È “improbabile” che venga prorogata la licenza che ha consentito alla Russia di continuare a onorare i propri pagamenti del debito in dollari. Lo ha detto oggi la segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen suffragando le indiscrezioni che erano trapelate ieri, aggiungendo che “nessuna decisione definitiva” è comunque stata presa. Il governo statunitense sarebbe intenzionato a bloccare i pagamenti relativi ai bond russi agli investitori americani, non rinnovando l’esenzione temporanea in scadenza il prossimo 25 maggio e spingendo così Mosca verso un default forzato. Ieri le probabilità di un default russo, monitorate dai prezzi dei credit default swap che permettono agli investitori di assicurarsi contro questa possibilità, sono salite al 90% dal 77%. Non ne risentono però la Borsa russa e il rublo, entrambi in rafforzamento.

Sinora la Russia è riuscita, seppur con difficoltà, ad adempiere ai suoi obblighi creditizi nonostante il congelamento dei conti all’estero e il blocco ai trasferimenti di denaro. La Russia incassa mediamente un miliardo di euro e dollari al giorno per la vendita di idrocarburi ma non può poi movimentare queste somme. Mosca ha preannunciato che, vista la sua possibilità e volontà di pagare, in caso di blocco forzato dei pagamenti porterebbe la questione davanti ai tribunali. Le agenzie di rating statunitensi Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch hanno chiarito che un pagamento di cedole e titoli fatto in rubli anziché in dollari costituirebbe a tutti gli effetti un default. La questione è controversa anche perché alcuni funzionari del Tesoro americano avevano sostenuto che consentire alla Russia di pagare il proprio debito avrebbe ridotto i fondi a disposizione del Cremlino per finanziare le operazioni militari in Ucraina.

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