“Per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati. È l’aspirazione dell’Italia e la posizione europea che ho condiviso con il presidente Biden e i leader del Congresso durante la mia visita a Washington“. Lo ha detto il premier Mario Draghi durante la sua informativa al Senato sulla guerra in Ucraina, senza però fare alcuna considerazione sulla “diversità di interessi” prossima ventura tra Europa e Stati Uniti a cui aveva accennato durante il viaggio negli Usa. “È indispensabile mantenere canali di dialogo con la Federazione russa. Solo da questi canali potrà scaturire una soluzione”, è il punto fermo. Poi la rivendicazione di “un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata in campo transatlantico e in Ue” e che “ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace“.
“Sostenibile solo una pace decisa da Kiev” – Quale pace però dovrà deciderlo Kiev: “L’Italia si muoverà con i partner europei e gli alleati per ogni possibilità di mediazione, ma sarà l’Ucraina e non altri a decidere quale pace accettare, una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile”. Nel frattempo “L’Italia continuerà a sostenere il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l’invasione russa” in accordo con Ue e alleati. I contatti avvenuti telefonicamente tra “il capo del Pentagono e il ministro della difesa russo rappresentano un segnale incoraggiante dall’inizio della guerra”. Nel frattempo “l’Italia appoggia con convinzione la richiesta di Svezia e Finlandia di adesione alla Nato” e Draghi a luglio sarà ad Ankara per un vertice Italia-Turchia durante il quale fare il punto sulle prospettive negoziali e sui rapporti bilaterali tra i due paesi. In prospettiva è però “necessario affiancare alla Nato una vera e comune difesa europea“. Il primo passo deve essere “la razionalizzazione della spesa militare in Ue la cui distribuzione è inefficiente: serve una coordinamento degli investimenti in sicurezza. Come detto da Mattarella, nel lungo termine servirà uno sforzo creativo su un modello di conferenza di Helsinki. Occorrerà costruire un quadro internazionale condiviso, per usare le sue parole”.
Intanto la Nato “ha intensificato le azioni sul fianco orientale e il contributo italiano è pari a 2.500 unità e nel medio periodo siamo pronti a rafforzare in Ungheria e Bulgaria il nostro impegno con rispettivamente 250 e 750 unità in linea con l’azione dei nostri alleati e valutiamo il sostegno alla Romania per lo sminamento marittimo del Mar Nero e anche alla Slovacchia nella difesa antiaerea”.
“Il governo si muove nel solco della risoluzione del Parlamento” – “La guerra è giunta all’85esimo giorno: la speranza di conquistare vaste aree del paese in tempi brevi da parte dei russi s’è scontrata con la resistenza del popolo ucraina”, ha esordito Draghi. “La federazione russa si è ritirata da ampie zone. L’avanzata russa procede molto più lentamente del previsto”. Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è comunque “terribile. La scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni” anche a Kiev. In questo quadro il governo, ha sottolineato il premier, si muove “nel solco della risoluzione” approvata dal Parlamento (Draghi ha ringraziato “la maggioranza e la principale forza di opposizione per il sostegno al governo per affrontare la crisi”). Quella risoluzione “ha impegnato il governo a sostenere dal punto di vista militare” e anche “umanitario” Kiev e “tenere alta la pressione sulla Russia anche attraverso sanzioni e ha guidato in modo chiaro l’azione di governo e rafforzato la nostra posizione a livello internazionale”. L’Italia “continuerà a sostenere il governo ucraino negli sforzi per respingere l’invasione russa, in stretto coordinamento con i partner europei. Ne va della solidità del legame transatlantico, ma anche della lealtà all’Ue. Il governo ha riferito più volte sul tema al Copasir, che ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento”. Roma ha inoltre “offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra“.
“Italia indipendente dal gas russo nel secondo semestre 2024” – Sul fronte della dipendenza energetica da Mosca, il premier ha detto che l’Italia potrà rendersi indipendente dal gas russo nel secondo semestre 2024. “Le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024: i primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno. Durante la mia visita a Washington ho condiviso con il presidente Biden la strategia energetica italiana e siamo d’accordo sull’importanza di preservare gli impegni sul clima che l’Italia intende mantenere”. L’energia rinnovabile “rappresenta l’unica strada per affrancarci dalle importazioni di combustibili fossili e raggiungere un modello di crescita sostenibile” e “il governo ha agito con determinazione per eliminare i vincoli burocratici che limitano l’espansione dell’energia rinnovabile in Italia e proseguirà in ogni sforzo per distruggere le barriere che limitano tali investimenti”.
Nessun commento sull‘imbarazzante stallo di Bruxelles riguardo alle sanzioni sul petrolio: Draghi si è limitato a ricordare che “l’Ue è al lavoro per il sesto pacchetto di sanzioni che l’Italia sostiene con convinzione”. E ha aggiunto che “le misure restrittive fin qui approvate dall’Unione europea e dal G7 hanno già avuto un impatto significativo sull’economia russa e sarà ancora più forte nei prossimi mesi. Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, il prodotto interno russo calerà dell’8,5 per cento quest’anno, il tasso di inflazione raggiungerà il 21,3 per cento”.
“Guerra minaccia sicurezza alimentare di milioni di persone” – “Alla crisi umanitaria rischia di aggiungersi anche un’emergenza alimentare. Russia e Ucraina sono i principali fornitori di cereali a livello globale. Da soli sono responsabili di più del 25% delle esportazioni globali di grano. Ventisei paesi dipendono da loro per più di metà del loro fabbisogno”, ha ricordato Draghi. “La devastazione bellica ha colpito vaste aree della capacità produttiva in Ucraina. La guerra minaccia la sicurezza alimentare di milioni di persone, anche perché si aggiunge alle criticità già emerse nel corso della pandemia. L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito nel corso del 2021 e ha toccato a marzo i massimi storici. La riduzione delle forniture dei cereali e il conseguente aumento dei prezzi rischia di avere effetti disastrosi in Africa e Medio Oriente, dove cresce il pericolo di crisi umanitarie, politiche e sociali”, ha concluso Draghi. Serve quindi “una iniziativa condivisa che sblocchi i milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti nel sud dell’Ucraina: tutte le parti in causa aprano una parentesi umanitaria per evitare uno scenario che farebbe morire milioni di persone”.
L’accoglienza ai profughi in Italia – Per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi in Italia, “finora abbiamo inserito 22mila studenti ucraini nelle scuole italiane” e di questi per la maggior parte nella scuola primaria. “Ringrazio il ministro Bianchi, il personale della scuola e tutti le bambine e bambini italiani per questa meravigliosa manifestazione di amore e efficienza collettiva”.