"L'odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno. Siamo in guerra per la libertà”, ha detto il presidente ucraino intervenendo durante la serata di apertura del Festival
La sorpresa che si ruba la scena. Perché nessuno fuori dagli organizzatori era a conoscenza del collegamento live con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, apparso sul grande schermo della cerimonia di inaugurazione del 75° Festival di Cannes. Ovvia standing ovation per lui da parte del pubblico che affollava il Grand Théâtre Lumière, a cui ha fatto eco l’applauso dalla sala Debussy che ospitava stampa e accreditati. “Il cinema non dovrebbe restare muto. L’odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno. Siamo in guerra per la libertà” ha detto fra le altre cose Zelensky, a perfetto agio davanti al mondo del cinema e dello show biz da cui proviene. gQcQ4aJ0
A tutti non è sfuggito il grande ritorno delle sale piene, prevalentemente senza mascherine (solo alcuni tra gli spettatori hanno optato per la precauzione..), così come della città di Cannes invasa da turisti, ristoranti e locali densi di umanità come non li si vedeva ormai da due anni. Purtroppo, si sa, la pandemia è stata “sostituita” da un’orribile guerra ed è per questo, forse ed anche, che Thierry Fremaux ha scelto di inaugurare Cannes ’75 con un film di totale disimpegno. Final Cut – già titolato Z ma poi cambiato di titolo per evidenti assonanze con l’esercito russo invasore dell’Ucraina – di Michel HAZANAVICIUS è uno Zombie movie dal tono di commedia e dalle ambizioni di meta-cinema. Mix di generi, dai twist reiterati, certamente non banale (la prima mezz’ora è girata in un unico pianosequenza), Final Cut porta l’ambiguità lessicale del suo titolo internazionale sul campo gore-kombat tra zombie ed umani, ma probabilmente non segnerà la memoria di questa edizione festivaliera sulla Croisette, di certo non della sua inaugurazione che, come si è detto, ha avuto ben altri momenti per emozionarsi.