Sei mesi fa è crollata una falda del tetto del plesso centrale dell’ istituto in pieno centro storico. Per sistemarla ci sono oltre sei milioni di euro ma i lavori sono fermi al progetto definitivo. La burocrazia ha stoppato il cantiere. I tempi si allungano e per i ragazzi del “Boggio Lera” non resta che la piazza
“Se non abbiamo le aule andiamo a fare lezione in piazza Dante a due passi dal nostro liceo “Boggio Lera”. Detto, fatto con tanto di sostegno (anche pratico) del dirigente scolastico Donato Biuso che da mesi sta facendo tutto il possibile per ridare ai suoi ragazzi e ai docenti gli spazi necessari. Tutto ha avuto inizio nella notte tra il 9 ed il 10 novembre scorso, quando è crollata una falda del tetto del plesso centrale dell’ istituto in pieno centro storico a Catania. Immediato l’intervento dei Vigili del Fuoco e dei tecnici della Città Metropolitana che hanno preso atto del pessimo stato del resto dei tetti della struttura e disposto prima la chiusura dell’intero edifico e successivamente quella dei locali immediatamente sotto i tetti a falde e del piano terra. Un problema non di poco conto: dall’oggi al domani, 31 classi non hanno avuto a disposizione alcuna aula e sono state costrette a partecipare a distanza alle lezioni. Il 30 novembre scorso, Città Metropolitana, ha autorizzato il riutilizzo delle aule del piano terra previa rimozione dei comignoli parafulmini dal colmo della copertura. Restano inutilizzabili ancora tutti i locali sotto falda: alla fine mancano 21 aule.
Ad oggi, alcune, sono state recuperate in un istituto comprensivo della città; altre sono state prestate dalla Curia; altre ancora sono state ricavate dai laboratori ma anche dall’ufficio di presidenza tant’ che Biuso condivide la sua stanza con gli impiegati della scuola. Gli appelli, le lettere non mancano. Nei giorni scorsi anche la deputata catanese Maria Luara Paxia ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ma tutto per ora è fermo. A smuovere le acque ci provano anche i ragazzi che per due settimane, stanno attirando l’occhio dell’opinione pubblica su di loro facendo italiano, matematica, storia, inglese, filosofia sotto gli occhi di tutti.
Al mattino alle 8.15 l’appello è fatto in biblioteca. Qualche minuto più tardi, gli studenti, scendono nel garage della scuola e portano i loro banchi in piazza. A trasportare lavagna e cattedra ci pensano i collaboratori scolastici ma anche il preside ha dato una mano nei giorni scorsi. L’orario di lezione è quello di sempre e tutte le classi, a turno, vanno in piazza Dante. “Da mesi ci sentiamo smarriti. La scuola per noi è la nostra seconda casa ma non avere un’aula è fastidioso. La didattica a distanza non è sufficiente, non crea empatia”, ci spiega Giorgio Pasceri, 19 anni. Parole condivise da Domenico Tringale, che quest’anno avrà l’esame di maturità: “Siamo stati abbandonati dalle istituzioni. Noi studenti abbiamo anche fatto delle proposte alle autorità ma non ci ascoltano”. Dalla parte degli allievi e del preside, in realtà, c’è il prefetto di Catania, Carmela Librizzi, che anche nei giorni scorsi ha partecipato ad una manifestazione della scuola in memoria della partigiana catanese Graziella Giuffrida. La preoccupazione del dirigente è per il prossimo anno: “Ciò che è accaduto non è un caso ma è a causa della mancata manutenzione. Guardi queste luci vicine al mio ufficio: son mesi che vanno ad intermittenza come se fossi in discoteca ma nessuno interviene”. La scuola sul capitolo “piccole manutenzioni” del bilancio non ha un centesimo di euro. La Città Metropolitana ha affidato la gestione delle scuole superiori a una società partecipata ed è su quest’ultima che Biuso punta il dito: “Son tutti dirigenti e non hanno personale che interviene. Se li chiamiamo non arrivano mai”. Intanto i soldi per la sistemazione dell’area crollata ci sono (oltre sei milioni di euro) ma i lavori sono fermi al progetto definitivo. La burocrazia ha stoppato il cantiere. I tempi si allungano e per i ragazzi del “Boggio Lera” non resta che la piazza.