La Procura di Siena ha presentato ricorso contro la sentenza con cui, lo scorso 21 ottobre, il Tribunale ha assolto perchè il fatto non sussiste Silvio Berlusconi e l’ex pianista di Arcore Danilo Mariani in uno dei tre filoni del processo Ruby ter, trasmesso da Milano per competenza territoriale. A entrambi è contestata la corruzione in atti giudiziari per le testimonianze “edulcorate” rese da Mariani nei processi Ruby uno e due, reato per cui il musicista è stato condannato a due anni di carcere: secondo l’accusa – che aveva chiesto per entrambi più di quattro anni – quei falsi racconti sono stati pagati da Berlusconi con successivi bonifici per un totale circa 170mila euro dal 2011 al 2013, giustificati come rimborsi spese. Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione, i giudici di primo grado hanno sostenuto che la “mendace testimonianza” di Mariani non fosse “affatto univocamente indicativa dell’esistenza” di un “accordo corruttivo”, ma potesse essere giustificata “in ragione del legame professionale e amicale che lo legava” all’ex presidente del Consiglio.
“Non c’erano contatti fisici tra Berlusconi e le sue ospiti ma solo strette di mano”, anche se alcune delle giovani ospiti ballavano “in modo sexy, provocante”, aveva riferito Mariani durante la sua testimonianza. “In discoteca – diceva ancora – si beveva moderatamente: il drink più alcolico era a base di champagne”, mentre il fondatore di Forza Italia, da buon padrone di casa, “stava seduto e parlava con gli ospiti”. L’ipotesi che questa falsa versione dei fatti fosse stata resa per pura amicizia, però, secondo la sentenza “non appare in alcun modo superabile sulla scorta dei dati probatori acquisiti”. Lo spezzone principale del processo è in corso a Milano, dove Berlusconi è imputato per i presunti pagamenti alle ragazze che partecipavano alle feste insieme ad altre 28 persone, compresi il giornalista Carlo Rossella e la senatrice Maria Rosaria Rossi: i pubblici ministeri Tiziana Siciliano e Luca Gaglio hanno iniziato la requisitoria.