Il contest, vista la situazione in Europa, ha inevitabilmente assunto contorni "politici" e tanti artisti hanno lanciato messaggi dal palco. La Kalush Orchestra ha ricevuto soprattutto la spinta del pubblico da casa, ma anche i paesi confinanti hanno deciso di premiarla
Che l’Ucraina fosse la favorita alla vittoria dell’Eurovision 2022 è ormai notizia digerita. I bookmakers se lo aspettavano, complice sia la canzone dedicata alle “madri ucraine” sia la situazione nel Paese. Ma non tutti si aspettavano che la Kalush Orchestra trionfasse con così tanti punti di distacco dal secondo classificato, il britannico Sam Ryders. A pesare è stato soprattutto il televoto del pubblico da casa. Un voto, se così si può dire, di “solidarietà” verso il popolo ucraino che da quasi tre mesi affronta l’invasione russa, arrivato da più parti d’Europa, visto che, ricordiamolo, non è possibile televotare per il proprio Paese all’Eurovision Song Contest.
Al termine delle votazioni dei singoli paesi date dalle giurie nazionali, anche qui impossibilitate a dare punti al proprio artista in gara, infatti, l’Ucraina era quarta, dietro Regno Unito, Svezia e Spagna e a quasi 100 punti di distanza dalla vetta del podio. Ma il risultato eccezionale raggiunto al televoto, ben 439 punti, ha permesso alla band di schizzare al primo posto con 631 punti, lasciando dietro di sé il Regno Unito, che ha chiuso il contest a 466 punti (con 183 di televoto), e la Spagna, terza con 459 punti (228 di televoto).
Ma è soprattutto dai voti delle singole giurie dei 40 Paesi votanti che emerge un’analisi interessante, che potremmo quasi definire “geopolitica” se non si trattasse di un contest musicale. A dare il maggior numero di punti alla Kalush Orchestra sono stati i tre paesi confinanti con l’Ucraina, e quindi anche più vicini alla Russia, cioè Polonia, Moldavia e Romania, visto che Slovacchia, Ungheria, Bielorussia e la stessa Russia non partecipavano al contest. I tre hanno dato a Kiev il maggior numero di voti assegnabili, cioè 12 punti. Anche due dei tre paesi baltici, anche loro ex stati dell’Urss e sicuramente “vicini” agli ucraini, hanno deciso di premiare il gruppo nato da un annuncio su Facebook: le giurie di Lettonia e Lituania hanno assegnato alla Kalush Orchestra 12 punti. Fuori dal coro, invece, l’Estonia, che ha deciso di non dare punti all’Ucraina.
Al di là dei singoli punteggi, comunque, i messaggi “politici” di solidarietà nei confronti dell’Ucraina lanciati dal palco sono stati molteplici. In primis la Kalush Orchestra che ha sfidato il rischio squalifica. “Per favore chiedo a voi di aiutare l’Ucraina, Mariupol e Azovstal”, ha detto il frontman Oleh PsiJuk al termine dell’esibizione durante la serata finale. Ma non solo. Anche il tedesco Malik Harris, arrivato ultimo nella classifica generale, ha voluto lanciare un messaggio, scrivendo “Peace” sui colori della bandiera ucraina attaccata sulla chitarra. E così hanno fatto le sorelle islandesi Systur, salite sul palco con la bandiera ucraina sugli strumenti e il messaggio “peace for Ukraine”.