“Mascherine a scuola? Aspettiamo semplicemente che il potere politico, che ha il dovere di decidere tenendo conto di quello che dicono i tecnici, intervenga e dia delle indicazioni chiare. Purtroppo siamo stati abituati a un continuo tira e molla o, come si direbbe a Roma, alla marcia dei Sabini: 3 passi avanti e 4 passi indietro. Non è un bell’esempio per i ragazzi il fatto che le istituzioni siano così ondivaghe“. Sono le dure parole di Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, che, ospite della trasmissione “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), commenta le querelle politiche sull’uso della mascherine in classe, nonostante il decreto in vigore le imponga fino alla fine dell’anno scolastico.
Rusconi aggiunge: “Se le mascherine devono rimanere, ditelo con chiarezza, altrimenti togliamole, ma cerchiamo di evitare questo ping pong. La scuola dovrebbe essere trattata come un’orchidea. Se si altera la luce o l’umidità, muore. Se invece viene tenuta in buone condizioni ecologiche e atmosferiche, dà fiori bellissimi. Ma purtroppo nel nostro Paese la scuola è diventata una delle tanti armi improprie che i partiti usano gli uni contro gli altri“.
Rusconi spiega: “Le mascherine, come tutte le misure profilattiche anticovid che le scuole applicano ormai da quasi 2 anni, sono indossate con regolarità da tutti i ragazzi. Al mio liceo i ragazzi oggi mi hanno chiesto: ‘La mascherina si deve togliere o no?’. Io ho dovuto rispondere che stiamo aspettando che qualcuno decida. Ma uno si aspetterebbe il meglio da chi dovrebbe decidere. Giorni fa mi ero dimenticato la mascherina in presidenza e un bambinetto di 7 anni mi ha detto: ‘Preside, devi metterti la mascherina’. Tutto questo per dire che abbiamo fatto in 2 anni la più grande operazione di educazione coi nostri ragazzi. Ed è merito degli insegnanti“.