Forte rallentamento a febbraio della variazione netta dei rapporti di lavoro stabili: la differenza tra attivazioni e cessazioni si è fermata a 19.804, contro i 105mila di gennaio. Al contrario, stando ai dati dell’Osservatorio Inps sul precariato, sono tornati ad aumentare i posti a termine: in questo caso la variazione netta è stata di oltre 43mila posti, a fronte dei 28.800 di gennaio. Notevole aumento anche per gli stagionali, +10.913 nonostante considerato che il mese non è tra quelli “caldi” per le attività dei servizi e del turismo. L’istituto ha diffuso anche i dati sulle richieste di disoccupazione a marzo: ne ha ricevute 117.365 con un aumento del 33,5% rispetto allo stesso mese del 2021 quando era ancora in vigore il blocco dei licenziamenti. Per quanto riguarda la cassa integrazione, le ore complessivamente autorizzate in aprile sono state 45,7 milioni, il 18,4% in meno rispetto al precedente mese di marzo (56 milioni) e -77,6% rispetto ad aprile 2021.
Tornando ai contratti di lavoro, il saldo annualizzato – vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, che identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro – a febbraio è pari a 735.000 posizioni di lavoro. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 156.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali è di 579.000 unità, con ben 342.356 rapporti a termine.
Confrontando la situazione di febbraio 2022 con quella di febbraio 2020, prima della pandemia, si registra un saldo positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+382.000). Anche per l’insieme delle altre tipologie contrattuali a livello biennale il saldo risulta positivo (+321.000) grazie all’ampio recupero delle perdite registrate nel 2020.
Nei primi due mesi dell’anno le assunzioni dei datori di lavoro privati sono state 1.208.000, in forte crescita rispetto alle 863.000 dello stesso periodo dell’anno precedente. In aumento tutte le tipologie ma in particolare le assunzioni intermittenti (+64%) e stagionali (+45%), i contratti a tempo indeterminato e in apprendistato (+44%), quelli di somministrazione (+37%) e a tempo determinato (+35%). Un andamento che riflette la dinamica della pandemia e delle conseguenti restrizioni, che sono proseguite nei primi mesi del 2021. Le trasformazioni da tempo determinato sono state 135mila, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+64%). Anche per le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo si registra una dinamica positiva (21mila, +14% rispetto all’anno precedente). Le cessazioni nel complesso sono state 943.000, in aumento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+46%). Anche in questo caso si riscontra una crescita per tutte le tipologie contrattuali.