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“Stavo sciando quando la crosta di un torrente si è rotta e sono finito in una gola profonda”: il racconto di Gianni Odisio

La storia è quella un commercialista 60enne di Aosta che, come racconta lui stesso al Corriere della Sera, è anche un "uno sciatore esperto e un istruttore militare". È salvo, Odisio, è sa di avere avuto dalla sua un destino fortunato perché certe volte allenamento e conoscenza non bastano

di F. Q.

Siamo sul versante svizzero del Cervino. Bloccato in una gola di ghiaccio, stretta, c’è un uomo. È immerso nell’acqua del torrente che passa di lì, acqua gelida. Quasi congela, la sua temperatura arriva a 20 gradi. Due ore. Un tempo lunghissimo in una situazione del genere. La storia è quella di Gianni Odisio, 60 anni. Un commercialista di Aosta ma, come racconta lui stesso al Corriere della Sera, anche un “uno sciatore esperto e un istruttore militare“. È salvo, Odisio, è sa di avere avuto dalla sua un destino fortunato perché certe volte allenamento e conoscenza non bastano: “Ero a sciare con il mio amico Vittorio Ferrero, medico di Torino… Era da tre anni che non riuscivamo a fare fuoripista e quella domenica le condizioni erano eccezionali. Ne abbiamo approfittato per chiudere la stagione. Era uno spettacolo passare con gli sci proprio sotto il Cervino”. Il racconto della caduta: “Verso la fine del nostro tour, all’incirca alle 9.30, eravamo diretti a valle e dovevamo rientrare in una pista, la 69 di Zermatt, che in quei giorni era già chiusa. Per farlo bisogna passare da uno stretto canalino in mezzo al quale c’è un torrente, che era semicoperto dalla neve. Più o meno a 2.500 metri di quota. Stavo scendendo per primo, c’erano delle tracce. Ho fatto una curva a destra e all’improvviso si è rotta la “crosta” sopra al torrente e ci sono finito dentro. La corrente mi ha trascinato per alcune decine di metri dentro questa gola buia, sotto avevo il letto del torrente e sopra la neve. Non ricordo più nulla”. Una dinamica che sembra la scena di un film e che pure mette una volta di più in allerta rispetto ai pericoli che la montagna nasconde e all’importanza di fare attenzione. Odisio è stato salvato dai soccorritori, chiamati dall’amico. In particolare, una guida alpina di Zermatt ha deciso di scendere, di arrivare fino alla gola: “Ha sentito un mio piede, è riuscito ad imbragarmi e mi hanno tirato fuori”. Ora, sotto i 26 gradi il cuore può smettere di battere. La temperatura di Odisio era a 20. Ipotermia. Intubato e trasportato di corsa in elicottero a Berna: “Appena arrivato la temperatura era già salita a 26,5 gradi. Mi hanno attaccato a una macchina che mi prelevava sangue, lo scaldava e lo rimetteva in circolazione. Ero in rianimazione. Mi hanno messo in coma farmacologico e poi piano piano sono stato risvegliato. Dopo cinque giorni, su mia richiesta, sono stato dimesso e sono andato a casa”. Odisio è in via gi guarigione e quello che vorrebbe fare, ora, è ringraziare la guida alpina che gli ha salvato la vita.

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