di Giuseppe Leocata*

La Cascina Pagnana di Gorgonzola (Mi) è una Comunità Solidale di famiglie afferente alla associazione Mondo Comunità Famiglia; queste che hanno scelto di vivere insieme in relazione di prossimità e fiducia, cercando di praticare quotidianamente l’accoglienza, l’apertura, la condivisione, la solidarietà e la sobrietà anche con il Comune di riferimento, a favore dei bisognosi e degli svantaggiati sociali.

Il 7 maggio scorso c’è stata una serata su ‘Lavoro e Cura’, il lavoro malato che oggi ha bisogno di cura, ”più che di macchine abbiamo bisogno di umanità” (Chaplin). Oggi è un periodo critico in cui la ‘memoria storica’ sembra essersi smarrita e non è stata trasmessa ai giovani. Il Dalai Lama diceva: ”il futuro della società dipende dal tipo di educazione impartita alle giovani generazioni”. La storia dovrebbe essere maestra di vita.

L’excursus ha ricordato il sudore della fronte di Adamo per guadagnarsi il pane nella Genesi; Spartaco e la schiavitù nell’antica Roma e quella che oggi permane, ricordiamo Aboubakar Soumahoro (abbiamo 405 siti di caporalato, 194 nel mezzogiorno e il resto in tutta Italia – Agromafie); informatica e robotica condizionano lo sviluppo della società: città che si svuotano, rapporti umani che si frantumano tra le frange dello smartworking e dall’altro la necessità di correre sempre di più per produrre fino a lasciarci la pelle, come è occorso a Luana D’Orazio stritolata da una macchina non sicura.

Il Covid ha fatto il resto: gli esseri umani, come sembra dire Papa Francesco, sembrano uscire peggiori dalla crisi, sempre più con una logica del profitto a danno dei più deboli, in uno Stato che è riuscito a gestire la pandemia ‘in qualche modo’ e con logiche emergenziali e non sistemiche. La scuola e la cattiva gestione dell’alternanza ha portato alla morte di Lorenzo Parelli, giovane studente all’ultimo giorno di alternanza a Udine. In proposito, di pregio è il libro di L. Bellina e S. Garzi “Il Capolavoro” percorso storico-letterario per il triennio della scuola secondaria superiore – Edizioni della Conoscenza; la scuola non può essere estranea alla comprensione che il lavoro assume in una società complessa, il lavoro è come uno “sfondo integratore” fra i saperi e perno del processo educativo.

I medici del lavoro in tanti casi non riescono a fare il salto di qualità per essere più figure gestionali per la salute in azienda e spesso rimangono prigionieri di ‘gare al ribasso’ nell’ambito di visitifici, senza potersi occupare dei rischi e delle misure per eliminarli/ridurli. Si è parlato ancora delle donne – con il doppio lavoro, il basso salario, il licenziamento specie in periodo di crisi – e dei disabili – da tutelare e a cui garantire posto nel mondo del lavoro quando hanno la possibilità di svolgere un’attività lavorativa. Non dimentichiamoci, poi, del mobbing. Scriveva Dostoevskij: “Se vuoi trasformare un uomo in una nullità, non devi fare altro che ritenere inutile il suo lavoro”; e ancora A. Bajani: “Lavoratori che sopravvivono alla precarietà e allo sconforto, lavoratori che soccombono alla corruzione, al qualunquismo e all’abitudine, e ad altro …”.

Poi ci sono ancora i morti sul lavoro che continuiamo a dimenticare; quelli che leggiamo sui giornali non sono numeri ma persone. Il problema non può essere risolto con l’aumento di ispettori del lavoro, cosa che non viene del resto attuata, né con una cultura imposta e calata dall’alto; avrebbe detto Giorgio Gaber: “c’è solo la strada da cui ricominciare”. I lavoratori sembrano aver perso l’orientamento e la capacità di mettersi insieme per un cambiamento; che dire delle fabbriche di morte di cui non si parla: Ilva di Taranto e le produttrici di armi fiorenti in Italia.

Poi c’è l’altro bluff, quello della falsa formazione su igiene e sicurezza del lavoro, diffuso sul territorio e fonte di lucro. Ma non bisogna cedere al pessimismo, nonostante il quadro grigio tracciato. Ken Loach diceva “Dov’è la speranza? Penso che sia nella rabbia, in una rabbia costruttiva che potrebbe trasformarsi in un movimento. Un altro mondo è possibile e necessario”. Penso, come affermava S. Garzi, che “Lavorare insieme non è un metodo ma un valore”. E ancora E. Allan Poe sosteneva che “chi sogna di giorno vede cose che chi sogna soltanto di notte non può immaginare”.

* Medico del lavoro presso ASST Melegnano Martesana, Esperto in problematiche “Disabilità/ vantaggio Sociale e Lavoro”.

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