Gli irriducibili hanno ricevuto l’ordine di salvarsi la vita. Così dopo 82 giorni di resistenza, prima strada per strada e poi con gli ultimi combattenti asserragliati dentro l’acciaieria Azovstal, Mariupol va verso quella che sembra una resa. Ora che i feriti sono stati evacuati, lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha ordinato al battaglione Azov e al 36esimo reggimento della Marina, rimasti a difendere l’impianto siderurgico, di “salvare le vite” dei soldati perché la “missione è compiuta”. La città martire rasa al suolo dalle truppe russe, sfregiata dai bombardamenti, va dunque verso la bandiera bianca, anche se le dichiarazioni degli alti ufficiali ucraini restano almeno in parte contrastanti.
L’esercito ucraino ha detto di essere al lavoro per evacuare tutte le truppe rimaste nell’acciaieria dopo mesi di bombardamenti: “La guarnigione di Mariupol ha compiuto la sua missione di combattimento, il comando militare supremo ha ordinato ai comandanti delle unità di stanza ad Azovstal di salvare le vite dei combattenti”, ha spiegato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine in un comunicato citato dalla Bbc. Poco prima però era stato Oleksandr Danylyuk, ex ministro delle Finanze e ora ufficiale dell’esercito, a dire che la presa del “simbolo” di Mariupol “costerà” ai russi “molte vite”. Come a lasciare inteNdere, insomma, che la resa sarebbe lontana.
Che qualcosa si stesse muovendo era chiaro da lunedì, quando Mosca HA dato il via libera all’evacuazione dei feriti e a tarda sera era iniziato il via vai di ambulanze e bus per trasportarne oltre 260 fuori dal budello di acciaio e bunker, ultimo fortino scelto dal reggimento Azov e dai Marines. Ed era stato proprio il comandante di Azov, Denis Prokopenko, a fare un ulteriore passo ubbidendo ai desiderata di Kiev sull’evacuazione: “I difensori di Mariupol hanno eseguito l’ordine”, ha chiarito.
Per poi spiegare quali risultati, nell’ottica ucraina, sono stati ottenuti grazie alla resistenza: “Nonostante tutte le difficoltà, hanno respinto le forze schiaccianti del nemico per 82 giorni e hanno permesso all’esercito ucraino di riorganizzarsi, addestrare più personale e ricevere armi dai Paesi partner. Nessuna arma funzionerà senza militari professionisti, il che li rende l’elemento più prezioso dell’esercito. Per salvare vite umane, l’intera guarnigione di Mariupol sta attuando la decisione approvata dal Comando supremo e spera nel sostegno del popolo ucraino”. La stessa linea dello Stato maggiore, che ha definito “eroi del nostro tempo” i difensori della città: “Mentre tenevano posizioni su Azovstal, hanno impedito all’esercito russo di trasferire fino a 17 battaglioni tattici, circa 20.000 soldati in altre aree, e impedito la conquista rapida di Zaporizhzhia, l’accesso al confine amministrativo delle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia”.
Della difesa di Mariupol oltre ad Azov e la 36esima brigata della Marina, hanno fatto parte la 12esima Brigata della Guardia nazionale dell’Ucraina, guardie di frontiera, polizia, volontari: “Attirare le principali forze russe attorno a Mariupol ci ha dato l’opportunità di preparare e creare linee difensive, dove si trovano oggi le nostre truppe, e dare un discreto contrattacco all’aggressore”, ha rivendicato Kiev in un “giorno difficile”, come lo ha chiamato Volodymyr Zelensky. “Abbiamo usato il momento critico per formare riserve, raggruppare le forze, ricevere assistenza dai partner – ha assicurato lo Stato maggiore – Combatteremo Mariupol su tutti i fronti con la stessa fedeltà con cui i difensori dell’Azovstal difendono lo Stato”.
Mondo
Guerra in Ucraina, Mariupol e il dilemma della resa dopo 82 giorni. L’ordine di Kiev ad Azov: “Missione compiuta, salvate le vostre vite”
Lo Stato maggiore ha detto di essere al lavoro per evacuare tutte le truppe rimaste nell'acciaieria dopo mesi di bombardamenti. Il comandante di Azov: "Respinte le forze schiaccianti del nemico per 82 giorni permettendo all’esercito di riorganizzarsi". Della difesa di Mariupol hanno fatto parte anche i Marines della 36esima brigata, la Guardia nazionale, guardie di frontiera, polizia, volontari
Gli irriducibili hanno ricevuto l’ordine di salvarsi la vita. Così dopo 82 giorni di resistenza, prima strada per strada e poi con gli ultimi combattenti asserragliati dentro l’acciaieria Azovstal, Mariupol va verso quella che sembra una resa. Ora che i feriti sono stati evacuati, lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha ordinato al battaglione Azov e al 36esimo reggimento della Marina, rimasti a difendere l’impianto siderurgico, di “salvare le vite” dei soldati perché la “missione è compiuta”. La città martire rasa al suolo dalle truppe russe, sfregiata dai bombardamenti, va dunque verso la bandiera bianca, anche se le dichiarazioni degli alti ufficiali ucraini restano almeno in parte contrastanti.
L’esercito ucraino ha detto di essere al lavoro per evacuare tutte le truppe rimaste nell’acciaieria dopo mesi di bombardamenti: “La guarnigione di Mariupol ha compiuto la sua missione di combattimento, il comando militare supremo ha ordinato ai comandanti delle unità di stanza ad Azovstal di salvare le vite dei combattenti”, ha spiegato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine in un comunicato citato dalla Bbc. Poco prima però era stato Oleksandr Danylyuk, ex ministro delle Finanze e ora ufficiale dell’esercito, a dire che la presa del “simbolo” di Mariupol “costerà” ai russi “molte vite”. Come a lasciare inteNdere, insomma, che la resa sarebbe lontana.
Che qualcosa si stesse muovendo era chiaro da lunedì, quando Mosca HA dato il via libera all’evacuazione dei feriti e a tarda sera era iniziato il via vai di ambulanze e bus per trasportarne oltre 260 fuori dal budello di acciaio e bunker, ultimo fortino scelto dal reggimento Azov e dai Marines. Ed era stato proprio il comandante di Azov, Denis Prokopenko, a fare un ulteriore passo ubbidendo ai desiderata di Kiev sull’evacuazione: “I difensori di Mariupol hanno eseguito l’ordine”, ha chiarito.
Per poi spiegare quali risultati, nell’ottica ucraina, sono stati ottenuti grazie alla resistenza: “Nonostante tutte le difficoltà, hanno respinto le forze schiaccianti del nemico per 82 giorni e hanno permesso all’esercito ucraino di riorganizzarsi, addestrare più personale e ricevere armi dai Paesi partner. Nessuna arma funzionerà senza militari professionisti, il che li rende l’elemento più prezioso dell’esercito. Per salvare vite umane, l’intera guarnigione di Mariupol sta attuando la decisione approvata dal Comando supremo e spera nel sostegno del popolo ucraino”. La stessa linea dello Stato maggiore, che ha definito “eroi del nostro tempo” i difensori della città: “Mentre tenevano posizioni su Azovstal, hanno impedito all’esercito russo di trasferire fino a 17 battaglioni tattici, circa 20.000 soldati in altre aree, e impedito la conquista rapida di Zaporizhzhia, l’accesso al confine amministrativo delle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia”.
Della difesa di Mariupol oltre ad Azov e la 36esima brigata della Marina, hanno fatto parte la 12esima Brigata della Guardia nazionale dell’Ucraina, guardie di frontiera, polizia, volontari: “Attirare le principali forze russe attorno a Mariupol ci ha dato l’opportunità di preparare e creare linee difensive, dove si trovano oggi le nostre truppe, e dare un discreto contrattacco all’aggressore”, ha rivendicato Kiev in un “giorno difficile”, come lo ha chiamato Volodymyr Zelensky. “Abbiamo usato il momento critico per formare riserve, raggruppare le forze, ricevere assistenza dai partner – ha assicurato lo Stato maggiore – Combatteremo Mariupol su tutti i fronti con la stessa fedeltà con cui i difensori dell’Azovstal difendono lo Stato”.
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(Adnkronos) - "Il Governo Meloni -ha affermato Marco Grimaldi, vicecapogruppo di AVS- viola un mandato della Corte e si macchia di collaborazionismo. L’ammissione è poi arrivata: figura troppo importante per Tripoli e per Washington. La verità è che il Governo libico vi avrà intimato di liberarlo. Forse non ne ha neanche avuto bisogno. Vergognatevi".
"Il Governo -ha chiesto Benedetto Della Vedova, di Più Europa- chiarisca immediatamente chi ha assicurato al generale Almasri di poter venire indisturbato in Italia nonostante il mandato di cattura della Corte penale internazionale: con quali coperture è entrato nel nostro Paese? Con il permesso di chi, con quali guarentigie?"
"In Libia -ha sottolineato Paolo Ciani, del Pd- esistono veri e propri 'lager', come li ha definiti Papa Francesco, e la persona liberata ieri è ritenuta uno dei principali responsabili degli orrori che vi si compiono. È indispensabile comprendere per quale motivo Almasri fosse in Italia e, soprattutto, perché sia stato rimesso in libertà con tale urgenza, nonostante i mandati di cattura internazionale. Questa decisione, che rappresenta una violazione degli impegni assunti dal nostro Paese nei confronti della Corte penale internazionale, appare come il risultato di una scelta politica sulla quale è indispensabile garantire piena trasparenza. Il Governo ha il dovere di fornire spiegazioni chiare e dettagliate per ristabilire la credibilità dell’azione dello Stato e riaffermare l’impegno dell’Italia verso la giustizia internazionale”.
Messina, 22 gen. (Adnkronos) - "E’ un percorso straordinario quello del professore e poi Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un uomo che ha portato avanti un impegno infaticabile l’esaltazione dei valori democratici e le promozione del bene comune”. Così, la rettrice dell'Università di Messina Giovanna Spatari a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico. A breve è atteso l'arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Quando un presidente della Repubblica fa visita ad un ateneo questo rappresenta il legame delle istituzioni al mondo della Cultura che poi è un volano di crescita economica e sociale per il territorio- dice la rettrice- Direi che Messina nello spirito della Conferenza di Messina è sempre più punto di riferimento nell’Area Euro Mediterranea come testimoniato dalla presenza di molti giovani che decidono di frequentare questo Ateneo. Intanto per il prossimo anno l’Università consolida con oltre 25 mila studenti la sua posizione. Quest’anno sono stati aperti nuovi corsi di laurea alcuni dei quali in lingua inglese ci sforzeremo di ampliare l’offerta formativa sempre con uno sguardo al territorio. Agli studenti auguro che siano artifici di un cambiamento e che siano capaci di trovare risposte per costruire il loro futuro”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - “Per invertire la china del declino americano Trump cambierà la declinazione dell’America First: altro che isolazionismo, avrà un rinnovato protagonismo sullo scenario internazionale che farà bene a tutto l’Occidente”. Così Stefania Craxi, presidente della commissione Esteri e Difesa del Senato, commenta con Bee Magazine, giornale online del gruppo The Skill, il discorso di insediamento del secondo mandato di Donald Trump.
A preoccuparla “l’inconsistenza europea, la dilagante corrente di pensiero per cui dovremmo coltivare il rapporto atlantico a seconda delle Amministrazioni. Un approccio sbagliato, che può danneggiare l’Europa. Servono più pragmatismo e molta meno retorica e ideologia”.
Quanto ai dazi "l’Italia non ha nulla da temere, anche in passato Trump ha già dimostrato un’attenzione speciale per il nostro Paese. Ci sono le condizioni per soluzioni win-win. Piuttosto, penso che l’Unione e gli Stati membri dovrebbero porre a loro volta il tema del riequilibrio della bilancia commerciale a realtà come la Cina. Trump farà uno sforzo per far cessare i conflitti principali ma la vera sfida è creare le basi per un nuovo ordine internazionale”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La premier Meloni deve venire urgentemente" in Aula "a riferire" sulla vicenda che ha coinvolto Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri. Lo hanno chiesto tutte le opposizioni (AVS, Pd, Più Europa, Italia viva, M5S e Azione) alla Camera, prima delle comunicazioni alla Camera del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sull'invio delle armi all'Ucraina.
Dortmund, 22 gen. (Adnkronos) - Il Borussia Dortmund e Nuri Sahin si separano. Il club tedesco "ha esonerato il suo allenatore dopo la deludente sconfitta per 1-2 in Champions League martedì sera in casa del Bologna". Lars Ricken, amministratore delegato sportivo del BVB, ha sottolineato: “Apprezziamo molto Nuri Sahin e il suo lavoro, volevamo una lunga collaborazione e speravamo fino alla fine di raggiungere insieme una svolta. Dopo quattro sconfitte di fila, dovute a una sola vittoria nelle ultime nove partite e poiché attualmente siamo decimi nella classifica della Bundesliga, purtroppo abbiamo perso la fiducia nella possibilità di raggiungere i nostri obiettivi sportivi nell'attuale stagione. Questa decisione mi fa male anche a livello personale, ma non era più evitabile dopo la partita di Bologna”.
“Purtroppo in questo momento non siamo riusciti a rendere giustizia alle ambizioni sportive del Borussia Dortmund in questa stagione. Auguro il meglio a questo club speciale”, afferma Nuri Sahin. Il Borussia Dortmund informerà tempestivamente chi andrà in panchina sabato prossimo nella Bundesliga contro l'SV Werder Bremen.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - “Un rinvio a giudizio non vuol dire nulla. Aspettiamo che la giustizia si esprima. L’ho detto per nemici storici politici, continuo a dirlo a tutti, uno è innocente sino al terzo grado di giudizio. Lo dico anche per Daniela Santanchè”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ai microfoni di 'Agorà' su Raitre.
Messina, 22 gen. (Adnkronos) - C'è attesa a Messina per l'arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi parteciperà all'inaugurazione dell'anno accademico e nelll'ambito della cerimonia gli sarà conferito dalla rettrice Giovanna Spatari, il Dottorato honoris causa in “Scienze delle pubbliche amministrazioni”. Dopo l’intervento della rettrice, interverrà il rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Domenico Quartarone, a cui farà seguito l'intervento della rappresentante degli studenti, Chiara Furlan. Nel corso del conferimento del Dottorato honoris causa, la “laudatio” sarà affidata al presidente emerito della Corte Costituzionale, il prof. Gaetano Silvestri, mentre la motivazione del conferimento sarà enunciata dalla professoressa Daniela Novarese, ordinaria di Storia delle Istituzioni politiche. Successivamente, il presidente Mattarella terrà la sua “lectio doctoralis”. L’inaugurazione dell’Anno Accademico è stata inserita in un programma articolato, intitolato “Messina Europa, 1955-2025”. La presenza del Capo dello Stato – afferma la rettrice Giovanna Spatari "è anche lo spunto per un momento di approfondimento, confronto e riflessione, all’interno di una tre giorni iniziata lo scorso 20 gennaio".