Api, vespe, farfalle, falene e coleotteri garantiscono l'impollinazione sul pianeta: da essa dipende la vita dell'80% delle piante che danno cibo e prodotti all'uomo. Questo "lavoro" ogni hanno produce un valore di 153 miliardi di euro a livello globale. Ma il loro numero sta calando a causa della distruzione degli habitat, dell'utilizzo di pesticidi e dei cambiamenti climatici. Per la Giornata mondiale, il WWF lancia "Diamo una casa alle api", con l'obiettivo di creare Oasi per api in tutta Italia
Il 20 maggio si celebra la “Giornata mondiale delle api” e delle oltre 20.000 specie di insetti che garantiscono l’indispensabile “servizio” dell’impollinazione: vespe, farfalle, falene e coleotteri. Dall’impollinazione infatti dipende la vita di quasi il 90% delle piante selvatiche con fiore e dell’80% delle piante che forniscono cibo e prodotti di cui usufruisce l’uomo. Questo “lavoro” delle api e degli altri impollinatori ogni hanno produce un valore economico di più 153 miliardi di euro a livello globale, di 22 miliardi di euro per l’Europa. Ma per il Wwf più del 40% degli insetti impollinatori del mondo rischia di estinguersi, l’allarme maggiore è per le api selvatiche e per le farfalle: in occasione della giornata mondiale, l’organizzazione promuove il progetto “Diamo una casa alle api“, che ha l’obiettivo di realizzare alcune aree per api, “Oasi WWF”, in tutta Italia.
In Germania tra il 2008 e il 2017 il numero degli insetti è diminuito del 78%. Il Living Planet Index ha osservato che, a livello globale, le farfalle sono quasi dimezzate (un calo del 49%) dal 1990 al 2017. Alcuni scienziati del Regno Unito inoltre hanno condotto uno studio analizzando gli impatti degli insetti con i parabrezza delle auto, documentando una diminuzione di quasi il 60% dal 2004 del numero degli insetti alati. Le motivazioni di questi numeri, per l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), vanno rintracciate nella “distruzione, degradazione, frammentazione degli habitat” degli impollinatori (e non), nell’inquinamento e più nello specifico nell’utilizzo di pesticidi, e nei “cambiamenti climatici, nella diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni“. Greenpeace ha denunciato che solo in Lombardia quest’anno ci sono 650 alveari con “evidenza degli spopolamenti” e si contano 12 milioni di api in meno: “A ucciderle sono stati i pesticidi usati nell’agricoltura intensiva” afferma Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. Gli apiari coinvolti negli spopolamenti infatti, aggiunge Ferrario, si trovano in aree dove si pratica una coltura intensiva di mais, gran parte destinato a diventare mangime per gli allevamenti intensivi.
Tra gli insetti impollinatori, le api sono le più numerose, e contano circa 20.000 specie in tutto il mondo – la maggior parte delle quali sono selvatiche: la specie più diffusa è l’ape domestica (Apis mellifera), conosciuta nel mondo come ape italica. Nell’Unione europea, dicono i dati Ispra, almeno 600.000 apicoltori gestiscono 17 milioni di alveari, producendo 250.000 tonnellate di miele ogni anno. In Italia invece, gli apicoltori censiti nel 2020 erano 65.000 e sono in costante aumento, come è in aumento il numero degli alveari (erano 1.950.000 nel 2020), che producono circa 25.000 tonnellate di miele l’anno.