Intraprendere di nuovo questa sfida è l’obiettivo del Convegno internazionale, per esaminare in modo innovativo il concetto di eternità, affidando il confronto delle diverse discipline, dalla fisica alla psicologia, dalla filosofia alla teologia, a studiosi insieme a ricercatori di fama mondiale.
Definire ciò che si ritiene indefinito, imbrigliare quanto è invisibile e senza confini è sicuramente un qualcosa cui l’uomo, pur acquisendo esperienza, capacità e specifiche attitudini, anela sin dal momento della sua creazione, senza però, almeno fino a questo momento, averne raggiunto la conoscenza empirica. Affrontare concetti così astratti e teorici rispetto alle discipline di riferimento del convegno, così diverse ed eterogenee, potrebbe – chissà – costituire un punto di partenza assolutamente inedito e forse anche determinante.
La finitudine è il punto di partenza e di chiusura di quanto è mortale e le domande esistenziali che tutti ci siamo posti e ci poniamo – perché siamo nati, quale sarà il nostro destino, quando e come moriremo, cosa ci aspetterà dopo la vita – non sono altro che l’equivalente dei quesiti che si pongono scienziati, filosofi, medici, psicologi e sociologi e che convertono sul cercare di comprendere ciò che non è comprensibile, vedere ciò che è invisibile, intuire ciò che è senza fine.
Sito convegno: http://est.psy.unipd.it