Un attacco hacker a vari portali istituzionali italiani è in corso dalle 22 di giovedì sera. La notizia è stata confermata dalla Polizia postale. A rivendicare l’offensiva informatica sarebbe stato il collettivo russo Killnet, che – secondo quanto scrive su Telegram – ha preso di mira i siti del Consiglio Superiore della Magistratura, dell’Agenzia delle Dogane e dei ministeri di Esteri, dell’Istruzione e dei Beni Culturali. Attaccati anche i siti di diversi aeroporti. In particolare, l’attacco Ddos ha interessato gli scali milanesi di Malpensa e Linate, quello di Orio al Serio a Bergamo, quello di Genova e quello di Rimini. La Polizia sta fornendo assistenza ai tecnici delle società di gestione per ripristinare le funzionalità.
Il collettivo Killnet sui propri canali Telegram ha indicato un lungo elenco di obiettivi, una cinquantina in tutto tra ministeri, aziende, autorità di garanzia, media, organi giudiziari. “Fuoco a tutti” hanno scritto gli hacker che in un messaggio precedente avevano dato le istruzioni “per liquidare la struttura informativa italiana”, chiedendo un attacco per 48 ore e di non colpire il sistema sanitario. Attaccati, invece, anche i siti di diversi aeroporti. In particolare, l’attacco Ddos ha interessato gli scali milanesi di Malpensa e Linate, quello di Orio al Serio a Bergamo, quello di Genova e quello di Rimini. La Polizia sta fornendo assistenza ai tecnici delle società di gestione per ripristinare le funzionalità.
“Se creiamo un clima di disfattismo con un attacco di Ddos comincio a preoccuparmi quando gli attacchi saranno più significativi, il che non è escluso che non avverrà. Dobbiamo aspettarci un’escalation? Direi di sì, è nelle cose”, ha commentato a Rai Radio1 il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Gabrielli. “Ma dobbiamo prepararci, la differenza non la fa solo l’attaccante ma anche la capacità dell’attaccato”. Il presidente del Copasir, Adolfo Urso, a RaiNews24 ha detto che “dobbiamo predisporre misure attive per localizzare la fonte di attacco. Dobbiamo esserne consapevoli e creare resilienza diffusa nel Paese, perché ciascuno di noi resta potenziale vittima di un attacco hacker con il lavoro domiciliare. L’Ue ci chiede di aumentare la resilienza nel Paese. Bisogna applicare i più rigidi protocolli di sicurezza in ogni finestra. Tanto più in quelle dalla Pa, tra breve si avrà finalmente un cloud nazionale per la pubblica amministrazione per mettere maggiormente in sicurezza i dati. Evidentemente possiamo considerarli collegati all’attenzione internazionale che deriva dall’aggressione della Russa in Ucraina e dalla guerra che Mosca ha scatenato con metodi terrificanti. Sappiamo che la Russia è il Paese più attrezzato per la guerra cibernetica e questa è una delle linee con cui agisce la guerra ibrida. Gli attacchi a siti della Pa e istituzionali sono stati anche in buona parte respinti, abbiamo comunque un significativo sistema di allerta”.