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Ecco come hackerare la rete 6G, neanche è arrivata e già è stata violata: “Basta un foglio di carta da ufficio e questo trucco”

E’ quanto è stato scoperto da ricercatori della Rice University, USA, e della Brown University, USA, che presenteranno i loro risultati questa settimana a San Antonio, USA, all’ACM WiSec 2022, la conferenza annuale dell’Association for Computing Machinery sulla sicurezza e la privacy nel wireless e nelle reti mobili

di 30science per Il Fatto

Fatta la legge, trovato l’inganno. Ideata la rete, scoperto il modo di hackerarla. Molti di noi non hanno ancora provato il brivido di una connessione mobile a 5G e già le compagnie stanno pensando al prossimo livello della trasmissione dati: il 6G, che promette di alimentare le applicazioni più avanzate del nostro prossimo futuro dalle smart city completamente automatizzate agli apparecchi robot nel nostro salotto. Peccato che questa rete futuristica sia già in pericolo. Un hacker sufficientemente competente potrebbe creare uno strumento per intercettare alcuni segnali del futuro wireless 6G utilizzando carta da ufficio, una stampante a getto d’inchiostro, fogli metallici e un laminatore. E’ quanto è stato scoperto da ricercatori della Rice University, USA, e della Brown University, USA, che presenteranno i loro risultati questa settimana a San Antonio, USA, all’ACM WiSec 2022, la conferenza annuale dell’Association for Computing Machinery sulla sicurezza e la privacy nel wireless e nelle reti mobili.

Nello studio gli autori hanno dimostrato che un hacker potrebbe facilmente creare un foglio di carta da ufficio ricoperto di simboli laminati 2D, per far diffrangere il segnale di una trasmissione da 150 gigahertz “pencil beam” tra due utenti e intercettarla. La frequenza da 150 gigahertz è superiore addirittura a quella utilizzata nelle odierne reti cellulari 5G, ma gli autori dello studio ritengono che già nel prossimo decennio potremmo usufruirne. A patto, si intende di garantirci fin da subito contro i potenziali rischi. “La consapevolezza di una minaccia futura è il primo passo per contrastare tale minaccia”, ha affermato il coautore dello studio Edward Knightly, professore di ingegneria elettronica e informatica della Rice. “Le frequenze vulnerabili a questo attacco non sono ancora in uso, ma stanno arrivando e dobbiamo essere preparati”. Nello studio, i ricercatori usano i nomi Alice e Bob per riferirsi alle due persone le cui comunicazioni sono state violate.

La spia si chiama Eva. Per organizzare l’attacco, Eva progetta prima una metasuperficie che diffrangerà una parte del segnale verso la sua posizione. Le metasuperfici sono sottili fogli di materiale con disegni modellati che manipolano la luce o le onde elettromagnetiche. Dopo aver disegnato la metasuperficie, la stampa su una normale stampante laser, quindi usa una tecnica di stampa a caldo. Mette una lamina di metallo sulla carta stampata, la fa passare attraverso una laminatrice e il calore e la pressione creano un legame tra il metallo e il toner. Dopodiché la metasuperficie deve essere posizionata tra Alice e Bob e il gioco è fatto. “Potrebbe essere nascosta nell’ambiente”, ha detto Knightly. “La si potrebbe nascondere con altri fogli di carta, per esempio.”, ha aggiunto, così da ottenere senza intralcio l’intercettazione. Gli autori hanno spiegato che sperano che lo studio dissipi un’idea errata assai comune nel settore delle comunicazioni secondo cui le frequenze più alte sono intrinsecamente sicure. Così non è, come hanno dimostrato ed è necessario tenere conto di tutte le possibili vulnerabilità, affinché il prossimo passo nella connettività non risulti un fiasco annunciato.

Articolo di Gianmarco Pondrano Altavilla

Credit foto: Jeff Fitlow/Rice University

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