Il problema gomme che agita Leclerc, la questione del tetto spese della scuderia di Verstappen, il miglioramento della monoposto di Hamilton, la geografia dei pronostici nei prossimi gran premi: le prime cinque gare del mondiale di Formula 1 hanno detto tanto, ma non tutto
La vittoria di Imola? No, non era un’anomalia. Questa Red Bull è molto forte e fa paura. Non può che essere altrimenti, se Max Verstappen si è preso tutto quello che c’era da vincere in questo avvio di Mondiale (compresa la Sprint Race di Imola), escludendo i ritiri di Sakhir e Melbourne che hanno confermato la bravura e l’affidabilità di una Ferrari competitiva, ma ora distanziata di due decimi. E tra i tifosi del Cavallino è iniziato così a farsi largo un po’ di timore, che in due gare ha coperto il grande (e giusto) entusiasmo generatosi dopo due stagioni nelle retrovie. Ma nulla che non si possa recuperare, specie se fra due domeniche a Barcellona sarà in arrivo un pacchetto evolutivo importante da parte di Maranello.
Ferrari, consumo delle gomme da migliorare
Gli ultimi appuntamenti, intanto, hanno detto che la rossa va molto forte in qualifica, ma ha qualche difficoltà sul passo-gara e sulla gestione delle gomme: le Soft nella Sprint Race di Imola, le medie e le hard al Santerno e a Miami. E in particolare il consumo delle morbide è il problema che preoccupa di più Charles Leclerc, che dopo la gara negli Usa ha ammesso la superiorità dei rivali: “Negli ultimi due GP loro sono andati meglio di noi nei long-run e nella gestione delle rosse, mentre in qualifica riusciamo a portarle nella corretta finestra di utilizzo”. Serve dunque una risposta, invocata da Mattia Binotto, che, dopo la gara della Florida, ha usato parole che lasciano sperare: “Il pacchetto che porteremo al Montemeló sarà importante — ha detto il team principal — ma non il più importante della stagione”.
Ferrari, gli aggiornamenti previsti per Barcellona
Segno di grande lavoro da parte del team, che non si è solo dedicato alla progettazione della F1-75 per tutto il 2021 e inizio 2022, ma anche al suo sviluppo. Gli aggiornamenti per rispondere a quelli già introdotti da Milton Keynes saranno mirati alla zona del fondo, con una nuova specifica per ridurre drasticamente il problema del porpoising (il saltellamento sul dritto, ndr) patito nelle ultime due gare. Possibile anche aspettarci una F1-75 in assetto più abbassato, per creare quel carico aerodinamico in più su una pista che ne chiede tanto, così da scaricare le ali posteriori che saranno portate appositamente per la gara. A Maranello, intanto, si sta lavorando al massimo perché la rossa sfrecci al Montmeló, come aveva già fatto nei primi test di stagione. Su un tracciato che, dopo i dritti di Miami, potrebbe tornarle a sorridere, vista la forza nota di una monoposto che è molto veloce fra le curve di medio-alto carico, ma che dovrà migliorare in uscita dalle lente.
I ritocchi Red Bull e le prossime piste: da Barcellona a Baku
Soluzioni che dovrebbero lanciare il Cavallino nella battaglia contro la Red Bull, davanti ora di una manciata di decimi. Se a Imola in tanti davano la RB18 in svantaggio, i quasi 10 kg tolti dopo Melbourne (795 kg è il peso minimo per regolamento, pilota incluso) hanno fatto sì che migliorasse il consumo delle gomme. La differenza, però, è anche stata fatta da nuove nuove pinze freno e da componenti della meccanica alleggeriti, oltre a dei ritocchi al fondo e a una migliorata affidabilità: il surriscaldamento dei freni anteriori in Bahrain è stato risolto con prese d’aria più grandi, mentre la power unit di Verstappen (dopo il ko di Melbourne) è stata inviata in Giappone, a casa Honda, per far sì che ritiri del genere non si ripetano più. A Barcellona, dovremmo aspettarci un altro duello sul filo dei decimi, dove la strategia e la gestione dei pneumatici conterà molto. Poi, dal sole e l’umidità della Catalogna, si volerà a Montecarlo, un altra pista fatta di frenate e sulla carta favorevole alla rossa. Quindi, sarà la volta di un altro circuito cittadino, quello di Baku, che garantisce però lunghi dritti per una Red Bull super-competitiva. Basta ricordare il GP di scorso anno, quando Verstappen stava dominando sulla Mercedes di Hamilton, prima dello scoppio della posteriore sinistra Pirelli in pieno rettilineo.
Binotto, l’avvertimento velato alla Fia sul budget cap
Ecco, dunque, perché nulla è perduto per la Ferrari e i suoi tifosi. Si vedano i numeri della scorsa stagione, quella che rimarrà negli annali per lo straordinario duello Verstappen-Hamilton durato fino all’ultimo (polemicissimo) giro di Abu Dhabi. A inizio mondiale l’olandese vinse cinque dei primi nove GP, contro le sole tre affermazioni di Hamilton che poi vinse di forza a Silverstone – mandando a 51 di forza G il suo rivale contro le barriere della Cops -, per così iniziare una rimonta completata a Jeddah e prima di Yas Marina. E un altro motivo che lascia sperare, leggendo le parole di Binotto, riguarda il limite del budget cap, il tetto-ingaggi per i team fissato quest’anno a 140 milioni di dollari (132 milioni di euro circa), cinque in meno rispetto al 2021: “Penso che ad un certo punto la Red Bull dovrà smettere di sviluppare, altrimenti non si spiegherebbe come facciano”. Un invito velato del team principal alla Fia, chiamata a investigare sulle spese delle squadre. Se poi c’è anche chi dice che i tre-quarti del budget totale sugli sviluppi (di circa 10 milioni di dollari), sia stato raggiunto dalla Red Bull, la Ferrari deve ancora portare i suoi aggiornamenti. Con il merito, però, di aver ideato una vettura-base affidabile e competitiva, nata dalle menti dei responsabili dell’aerodinamica, Enrico Cardile e David Sanchez.
Jacques Villeneuve e la bordata a Hamilton
A Barcellona, poi, ci sarà curiosità di vedere se la crescita della Mercedes verrà riconfermata dopo Miami. Gli aggiornamenti portati in Florida hanno in parte funzionato, dato che Stoccarda si è rivelata come terza forza di campionato – la nuova ala posteriore e il taglio sulla piastra terminale dell’ala anteriore, per una migliore resistenza all’avanzamento -, seppur i fastidiosi problemi di porpoising sul dritto non siano stati risolti. Intanto, però, George Russell è finito di nuovo davanti a Lewis Hamilton, e il sette volte iridato, impegnato nella battaglia contro la Fia sui gioielli, è sempre più demoralizzato. Mentre un altro campione del mondo come lui, Jacques Villeneuve, gli ha tirato la bordata nella sua rubrica a Formule1.nl: “Penso che abbiamo visto il definitivo cambio della guardia, George sta cavalcando l’onda, mentre Lewis sta cercando di non annegare – dice ancora il canadese – Ora Lewis deve guidare come ha fatto nei suoi primi due anni in Formula 1, vedremo se avrà ancora la voglia di farlo, intanto la sua fortuna sembra essere scomparsa”.