“Ricordo quando ho parcheggiato di aver inserito la prima marcia ma non il freno a mano“. Ma il figlio 12enne rimasto dentro la Volkswagen Passat – che mercoledì 18 maggio ha travolto 6 bambini, uccidendone uno, nell’asilo “Primo maggio” a L’Aquila – ha tolto “inavvertitamente” la marcia, privando la vettura dell’unico blocco che la teneva ferma.
L’interrogatorio – La dichiarazione della donna bulgara di 38 anni – riportata dal Corriere – è una delle tante emerse nell’interrogatorio che si è svolto venerdì, durante il quale ha risposto alle domande dei magistrati, del pubblico ministero Stefano Gallo e del procuratore Michele Renzo. La giovane madre, indagata per omicidio stradale, è disperata per “non aver inserito il freno”: prima di scendere dall’auto per andare a prendere alla scuola di Pile le due figlie gemelle, ha soltanto ingranato la marcia. Una frase che scioglie i tanti dubbi emersi in questi giorni – le indagini avrebbero dovuto verificare l’ipotetico malfunzionamento del freno a mano elettronico della macchina – e chiarisce definitivamente la dinamica dei fatti.
L’incidente – “Me la sono vista passare avanti, ho provato a fermare la macchina con le mani ma non ci sono riuscita. E ha colpito i bambini rompendo la recinzione”. Già giovedì scorso, la donna aveva raccontato all’Ansa ciò che ricordava di quel pomeriggio. Un resoconto che ieri – rispondendo ai quesiti degli inquirenti – è stato arricchito da altri particolari. “Mi sono scansata solo all’ultimo momento”, grazie alle urla del 12enne chiuso nell’abitacolo: “Mi ha avvertito mio figlio gridando ‘mamma’”. Il ragazzo – saltato dal finestrino per salvarsi – è rimasto ferito ed è sotto shock. Come le altre due figlie, che hanno assistito alla scena. Tramite il suo avvocato, Francesco Valentini, la donna ha accolto nei giorni scorsi le parole dei genitori di Tommaso – la vittima di 4 anni – che, intervistati dal Corriere, hanno spiegato che la madre non ha responsabilità: “Sono parole che un po’ ci sollevano. La loro tragedia è anche la nostra. Vorremmo tanto che non fosse mai accaduto”.
L’inchiesta – Nonostante siano stati chiariti alcuni aspetti della vicenda, l’indagine della Procura continua per capire se ci siano responsabilità in merito ai criteri di sicurezza del luogo. È già stata ascoltata la preside del plesso scolastico, Monia Lai, oltre alle maestre e ai dipendenti presenti quel giorno.