Maggio è il mese della masturbazione: che noia, che barba. Nel senso che maggio è anche il mese delle rose e di Touko Laaksonen, l’8 maggio infatti sarebbe stato il suo compleanno. Se non sapete chi sia, magari il suo nome d’arte, ovvero Tom of Finland, vi suonerà famigliare. Nato nel 1920 conquistò la fama internazionale trent’anni dopo grazie alle sue illustrazioni esplicite di omosessuali palestrati e liberi, che piacevano anche a me, da ragazzina. Tom prediligeva boscaioli, operai, poliziotti con una nuova identità gay allegra e orgogliosa: non utilizzava modelli per i suoi ritratti ma spesso ragazzi di strada. Come tecnica utilizzava spesso la grafite. Insieme al fotografo Bob Mizer fondò, nel 1950, la rivista Phisique Pictorial nel formato pocket per essere nascosta nella tasca di una giacca perché allora la censura bastonava. Che poi anche oggi su Instagram… Ma non divaghiamo.
Tutta questa premessa perché a Venezia e contemporaneamente a Parigi potete vedere una sensazionale mostra collettiva – differente nelle due città – di arte erotica proveniente dalla Fondazione Tom of Finland, sita a Los Angeles. Negli anni ’80 la Fondazione incomincia a supportare molti artisti queer e omoerotici, esclusi da mostre, emarginati dalle famiglie, dalla società e che necessitano di visibilità e sostegno. Ecco che, in un periodo storico flagellato dall’Aids, Tom e l’amico Durk Dehner si proiettano verso il futuro. Raccolgono opere di illustratori internazionali che spesso dovevano lavorare in anonimato e con uno pseudonimo, come il signor Link, insegnante e musicista originario del Midwest americano: prima di morire donò le sue opere alla Fondazione esprimendo il desiderio di non divulgare chi fosse.
A Venezia, la mostra è collocata a Calle delle Conterie, in una location che è una piccola oasi lontana dal caos turistico: l’ingresso è libero e sono stata ovviamente a curiosare. Rigorosamente vietata ai minori di 18 anni, si apre con un immenso disegno a matita di Tom of Finland che ritrae il David di Donatello nudo. La differenza con la statua sta nelle dimensioni del pene. Dopo pochi passi, il modello Peter Berlin in una posa datata anni ’70 mi ha ricordato il bellissimo Brad Davis nel film Querelle di Rainer W. Fassbinder. Sotto i pantaloni color argento e ben attillati, il suo membro enorme stretto sfacciatamente nella mano.
Fantastico l’arazzo a “mezzo punto” di Sal Salandra: ex parrucchiere del New Jersey riproduce su tela scene erotiche con fauni e uomini nudi in mezzo alla natura, utilizzando la sua passione del ricamo. Fellatio, sesso anale, erotismo molto esplicito che non infastidisce. Gli artisti sono circa un’ottantina e sono rimasta colpita dall’opera datata 1992 di Anne Sprinkle: lesbica, pornostar, artista, sessuologa e attivista promuove dagli anni ’70 una sessualità libera e giocosa. Ha impresso su tela il suo seno sino a comporre un organo genitale maschile. Originale, no?
Il percorso della mostra conduce a una sala che è la ricostruzione della stanza in cui Tom disegnava, si rilassava, beveva il caffè. Qui ci si può sedere su un comodo sofà in pelle, ma non aspettatevi le solite interviste o docufilm sulla vita dell’artista. Si assiste a scene esplicitamente hard di ragazzi che praticavano sesso e transitavano nella Tom House di Los Angeles. Tutto era libero, persino sensuoso, in questa orgia di corpi maschili.
Ho apprezzato molto il fatto che una città come Venezia si sia aperta a una mostra del genere, molto esplicita. Come ha scritto la curatrice Sini Rinne-Kanto, “l’amore per la libertà trascende il genere e l’orientamento sessuale ed eleva l’erotismo al rango di grande arte”. Grazie mister Laaksonen, e buon compleanno.