Nel 2020 l’Alta corte di giustizia di Londra ha stabilito che la banca russa doveva ricevere un maxi risarcimento da 735 milioni di sterline da parte dei tre proprietari coinvolti. Ma adesso, essendo di proprietà della Banca centrale della Federazione Russa, i soldi recuperati potrebbero finire direttamente nelle casse dello Stato russo, andando a finanziare l’invasione in Ucraina
La National Bank Trust, sponsorizzata da Bruce Willis in uno spot pubblicitario nel 2011, non potrà ricevere alcun risarcimento dopo essere stata frodata dai suoi vertici per centinaia di milioni di sterline nel 2014. Il motivo: venne salvata dalla Banca centrale russa e quindi si teme che quei soldi possano finire per finanziare la guerra di Putin. Lo scrive il Guardian ricordando che nel 2020 l’Alta corte di giustizia di Londra ha stabilito che la banca russa doveva ricevere un maxi risarcimento da 735 milioni di sterline da parte dei tre proprietari coinvolti. Ma adesso, essendo di proprietà della Banca centrale della Federazione Russa, i soldi recuperati potrebbero finire direttamente nelle casse dello Stato russo, andando a finanziare l’invasione in Ucraina.
Nello spot l’attore affermava: “Trust è proprio come me. Solo che è una banca”, proprio mentre i vertici dell’istituto – spiega il giornale britannico – stavano effettuando una truffa da centinaia di milioni di sterline. Il denaro versato nelle casse della banca dai clienti e le ingenti somme venivano infatti trasferiti in tutto il mondo in prestiti per una rete di società offshore. Willis, la cui famiglia ha annunciato all’inizio di quest’anno che l’attore ha un disturbo neurologico, non era a conoscenza di quello schema. “Il governo deve rassicurare l’opinione pubblica britannica sul fatto che le sanzioni vengano applicate a tutti gli ‘amici’ del Cremlino senza eccezioni e che la National Bank Trust non sia nella posizione di aiutare Putin di finanziare il suo forziere. Se lo è, allora deve essere sanzionata immediatamente”, ha affermato Christine Jardine, portavoce del Tesoro, che ha presentato interrogazioni parlamentari sul dossier. Il Foreign Office ha annunciato sanzioni economiche contro la banca centrale russa il 28 febbraio, quattro giorni dopo l’invasione dell’Ucraina.