La Corte d’Appello di Firenze ha confermato la sentenza di primo grado di condanna – per violenza sessuale su minore e violenza sessuale per induzione – nei confronti dell’operatrice sanitaria di Prato che dava ripetizioni di inglese a un 14enne di cui rimase incinta. La donna, oggi 34enne, ha ricevuto solo una riduzione di 15 giorni 6 anni, 5 mesi e 15 giorni la pena – rispetto al giudizio emesso nel giugno 2021 dal Tribunale di Prato. Assolto con formula piena il marito – accusato di alterazione di stato civile – condannato in primo grado a un anno e otto mesi per aver riconosciuto il bimbo nato dalla relazione col minore, consapevole, secondo i giudici, del fatto che non fosse suo. I giudici hanno inoltre disposto una provvisionale di 30mila euro in favore della parte offesa e di 10mila euro a entrambi i genitori.

L’accusa – L’operatrice “ha fatto vivere a un ragazzino di 14 anni 20 mesi di angoscia“, ha ribadito durante l’udienza l’avvocato Roberta Roviello, legale di parte civile della famiglia della parte offesa. “Non è stata una violenza singola – ha precisato – la donna gli ha fatto vivere un’esperienza sessuale non confacente alla sua età. Ed è evidente l’invadenza dell’imputata, la sua imposizione e l’induzione a esperienze sessuali non confacenti alla sua età”. “La vita del ragazzino – ha concluso – è stata travolta così come quella della sua famiglia, vero è che nelle more i genitori si sono separati. Quel bambino per il 14enne era e sarà un macigno, ma anche la terribile vicenda vissuta lo sarà. Per sempre”.

La difesa – “Questo processo si porta dietro zavorre etiche e morali proprie della vicenda ma è il dato processuale a dover governare il giudizio”, ha detto l’avvocato Mattia Alfano, difensore della donna di Prato. “Non c’è alcuna prova che i rapporti sessuali siano iniziati a giugno ma è la stessa parte offesa a raccontare che fosse novembre – ha spiegato – Lo dicono anche gli sms che hanno una cesura nettissima, a metà novembre appunto”. In merito al giudizio emesso dalla Corte, Alfano ha ricordato la posizione assunta in precedenza: “Avevamo già preannunciato che era un processo che si gioca su tre gradi di giudizio, a prescindere da quello che sarebbe stato l’esito”. “Siamo convinti della bontà della nostra ricostruzione e – ha annunciato – prepareremo il ricorso per Cassazione quando ci saranno i motivi”. Soddisfazione per l’assoluzione del marito: “Siamo contenti per il risultato di un padre che non ha fatto altro che regalare il proprio amore a un bambino, e questo credo sia doveroso gli fosse riconosciuto anche in un’aula di giustizia”.

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