“Bloccando i nostri porti, la Russia mette a rischio fame milioni di persone. Insieme ai partner, l’Ucraina ha stabilito due rotte terrestri alternative per consegnare le esportazioni di cibo e salvare l’Africa e altre regioni dalla carestia. La Russia deve porre fine al blocco per consentire la piena e libera esportazione”. Lo afferma in un tweet il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
Russia puts millions of people at risk of hunger by blocking our ports. Together with partners, Ukraine has established two alternative land routes to deliver food exports and save Africa and other regions from hunger. Russia must end its blockade to allow full and free export.
— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) May 21, 2022
Ucraina e Russia sono entrambi grandi produttori ed esportatori di grano. Circa il 20% delle esportazioni globali del cereale sono riconducibili a Mosca e Kiev. Dai porti del Mar Nero, attualmente paralizzati a causa della guerra, partivano carichi per sfamare 400 milioni di persone nel mondo. Tra i paesi più dipendenti dal grano di Russia e Ucraina ci sono anche l’Egitto, la Turchia, il Libano, la Tunisia e il Bangladesh. Attualmente nei silos ucraini sarebbero presenti circa 20 milioni di tonnellate di grano che non possono però essere movimentate. Nel frattempo il prezzo dei cereali corre (+ 75% nell’ultimo anno) e i rischi di carestia aumentano.
“La Russia ha bloccato oltre 20 milioni di tonnellate di raccolti nei porti ucraini”, ha ribadito poco fa il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky durante un briefing congiunto con il primo ministro portoghese Antonio Costa oggi a Kiev. “La Russia ha bloccato quasi tutti i porti. Tutte, per così dire, le opportunità marittime per esportare cibo – il nostro grano, orzo, girasole e altri… 22 milioni di tonnellate sono bloccate oggi dalla Federazione Russa”, ha affermato il presidente ucraino.
Giovedì scorso il segretario di Stato degli Usa Antony Blinken ha accusato la Russia di usare il cibo come arma bloccando le forniture non solo per gli ucraini, ma anche per milioni di persone in tutto il mondo. Un alto funzionario a Mosca ha respinto le accuse, dicendo che i russi “non sono idioti” e non avrebbero esportato cibo pur essendo soggetti a severe sanzioni. L’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha respinto come “assolutamente false” le accise sulla responsabilità della Russia per la crisi alimentare, sostenendo come sia invece l’Ucraina ha bloccare le navi straniere nei suoi porti e a minare le acque. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sta cercando una mediazione per far ripartire i carichi.