Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è stato operato nell’Istituto Spallanzani di Roma e attualmente è in terapia intensiva. Il primo presidente eletto due volte è stato “sottoposto ad un intervento chirurgico dall’equipe del prof. Giuseppe Maria Ettorre presso il Dipartimento Interaziendale dell’Azienda San Camillo-Forlanini ed Inmi Spallanzani”, comunica l’Istituto romano.
L’intervento “condotto con tecnica mininvasiva è riuscito” e attualmente Napolitano è “ricoverato” nella terapia intensiva dello stesso ospedale. “Il presidente è sveglio con quadro clinico stazionario. La prognosi resta riservata”, conclude l’ospedale. “Sta bene ed è sveglio. Ha superato l’intervento”, ha spiegato Ettorre, capo dell’équipe che ha operato l’ex capo dello Stato. Già quattro anni fa il 97enne ex presidente della Repubblica aveva subito un intervento: il 24 aprile 2018 venne operato all’ospedale San Camillo per una dissecazione aortica parziale, rimettendosi nel giro di una settimana. Napolitano, nato a Napoli nel giugno 1925, è stato eletto presidente della Repubblica il 15 maggio 2006 e poi una seconda volta il 22 aprile 2013, in questo caso restando in carica meno di due anni.
Laureatosi in giurisprudenza nel dicembre 1947 all’Università di Napoli, due anni prima aveva aderito al Partito Comunista Italiano, di cui è stato dirigente fino alla Svolta della Bolognina. È stato eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte – tranne che nella IV legislatura – fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli. Dal 1990 al 1992 è stato eurodeputato, divenendo poi presidente della Camera, carica che ha ricoperto fino all’aprile 1994.
Nel governo Prodi, tra il maggio 1996 e l’ottobre 1998, è stato ministro dell’Interno. L’anno successivo è stato rieletto deputato nel Parlamento Europeo e nel 2005 Carlo Azeglio Ciampi lo nominò senatore a vita. La sua ascesa al Quirinale si è concretizzata il 10 maggio 2006, quando venne eletto 11esimo presidente della Repubblica con 543 voti. Sette anni più tardi, alla scadenza del suo settennato, venne rieletto con 738 voti divenendo il primo capo dello Stato a prolungare la sua permanenza al Colle rassegnando le dimissioni quasi due anni più tardi, il 14 gennaio 2015.