Alla vigilia della Giornata mondiale contro l'omotransfobia, il Comune di Milano ha votato a favore della mozione firmata da Monica Romano. Il Registro consentirà di utilizzare la carriera alias nei documenti di pertinenza comunale. "Una vittoria, in attesa che il Parlamento cambi una legge datata e obsoleta"
Il voto è stato accolto con l’applauso di attivisti e di alcuni consiglieri presenti nell’aula di Palazzo Marino. Con 27 favorevoli e 2 contrari, il Consiglio comunale di Milano ha approvato la mozione che impegna la giunta a istituire un Registro per il riconoscimento del genere di elezione, dedicato alle persone transgender. Si tratta del primo provvedimento di questo tipo in Italia e arriva alla vigilia della Giornata internazionale contro l’omobitransfobia. Grazie al registro sia i dipendenti comunali, sia quelli delle partecipate potranno avere il badge con il nome di elezione, prima del cambio all’anagrafe e sulla carta d’identità. I cittadini transgender potranno inoltre avere l’identità alias su tutti i documenti di pertinenza comunale, come le tessere delle biblioteche, gli abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico, quelli per le piscine. Per ottenere i documenti con il nome scelto, sarà sufficiente fare una dichiarazione davanti a un ufficiale di stato civile. La mozione approvata prevede inoltre misure per promuovere e rendere effettivo il diritto di voto delle persone trans che a causa dei seggi divisi tra maschile e femminile, spesso rinunciano ad andare alle urne per evitare disagi o imbarazzi.
Una novità che tocca e migliora la vita di migliaia di cittadini milanesi. Uno dei più grandi ostacoli alla vita pubblica per le persone trans infatti è la mancata corrispondenza tra i dati sul documento, l’identità sociale e l’aspetto esteriore, che le espone a discriminazioni, a violazioni della privacy e spesso le costringe a dare spiegazioni su una sfera intima e privata. “Solo a Milano si stima che ci siano tra le 7mila e le 16mila le persone trans – spiega Monica Romano, consigliera del Pd e autrice della mozione redatta, che ora festeggia l’approvazione. “E’ un traguardo molto importante. Oggi le persone transgender devono affrontare percorsi che possono durare anche anni, frustranti quanto costose perizie psichiatriche e mediche, passaggi da avvocati e tribunali che allungano i tempi e costano migliaia di euro prima di vedere riconosciuto un diritto che dovrebbe essere dovuto e soltanto validato dalle istituzioni”. La legge attualmente in vigore risale al 1982 e ha 40 anni. “E’ indispensabile un intervento del Parlamento, quella norma è obsoleta e superata. Fu una legge sanatoria e conserva quella natura, trattando le persone trans come un problema. Una normativa con una concezione superata e contro cui i giovani oggi continuano a scontrarsi. Noi chiediamo una nuova legge che promuova percorsi di transizione agevoli e accessibili, che permetta l’autodeterminazione e consenta alle persone di vivere serenamente”.