“Abbiamo offerto vaccini contro il Covid-19 alla Corea del Nord, ma non abbiamo ricevuto risposta”. Queste le parole di Joe Biden durante conferenza stampa congiunta con il suo omologo sudcoreano Yoon Suk-yeol. Il presidente degli Stati Uniti, attualmente in Corea del Sud come prima tappa del suo tour in Asia, ha fatto quindi riferimento alla difficile situazione della Corea del Nord dove i “casi di febbre” hanno ormai superato i due milioni e i decessi accertati sono almeno 65. Uno scenario che ha messo l’Oms in allerta e non solo per via del sistema sanitario debole e inaduegato: nonostante la dichiarazione dello stato di emergenza e il conseguente lockdown, Pyogyang contina ad ammettere solo 168 casi con un decesso e “il dottor Fauci nordcoreano”, Ryu Yong-Chol, ha informato la popolazione che “la febbre” si può combattere con té allo zenzero e gargarismi di acqua salata. In questo contesto potenzialmente disastroso, Kim Jong-Un tace sull’offerta di vaccini da parte degli Stati Uniti ma non ha rifiutato quella della Cina: lo scorso 17 maggio tre aerei della compagnia di bandiera nord coreana sono atterrati nel Liaoning cinese per rifornirsi di “medicinale e materiale sanitario contro il covid”. Covid che però continua ad essere chiamato “febbre”. Joe Biden resterà in Corea del Sud altri due giorni: a favore di telecamere, l’incontro con il presidente Yoon, per sottolineare l’impegno dei due Paesi a lavorare insieme per rafforzare le catene di approvvigionamento messe a dura prova dalla pandemia del Covid-19, in uno schema di collaborazione strategico. Biden non ha comunque escluso un potenziale incontro con Kim Jong-Un: “dipenderà dalla sincerità del leader nordcorano”.

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