Realizzato in una doppia versione, in realtà virtuale e in versione cinematografica debutta il 16 maggio. Il film si può vedere su Raiplay, comodamente in poltrona. La versione interattiva invece si può vivere al Mic - Museo interattivo del cinema di Milano
Il futuro del cinema è interattivo. “Nikola Tesla the man from the future”, il cortometraggio di Alessandro Parrello sulla vita dello scienziato dalle intuizioni folgoranti, è realizzato in una doppia versione, in realtà virtuale e in versione cinematografica. Il 16 maggio debuttano entrambe. Il film si può vedere su Raiplay, comodamente in poltrona. La versione interattiva invece si può vivere al Museo interattivo del cinema e al Museo Scienza e Tecnologia, entrambi a Milano.
Ed è questa la novità. L’esperienza cinematografica si sdoppia. Si fa immersiva e ci permette all’improvviso di balzare nello spazio-tempo della finzione: la realtà parallela del film. Quella in cui si muove l’attore che interpreta Nikola Tesla, lo scienziato che con le sue invenzioni ha cambiato definitivamente il corso della storia. Vediamo con i suoi occhi, proviamo le sue sensazioni. Con la sua mano prendiamo la penna per firmare il contratto con la Westinghouse Electric Company.
“Lo spettatore – spiega il regista – vive un’esperienza in prima persona nel corpo di Nikola Tesla, di fronte al suo interlocutore George Westinghouse (l’inventore e pioniere americano dell’industria elettrica, ndr) come se fosse al suo posto in quella scena”.
Il cortometraggio, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2020, ha ottenuto molti premi internazionali, fra cui il riconoscimento di miglior opera Cinematic VR al Digital Media Fest.
Ma come si costruisce tecnicamente un cortometraggio in realtà virtuale? “Per realizzare la versione interattiva ho costruito un sistema a dieci telecamere sincronizzate, in un casco speciale indossato dagli attori”, svela il regista. Che aggiunge: “Sono andato a Las Vegas a comprare tutti i componenti. Mi ci è voluto un anno di duro lavoro. Notti insonni per progettarlo e far funzionare l’algoritmo in grado di trasformare le immagini delle telecamere un una unica immagine a 360 gradi”.
Le scenografie sono state costruite su tutti e quattro i lati proprio per non avere artefatti cinematografici in scena. “Che differenza c’è fra le due versioni? Rispetto alla versione cinematografica – risponde – il visitatore della versione virtuale vive alcune esperienze in più”.
Sono situazioni che la pellicola regala solo nella versione interattiva. Come la scena in cui Tesla, nel 1899, fa un primo esperimento con una lampada gigante wireless. Oppure l’ambientazione della scena finale, che si svolge in una vera carrozza dell’epoca, mentre nel film è a New York.
Insomma, il regista non solo racconta la storia del visionario scienziato serbo-croato Nikola Tesla, il geniale inventore del motore asincrono a corrente alternata. Ma lo fa usando il linguaggio innovativo più innovativo.
Alessandro Parrello classe 1980, autore di un centinaio di progetti in realtà virtuale e ricostruzioni storiche per musei e case di moda, debutta alla regia nel 2008 con il cortometraggio “Troppo d’azzardo”, dirigendo poi altre opere premiate, tra cui “Il lupo del Pollino” e “Lucid Trip VR”.
Nel 2011 fonda la sua società di produzione con sede a Roma e a New York e diventa un riferimento per la creazione di contenuti in realtà virtuale cinematografica. Dopo aver diretto il cortometraggio trans-mediale sull’Inferno di Dante Alighieri, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2021 è in procinto di realizzare “Lo Zio di Venezia”, con Giorgio Tirabassi nel ruolo di protagonista. Un progetto che aderisce al protocollo Green Film di produzioni cinematografiche eco sostenibili.
Il cognome del grande inventore è familiare al pubblico anche perché l’azienda statunitense specializzata nella produzione di auto elettriche, appunto la Tesla, è stata chiamata così in suo onore. Ma un cortometraggio virtuale sulla sua vita non era ancora stato realizzato.