La polizia israeliana “ha violato in maniera molto brutale” il diritto “alla libertà religiosa” della Chiesa durante i funerali della reporter Shireen Abu Akleh. A dirlo è stato l’incaricato di affari della Delegazione apostolica in Terra Santa, padre Thomas Grysa, durante una conferenza stampa a Gerusalemme. Un diritto, ha spiegato, “incluso nell’accordo fondamentale tra Israele e Santa Sede. Questo episodio costituisce un momento di tensione fra Israele e Santa Sede, anche se non è il primo”. Il riferimento è alle cariche della polizia israeliana avvenute durante il funerale della giornalista di Al Jazeera.

Sabato 14 maggio era arrivata la condanna unanime anche del Consiglio di sicurezza Onu, con la richiesta di far partire un’indagine trasparente e indipendente. Israele ha fatto sapere che aprirà un’inchiesta, ma al momento non si sa molto di più. Un team di ricerca indipendente sostiene di avere raccolto prove che le truppe israeliane abbiano sparato il proiettile fatale. L’esito di queste indagini potrebbe aiutare a influenzare l’opinione pubblica internazionale su chi sia il responsabile della morte di Abu Akleh. I palestinesi sostengono che le truppe israeliane hanno ucciso la donna. L’esercito israeliano si è giustificato dicendo che stava combattendo contro uomini armati palestinesi e non è chiaro chi sia il responsabile.

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