Prosegue la sfilza di segni negativi sulle vendite continentali. Ma dall'inizio dell'anno quello passato è stato il mese più negativo, con un'auto persa su cinque rispetto al 2021 e quasi due rispetto allo stesso periodo del 2019, ultimo prima della pandemia
Si aggrava la crisi del mercato europeo dell’auto: secondo i dati diramati dell’Acea, Associazione dei costruttori europei, ad aprile nei paesi UE, Efta e Regno Unito sono state immatricolate 830.447 vetture, pari al -20,2% rispetto ad aprile 2021 (e -38,3% su aprile 2019, l’ultimo precedente la pandemia).
Si tratta della performance peggiore da inizio anno: da gennaio, infatti, si è verificata un’ingravescente contrazione, calcolata in un -2,4% nel primo mese del 2022, -5,4% a febbraio e -18,8% a marzo. Le cause? Strascichi del Covid, crisi dei semiconduttori, interruzioni della catena della componentistica, messa alle corde anche dalla situazione in Ucraina, e il ritorno dell’inflazione. Il conflitto alle porte dell’Europa, oltretutto, incide negativamente sulla fiducia e sulle tasche dei consumatori.
Maglia nera fra i maggiori mercati continentali spetta all’Italia, col suo -33%. Seguono Francia (-22,6%), Germania (-21,5%) e Spagna (-12,1%). Ne risulta un bilancio quadrimestrale con immatricolazioni in calo del 13% a 3.583.587 unità (mentre rispetto allo stesso periodo del 2019 il calo è del 34,7%), con l’Italia in picchiata del 26,5%, Francia al -18,6%, Spagna al -11,8%, Germania al -9% e Regno Unito al -5,4%.
“E a tutto questo si aggiunge che non si vede al momento in ambito europeo quali specifici provvedimenti si intendano prendere per sostenere un settore strategico per l’economia dell’area come quello dell’automobile”, dice Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: “In Italia, per la verità, qualche cosa si è fatto adottando sia nel 2020 che nel 2021 incentivi per sostenere la domanda con effetti positivi, ma contenuti”.
Per il 2022 il Governo italiano ha previsto incentivi che, secondo le stime del Centro Studi Promotor, “potranno determinare circa 200.000 immatricolazioni aggiuntive: un risultato apprezzabile, ma assolutamente insufficiente se si pensa che proiettando il dato dei primi quattro mesi sull’intero 2022 si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.117.000 unità, che diventeranno 1.317.000 con gli incentivi di cui si è detto, un livello lontano anni luce dai quasi 2.000.000 di immatricolazioni del 2019”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae (l’associazione dei costruttori europei operanti in Italia), che aggiunge: “L’avvenuta pubblicazione del decreto sugli incentivi, a tre mesi dall’annuncio, è finalmente una buona notizia, ma non sufficiente a far ripartire velocemente il mercato, anche perché non sono ancora disponibili tutti i chiarimenti operativi necessari per orientare correttamente i concessionari”.